TRAMA
Ex diva del cabaret inglese trapiantata in Australia è l’amore e il terrore dei due figli, in particolare del più giovane, neofidanzato. Come andrà a finire? Come immaginate.
RECENSIONI
Per una volta il titolo italiano rende giustizia al film più di quello originale: Clubland ha lo spessore di una barzelletta raccontata per la sessantesima volta, e diverte in eguale misura. Lasciate perdere i paragoni con illustri precedenti dei filoni "mamme terribili" o "dive in crisi": Brenda Blethyn, per quanto impegno possa metterci, ha poco o nulla di Bette Davis e assolutamente nulla di Gloria Swanson, ma non è certo tutta sua la colpa della noia che emana dallo schermo. Il filmetto scorre piatto, prevedibile, in una parola televisivo: la sceneggiatura si perde in verbosi monologhi (ulteriormente infiacchiti dal doppiaggio) e si accontenta di abbozzare figurine variamente piacevoli (il cantante fallito/guardia giurata, il Divo marpione, un paio di amiche-confidenti che servono solo ad allungare il brodo), mentre la regia conduce con mano svogliata il tour nei luoghi chiave della commedia in salsa pseudobritish (villette a schiera, ribalte parrocchiali, problemi di salute, un funerale e un matrimonio), trovando un accenno di ideuzza solo nei bagliori fuori fuoco che fungono da raccordo fra una sequenza e l'altra. Meglio non commentare il pretes(tuos)o impaccio degli intermezzi erotici. Semplicemente sconfortante.
