Drammatico, Recensione

IL VENTO, DI SERA

TRAMA

Luca è coinvolto accidentalmente nell’omicidio di un politico. Il suo compagno Paolo è a casa e lo sta aspettando.

RECENSIONI

Ricordate  quel brutto, bruttissimo cinema nostrano che una volta il Festival di Venezia, pagando pegni politici vari, proponeva e ghettizzava (giustamente) nella  rassegna-sòla che, con involontaria ironia, si chiamava Panorama Italiano? Allarme rosso: il mostro è tornato. La pellicola di Adriatico (del tutto indipendente, va detto a suo merito) rinverdisce, purtroppo, tutta una tradizione di orribilità in celluloide fatta di presunzione, dilettantismo, presa diretta datemiunamplifon, cagneria attoriale, spudorata mancanza di idee. IL VENTO, DI SERA  dura dieci minuti, quelli in cui si cerca di capire cosa l’autore intenda raccontare; una volta assimilata l’informazione cala la tristezza, l’attenzione e l’occhio comincia l’immancabile duetto con il quadrante dell’orologio. il film è puro vano cincischiare intorno a un’idea pallida che non si ha la più pallida idea di come rendere. Il vagabondare del protagonista tocca stazioni risapute, si esplica secondo dinamiche tutte di maniera e, soprattutto, è affondato da una scrittura dialogistica, a esser buoni, disastrosa. Nel dato generale di modesto abbozzo e di un (in)formalismo solo sciatto, l’intenzione “seria” (il riferimento all’assassinio Biagi, la denuncia delle discriminazioni nei confronti delle coppie omosessuali) si paventa pretesto in debito di sviluppo. Spiace dover essere brutali con cineasti che coltivano un progetto distante dalle solite logiche produttive e che  cercano in tutti i modi di sfuggire alle fauci della grande distribuzione, tentando vie alternative per proporsi al pubblico (il film è letteralmente portato in giro da una città all’altra), ma le buone intenzioni sono nulla se poi si scontrano con un dato concreto di tal fatta.  Per la cronaca: il film è stato presentato all’ultima Berlinale.