TRAMA
Lo scienziato nucleare americano Michael Armstrong è anche una spia: raggiunge la Germania dell’Est fingendosi un traditore ma con lo scopo di incontrare un contatto che gli passerà importanti informazioni.
RECENSIONI
Il racconto sceneggiato da Brian Moore, con contributi di Keith Waterhouse e Willis Hall per la scrittura dei caratteri, è ispirato ad un fatto vero (nel 1951 due diplomatici inglesi fuggirono in Unione Sovietica) e si dipana con schemi prevedibili ma il regista inglese sopperisce con la cura del dettaglio (pur non amando le riprese per i trasparenti su autobus nel finale, girate dai tedeschi), l’impagabile schizzo ironico dei personaggi, una suspense D.O.C. e la credibilità dell’intreccio, nonostante paradossi e stranezze. Non raggiunge le vette dell’altro e più rinomato suo thriller spionistico, Intrigo Internazionale ma, nella tensione da Guerra Fredda, consegna almeno quattro brani notevoli: l’assassinio di Gromek nella fattoria, brutale, realistico, senza commento sonoro, insolitamente lungo (il beffardo Hitchcock voleva dimostrare al pubblico quanto fosse difficile uccidere un uomo); la scena al teatro di Berlino Est, con “Francesca da Rimini” di Tchaikovsky; il film-nel-film con la contessa Kutchiska di Lila Kedrova; l’inseguimento in autobus. Il film non ebbe lo stesso successo dei precedenti e rimarcò l’inizio di un periodo di crisi artistica per Hitchcock, presagito dai battibecchi con lo sceneggiatore, dal dissidio sul set con Paul Newman (che, seguace del “metodo”, non si accontentava di fare solo da pedina) e dalla rinuncia al motivo principale per cui era interessato al soggetto, il tema della fidanzata che pone l’amore al di sopra del proprio paese (non c’era sufficiente chimica fra Newman e Julie Andrews, imposta dalla produzione). Restò scontento anche della colonna sonora del fido Bernard Herrmann, che fece sostituire con quella di John Addison ponendo fine alla loro lunga collaborazione. Il titolo originale, più che al “sipario strappato” del titolo italiano, fa riferimento alla Cortina di Ferro (Iron curtain).