Biografico, Drammatico

IL PROFESSORE E IL PAZZO

Titolo OriginaleThe Professor and the Madman
NazioneIrlanda
Anno Produzione2019
Durata124'
Trattodal saggio biografico The Professor and the Madman di Simon Winchester
Fotografia
Scenografia

TRAMA

Dopo anni di stallo, nel 1879, la grande impresa di redazione dell’Oxford English Dictionary trovò nuova linfa, e vide più tardi la luce della pubblicazione grazie al lavoro infaticabile del professor James Murray e dei volontari di tutto il mondo a cui si era appellato, nella ricerca di individuare e spiegare ogni parola della lingua inglese. Tra questi, il più solerte e affidabile mittente di schede era un uomo che si firmava W.C. Minor, che Murray scoprì risiedere nel temibile manicomio di Broadmoor. Anni prima, infatti, vittima di una gravissima paranoia, Minor aveva ucciso per errore un passante, scambiandolo per il suo persecutore immaginario, e lasciando la moglie di lui vedova con sei figli da sfamare.

RECENSIONI

Per rendere appetibile e accattivante la vera storia della nascita dell'Oxford English Dictionary, primo fedele archivio del lessico inglese, Il professore e il pazzo punta tutto o quasi – nomen omen – sull'incontro fra due personaggi apparentemente agli antipodi: il dottor James Murray della Philological Society di Londra, figlio di un sarto e sapiente autodidatta, uomo pacato e profondamente religioso; e William Chester Minor, medico chirurgo segnato dagli orrori della guerra vissuti in prima linea, carattere febbrile e instabile. Attorno a loro si dà per valida, in buona sintesi, la versione romanzata contenuta nel saggio L'assassino più colto del mondo(scritto da Simon Winchester nel 1998), nonostante col passare degli anni sia stata ampiamente dimostrata la sua inesattezza. Ma il cinema, a suo modo, può ridisegnare la Storia, rendendola più morbida e diretta, senza sfociare per forza di cose nel falso o nell'ucronia. Da questo punto di vista, Il professore e il pazzo è un'opera estremamente bilanciata, scritta in bella e ordinata calligrafia e capace di rendere accettabili (anzi, funzionali) anche i passaggi al sapore di stucco (soprattutto nella seconda metà, quando per iniziare a tirare le somme ci si abbandona all'ampia retorica e a scambi di battute che difficilmente immaginiamo possano essere avvenuti nella realtà). Una pellicola voluta fortemente da Mel Gibson e affidata ad un'autore – l'iraniano P.B. Shemran, al secolo Farhad Safinia, già impegnato nello script di Apocalypto– che dietro la macchina da presa fa di tutto per sparire senza lasciare traccia di sé e di una propria impronta.

Non è un film di regia, Il professore e il pazzo, a meno che per regia non si intenda l'indubbio talento di rendere l'agiografia o il didascalismo un pregio, una tonalità che definisce la natura stessa e il registro dell'operazione. E non è neanche strettamente un film di sceneggiatura. È un film, semmai, di personaggi, sempre pedinati e sempre al centro dell'inquadratura: Murray/Mel Gibson e Minor/Sean Penn su tutti, nelle trasformazioni delle loro personalità; ma anche il compassionevole gendarme Muncie (Eddie Marsan) e la straziata vedova Eliza (Natalie Dormer). Queste importanti focalizzazioni sono la carta vincente del prodotto, il sotterfugio con cui si sopperisce all'inevitabile prevedibilità e al patetismo: da un lato relativizzano l'ambientazione ottocentesca, che diventa tanto superflua quanto universale e dunque attuale, adatta a qualunque tipo di pubblico e di palato; dall'altro favoriscono l'empatia e l'immedesimazione, restituendo in chi guarda l'idea di aver assistito a qualcosa di nobile e umano. Immersi in una insondabile messe di circostanze, il professor Murray e il pazzo Minor diventano intercambiabili e quasi coincidenti; il genio è sregolatezza, la fuga dalla convenzione porta all'evoluzione. E risulta piuttosto curioso come a veicolare questo messaggio sia un film che fa proprio della convenzione – estetica, narrativa, drammaturgica – la sua cifra fondante.