TRAMA
Di giorno e di notte, col buono e il cattivo tempo, Jean-Pierre Werner percorre le strade sterrate di campagna per raggiungere i suoi pazienti. Medico devoto alla professione e ai piccoli o grandi malati della sua comunità rurale, gli viene diagnosticato un cancro al cervello e consigliato di trovare alla svelta un assistente. Reticente ad affidare i suoi pazienti a terzi, Jean-Pierre accetta controvoglia l’aiuto di Nathalie…
RECENSIONI
Medico di campagna che ha archiviato la sua vita privata (divorziato, con un figlio che studia in città), Jean-Pierre vive il suo lavoro come una missione, una ragione di vita, tanto da non volervi rinunciare neanche quando sa che potrebbe morirne. L’arrivo in suo aiuto di Nathalie, una ex infermiera divenuta dottoressa tardivamente, lo vive quindi con disappunto e disagio, questa novità recando con sé anche la necessità di prendere atto della sua situazione di debolezza e di un’esigenza di cambiamento. La scrittura, molto attenta al dettaglio e di buona tenuta, lascia solo intuire la presenza di pregiudizio e sessismo - tra le pieghe degli avvenimenti (le reazioni dei residenti nei confronti della nuova arrivata) e nell’atteggiamento dello stesso protagonista - senza mai arrivare a sottolinearli, facendoli trasparire fra le maglie della commedia romantica (i dispetti, le discussioni, gli avvicinamenti e i rapidi distanziamenti tra i due protagonisti). Di fronte all’incognita della malattia, peraltro, l'innamoramento e la relazione diventano ipotesi paventate, ma irrealizzabili: solo nel finale, col conclamato regredire del male, l’amore si presenta come una concreta possibilità. Film garbato e minimalista, con ambizioni sociologiche (il contesto è reale, come le persone che lo abitano) e una punta di impegno politico (la situazione della campagna, il ruolo delle istituzioni), attraverso il ritratto del suo protagonista delinea con semplicità e precisione i confini di un mondo, ne evidenzia le caratteristiche, disegna un’umanità e un credibile catalogo di caratteri.
