Commedia

IL SEGRETO DI SANTA VITTORIA

Titolo OriginaleThe secret of Santa Vittoria
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1969
Genere
Durata139'
Tratto dadal romanzo di Robert Crichton

TRAMA

Appena spodestato Mussolini, al paesino di Santa Vittoria temono che i tedeschi requisiscano il loro prezioso vino custodito in un milione di bottiglie. Lo nascondono in una grotta, dopo aver nominato sindaco l’ubriacone Bombolini.

RECENSIONI

In una seconda fase della sua carriera, Stanley Kramer tentò di affrontare, sotto la patina della commedia, i temi seri che da sempre l’avevano contraddistinto, stringendo sodalizio (anche) con lo sceneggiatore William Rose (Indovina Chi Viene a Cena?): per questo delizioso racconto (tratto da Robert Crichton, quello de Il Grande Impostore, veterano della Seconda Guerra Mondiale) è venuto in Italia, ha mobilitato un intero paesino del Piemonte (che scena la catena umana dal paese alle grotte!) e, col consueto tocco non semplicistico o manicheo, ha tentato di descrivere prima lo sbando dopo la caduta del regime (Bombolini-Quinn credeva nel duce, ma ammette che andava peggiorando) poi, con acuto spirito di osservazione, i tratti peculiari dell’italianità, omaggiata non poco attraverso la sineddoche (il “paese” ha un bene da preservare e combatte contro il nemico) e l’interpretazione di uno spirito furbo ed opportunista, solo in apparenza sottomesso o ignorante (l’opera ha molti punti di contatto con Whisky a Volontà). Se ne accorgeranno i superbi tedeschi che prima la sottovalutano, poi non sanno far altro che passarla alle armi per ottenere ciò che vogliono (sempre distinguendo fra SS sanguinarie e caratteri più civili, come quello del capitano). Le parentesi di un film simpatico e molto lungo (cifra stilistica dell’indipendente Kramer) sono popolate da un amore interclassista (una contessa e un militare), audaci annotazioni sui primi pruriti sessuali (con Giannini che rivela i suoi gusti “maso”), un Rascel anarchico grillo-parlante e molti battibecchi fra moglie e marito Magnani - Quinn (di nuovo insieme dopo Selvaggio è il Vento): la prima è la classica donna che porta i pantaloni, il secondo è un bifolco che si educa alla politica con “Il Principe” di Machiavelli. Favolosa la sequenza in cui, “per caso”, vengono offerti come vittime sacrificali ai tedeschi due fascisti. Umorismo intelligente, quello che mancava al simile (un oggetto simbolo della Resistenza, la Storia spettacolarizzata, il protagonismo della gente comune) Orgoglio e Passione.