Commedia, Recensione

IL MONDO DI HORTEN

Titolo OriginaleO'Horten
NazioneNorvegia/Germania/Francia
Anno Produzione2007
Genere
Durata90'
Sceneggiatura
Scenografia

TRAMA

Il macchinista Odd Horten “festeggia” l’imminente pensionamento. E’ l’inizio di una serie di bizzarre avventure.

RECENSIONI

La fine di un viaggio, professionale e umano, raccontata "all'inverso": l'uscita da un ventre oscuro e rassicurante, fatto di abitudini e piccole manie, verso un "altrove" in cui tutte le regole sembrano, non dimenticate, ma deliberatamente rovesciate. La meticolosità, l'eleganza, la calma quasi disumana del protagonista resistono, imperturbati baluardi di un passato che si intuisce monotono, ma non infelice: la vita oltre la vita (perché quella del vecchio Horten è in fondo un'odissea post mortem, come indica il "suicidio" del prefinale) è identica e al tempo stesso agli antipodi dell'esistenza che l'ha preceduta, una bugia dalle gambe corte o, forse, una perfetta verità. Bent Hamer firma un'opera che mescola con ineccepibile equilibrio la vena melanconica e quella grottesca. Il sibillino script è uno scheletro sufficiente, quando è nelle mani di un regista (peraltro anche sceneggiatore) cui basta un totale per esprimere la superiorità e il distacco di Odd nei confronti del collega più giovane ed esuberante (la situazione sarà ribaltata nel finale "onirico"), un campo lungo per ribadire la solitudine e lo smarrimento del protagonista (la scalata all'appartemento della festa), la profondità di campo per sottolineare la fragilità e la forza di un rapporto (la visita alla madre). In realtà quasi ogni scena del film ospita frammenti di puro piacere squisitamente cinematografico, che nascono non solo dalla bellezza raggelata delle immagini, ma soprattutto dalla loro forza e concentrazione espressiva (ancora un esempio: la scena dell'aeroporto, con il particolare esilarante degli addetti alla torre di controllo armati di binocolo). Prosciugato di ogni enfasi, indifferente all'imperativo (altrove) categorico di narrare (o meglio ancora: riferire) storie compiute (e per giunta nei minimi dettagli), Il mondo di Horten riesce a essere quello che la maggior parte delle commedie vorrebbe e non può essere: una favola dolce e terribile, un apologo sorridente e per nulla consolatorio. Ovviamente il film arriva nelle nostre sale con due anni di ritardo.