TRAMA
1965. Heather, una giovane studentessa ribelle e trascurata, viene spedita dai genitori in un collegio di sole donne immerso nei boschi. Controllata a vista dalla perfida direttrice Ms. Traverse, Heather è tormentata anche dalle sue compagne, e si dispera per tornare a casa. Ma quando le studentesse cominciano a scomparire nei boschi, e lei comincia ad avere visioni orribili, Heather capirà che in quel collegio le situazioni non sono quelle che sembrano.
RECENSIONI
Segreti nel bosco
Una severa scuola immersa nel buio del bosco. Una inflessibile direttrice con più di un segreto. Un corpo insegnanti da far invidia ai più grevi romanzi di formazione. Innocenti ragazzine che scompaiono misteriosamente. Lo statunitense Lucky McKee unisce suggestioni argentiane, evocando "Suspiria", con l'intreccio inesplicabile della natura, fondamento di "Picnic ad Hanging Rock" di Peter Weir. Se l'aspetto visivo, grazie anche a un'accurata scenografia che trasforma le enormi stanze circolari di un'antica dimora in improbabili dormitori, pur senza strafare, funziona a dovere, ancora una volta sono le carenze narrative ad affondare il progetto, già sulla carta assai usurato. La sceneggiatura è infatti una sciapa rimasticatura di cliché, che vengono riproposti in modo piatto e poco strutturato: c'è la bella e antipatica, la bruttina e timorata, la mamma arpia, il papà assente, la professoressa con il tic (variante banale ma spassosa), la preside di ghiaccio, il poliziotto tontolone, il cibo avvelenato, il sogno premonitore, la visione, la corsa nel bosco; oltre alla protagonista ribelle ma, chissà perché, dotata di rara sensibilità ultraterrena. Al di là dell'abuso di stereotipi (e di rumorosi stacchi sonori), ciò che proprio non funziona è l'andamento esageratamente lineare del racconto, con tutti i sospetti che finiscono per rivelarsi prevedibilmente fondati. In pratica non c'e nulla da scoprire che non sia già palese dopo i titoli di testa. Non convince nemmeno la gestione corale della vicenda, con troppi personaggi privi di spessore e penalizzati da caratterizzazioni perlopiù schematiche. Colpisce, ad esempio, l'ingiustificata assenza di cameratismo tra le fanciulle della scuola, per cui tutto accade senza che nessuno se ne stupisca più di tanto. Per tacere del fatto che un istituto scolastico come quello del film finirebbe in pochissimo tempo, vista la sequela di sparizioni e scontenti alla luce del sole, per perdere quel buon nome che è invece alla base del racconto. Tra le interpreti si distingue, più della costantemente imbronciata Agnes Bruckner, la sottovalutata Patricia Clarkson, attrice dalla forte presenza scenica dotata di un fascino magnetico fuori dal tempo.
