TRAMA
New Orleans, 1937: Catherine Holly soffre di un grave disturbo emotivo dopo aver visto il cugino Sebastian morire. La madre di quest’ultimo fa di tutto affinché si sottoponga a lobotomia e dimentichi.
RECENSIONI
Coraggioso adattamento cinematografico dell’atto unico teatrale del 1958 di Tennessee Williams, con una trasposizione affidata a quest’ultimo (ma solo nominalmente) e a Gore Vidal che, unica pecca, dilunga con diversivi superflui un testo stringato: pur edulcorando e smussando, si fanno passi avanti nell’essere espliciti rispetto alle precedenti versioni per grande schermo di opere di Williams (Un Tram che si Chiama Desiderio e La Gatta sul Tetto che Scotta). Se nel 1959 non era usuale parlare di certi argomenti, tantomeno lo era focalizzarsi sulla loro colpevole repressione (la lobotomia, potente anche come allegorico j’accuse nei confronti dell’ipocrisia borghese): gli autori ebbero una dispensa speciale dalla censura, convinta che ammantare la “depravazione” con l’orrore fosse socialmente utile. Un film “giallo” che non vive del mistero ma della melodrammatica, freudiana portata delle conseguenze del “delitto”: coinvolti, una giovane provocante e un playboy decadente in vacanza in Spagna (Sebastian, volutamente senza volto). Un thriller gotico ambientato nel Sud degli Stati Uniti (New Orleans), con la manipolativa, inquietante zia di Katherine Hepburn come regina dello show. La rivelazione nel finale è scioccante più come meccanismo catartico che per ciò che implica (del testo di Williams si censura tutto, compreso il cannibalismo). Le contrapposizioni del racconto trovano terreno (anche) nella sensualità di Catherine Holly (Elizabeth Taylor con costume bianco attillato che fece epoca), simbolo di bellezza mista ad innocenza che il mondo perbenista vuole mettere a tacere: dopo aver inscenato i dialoghi in interni di Vidal, infatti, Mankiewciz consegna un flashback abile nell’alludere senza mostrare. Sul set, dovette anche gestire un trio di protagonisti problematico, fra Elizabeth Taylor e Katherine Hepburn in competizione e Montgomery Clift imbottito di antidolorifici.
