TRAMA
Un poliziotto riesce a far giustiziare sulla sedia elettrica un pericoloso serial killer che, però, minaccia di tornare. In seguito, infatti, qualcuno commette omicidi con lo stesso modus operandi. C’è sotto qualcosa di demoniaco.
RECENSIONI
Io narrante da noir (fuori luogo e fastidioso in alcuni passaggi), energie morbose (malefiche) nel rapporto poliziotto/serial killer alla Il Silenzio degli Innocenti, riferimenti biblico/apocalittici alla Seven (e altri), un “ritorno” paranormale alla Shocker, inseguimenti impossibili dell’essere che usa i corpi umani come ospiti alla L'Alieno, la facoltà dell’uso delle lingue morte che richiama L'Esorcista, il familiare tema dell’eroe incastrato, con insabbiamento delle prove nel corpo di polizia. Lo sceneggiatore e produttore esecutivo Nicholas Kazan rimescola carte usurate, ma tenta una miscela abbastanza inedita. Uno scontro fra demoni ed angeli che farebbe la gioia del regista di L'Ultima Profezia (lo sceneggiatore di Highlander, Gregory Widen). Anche il tormentone della canzone leitmotiv dell’assassino è un déjà-vu, da Brivido nella Notte a Seduzione Pericolosa: ma è simpatico l’uso iniziale di “Time is on my side” (che, nel testo, dice “Tornerò da te”) e finale di “Sympathy for the devil”, entrambe dei Rolling Stones. Gregory Hoblit fa del suo meglio, e non era facile, per evitare il ridicolo involontario nel calderone di poliziesco, thriller parapsicologico, teologia, filosofia esistenziale (niente di sublime: tutto è ricondotto ai dettami manichei della Bibbia), possessione demoniaca da horror (in Tv passa anche Freaks): il risibile è sempre dietro l’angolo nell’eccessiva ricerca di varianti inesplorate dall’intreccio poliziesco. Sa inquietare con le soggettive “sgranate”, con i ralenti, i movimenti bruschi della camera a mano (che ama dai tempi del serial N.Y.P.D.) e con i montaggi digitali per restituire Azazel (il demone) e le repentine trasmutazioni del suo spirito nella folla. Anche se è una paura più da X-Files, poggiata su misteri ed enigmi (troppo presto o troppo banalmente svelati) che da buon horror che rimescola le budella dell’inconscio.