TRAMA
La giovane aristocratica Porzia deve affrontare un difficile viaggio per raggiungere il promesso sposo. Come se non bastasse, la sua unica scorta è un rozzo scudiero.
RECENSIONI
Sergio Rubini è un ottimo attore troppo attaccato al proprio regista favorito, se stesso. Dopo un'opera prima di dichiarata e apprezzabile matrice teatrale (La Stazione) e alcuni tonfi, questo Viaggio della Sposa vira in 'cunto de li cunti' i prediletti temi della coppia impossibile e del percorso psicofisico a ostacoli. Sfortunatamente, il film non è che un patchwork di quadretti insipidi, uniti in modo precario da una vena didascalica intrisa di melassa: i tipi e i topoi del film di ambientazione secentesca vi sono malamente accatastati in un tripudio di toilette lussuosamente cenciose, dotte massime da sussidiario, un tocco di liberazione della donna ante litteram e non pochi vezzi da fiction (la annotazioni over di Porzia, la scontata struttura ad anello). Quanto alla recitazione, dalle crisi di nervi di una'ncora acerba Mezzogiorno alla catatonia di un (di solito) grande come Orsini il passo è più breve del prevedibile. Rubini compirà un'incursione più riuscita nel territorio della favola (antica, malgrado il travestimento moderno) ne L'Anima Gemella, del tutto sottratto alle catene della Storia (/della storia) e disposto a tuffarsi nella fantasia più grottesca e rigenerante.
