Poliziesco, Recensione

INDAGINI SPORCHE

Titolo OriginaleDark Blue
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2002
Durata104'
Sceneggiatura
Tratto dada un soggetto di James Ellroy
Fotografia
Montaggio

TRAMA

1991, Los Angeles: mentre si processano i poliziotti coinvolti nel pestaggio di Rodney King, il Capo della Polizia copre e dirige, anche per loschi traffici personali, un gruppo di poliziotti della Speciale. Lo osteggia il Vicecapo, di colore.

RECENSIONI

L.A. Confidential, quarant’anni dopo. È la “Plague Season” di James Ellroy, testimoniata dal filmato autentico sul pestaggio di Rodney King. Il circolo vizioso innescato dai corrotti tutori della Legge diventa letteralmente infernale: la città è in fiamme per la rivolta, i peccatori dovranno affrontare i “demoni neri” che fuoriescono dal fumo. Il pivello (Scott Speedman), stavolta, è dalla parte sbagliata e si macchierà per sempre davanti agli occhi innocenti di una bambina. Toccherà al braccio armato del Male, appellandosi ai brandelli di umanità rimastagli (popolati di rimorsi), innescare il Giudizio Universale (l’emozionante denuncia durante la cerimonia delle promozioni) per esorcizzare il Mostro che due donne hanno intravisto in lui (la moglie, che lo lascia perché dall’Inferno non è mai tornato, e l’androgina Giulietta-Michael Michele che, perso il suo Romeo, gli augura di bruciare all’Inferno). Passando dalle commedie sportive al poliziesco, Shelton prosegue il suo pamphlet antirazzista (Scandalo Blaze, Chi non Salta Bianco è) ma blocca in un conforme film di serie B il mosaico hard-boiled del romanziere citato (la cui sceneggiatura originale è stata parecchio manipolata). Il suo è un cinema di stampo classico che, al passo coi tempi, rappresenta (non “è”) la violenza e le impurità, senza sprofondare mai nell’abisso di un mesto blu(es). Non sa stare senza eroi, senza Luce, in un blu nero come la pece dove tutto è ambiguo, dove flashback e montaggi paralleli trascinano la morale nell’allegoria, consci che è ormai assente nella realtà rappresentata. È così che la fotografia è limpida/piatta e non richiama, come ci si aspettava, il titolo originale; il manicheismo fa capolino nonostante tutto (la titanica lotta fra il cattivo da fumetto di Brendan Gleeson e l’altrettanto incredibile Ving Rhames che piange e invoca Dio in Chiesa) e i segnali sparsi di una dissertazione più sfumata muoiono come la serie di coppie protagoniste del racconto (le coppie miste distanziano amore e peccato dal colore della pelle, quelle omogenee si spaccano). Le sporche indagini convergono in una resa dei conti molto “western”, con i cecchini appollaiati sui tetti e i pistoleri della polizia losangelina (figlia degli sceriffi di frontiera) sotto una pioggia di fuoco.