Thriller

IL RICATTO

Titolo OriginaleGrand Piano
NazioneSpagna
Anno Produzione2013
Genere
Durata90'
Sceneggiatura
Fotografia
Scenografia

TRAMA

“Suona una nota sbagliata e morirai” è il messaggio che un giovane e talentuoso pianista, ritiratosi dalle scene da anni a causa di un attacco di fobia da palcoscenico, trova scritto sul suo spartito nel momento in cui si appresta a cominciare il concerto che segnerà il suo attesissimo ritorno sulla scena musicale.

RECENSIONI

Tentare l'esercizio, rifacendo DePalma che applica la grammatica hitchcokiana, non è una passeggiata: Mira ci prova, e lo fa capire fin dall’inizio, con quel piano sequenza che segna i titoli e che suona come un programma. Se la concentrazione dell’azione nell’unica unità di luogo (il teatro in cui si esibisce il giovane prodigio, il pianista protagonista) fa moltissimo Omicidio in diretta, la circostanza che lega il possibile omicidio al concerto, mentre l’orchestra suona, è puro L’uomo che sapeva troppo di Hitch. Ma, appunto, stabilito questo, riconosciuto che le figure ricalcano certi fantasmi tipici del maestro (Femme fatale spunta da dietro l’angolo), accertato che la sciatteria dei dialoghi e la caratterizzazione grossolana e un po’ volgare dei personaggi di contorno sono ancora un modo di avvicinarsi al paradigma e di applicarlo con pedissequa devozione, non si va oltre. Il copione è risibile, il dialogo a distanza tra il giovane pianista e il suo persecutore (il cuore dell'idea) talmente logorroico e macchinoso da porsi in piena antitesi con la suspense che si vorrebbe creare. Rimane l’operazione estetica: un bel piano sequenza, qualche plongée, montaggi alternati come piovesse, uno split-screen che si rivela all’improvviso (bravo, dai), il divertente montaggio parallelo tra la lama che taglia la gola e l’archetto che scivola sulle corde del violoncello. Per il resto il film è inconsistente (almeno quanto il mcguffin, buttato lì con una nonchalance che quasi lascia ammirati) e ha il solo merito di non tirare la storiella per le lunghe.
Vedremo come se la caverà il doppiaggio con la questione key - che vuol dire chiave, ma anche tasto del pianoforte, sinonimia che ingenera l’equivoco e la risoluzione tardiva dell’enigma (?) da parte del nostro protagonista, Elijah Wood, un attore finito se ne esiste uno -.