Avventura, Recensione

IL MISTERO DEI TRE CONTINENTI

Titolo OriginaleHerrin der welt – Teil I; Teil 2
NazioneGermania
Anno Produzione1960
Genere
Durata113’

TRAMA

Un’organizzazione internazionale, capeggiata da una donna, rapisce uno scienziato per carpirgli la formula per la reazione termonucleare. Lo cercano la polizia di tutta Europa in tre continenti.

RECENSIONI

Questo rifacimento della saga in otto (o quattro, secondo le edizioni) parti La Padrona del Mondo di Joe May (1919) può sconcertare se si conoscono altre opere di William Dieterle: contiene sequenze dilettantesche degne di Ed Wood, come quando la spia chiama (e trova…) un taxi in una strada deserta o un tizio chiude inavvertitamente la porta in faccia all’intruso (sempre la spia), con la regia che finge che non l’abbia visto (ma è palese non sia così). Ai limiti del trash anche la scena in cui Gino Cervi scrive la formula su di un foglietto rischiando che la trovino o quando l’avvocato scampa a un agguato e torna nel covo di chi voleva ucciderlo a chiedere i soldi. La co-produzione fra vari paesi europei (Germania, Italia, Francia), con interni in fintissimi studi berlinesi ed esterni a Cannes, Napoli, Svezia, Tailandia e Cambogia (gli unici due paesi, forse perché esotici, ben sfruttati cinematograficamente) è atta a garantire la presenza di un cast internazionale (Martha Hayer è una Grace Kelly hitchcockiana) e a movimentare un soggetto di caccia all’uomo con fobia atomica banalissimo, sceneggiato e diretto senza cura di grossolane inverosimiglianze. Intreccio episodico (anche perché la versione italiana condensa quella tedesca uscita in due parti, da 98’ e 89’), senz’anima, girato con logiche e modi sorpassati.