Recensione, Western

IL MASSACRO DI FORT APACHE

Titolo OriginaleFort Apache
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1948
Genere
Durata127’

TRAMA

Al Fort Apache giunge un nuovo, rigido colonnello che proibisce alla figlia di frequentare un tenente che non è loro pari e sogna la gloria in battaglia contro Cochise che, invece, cerca la pace.

RECENSIONI

Primo capitolo, e il migliore, della trilogia fordiana sulla Cavalleria militare tratta dai racconti di James Warner Bellah (a seguire: I Cavalieri del Nord Ovest e Rio Bravo). Fra epica, senso dell’onore, differenti concezioni di valori, lealtà virile militare, purezza dell’amore, malsana gestione della disciplina e ragioni in contrasto di universo femminile e maschile, John Ford prende molto tempo, come suo uso, per la caratterizzazione (anche tragica) dei personaggi e per fare commedia, mettendo sul campo una generosa gamma di riflessioni e registri. Un Henry Fonda che non sorride mai, interpreta con coraggio un ruolo scomodo di snob, razzista e arrivista ufficiale, imbecille e/ma eroe alla Custer (con la sua Little Big Horn): Ford ha da dire la sua, a differenza del precedente La Storia del Generale Custer di Raoul Walsh (1941), su personaggi come lui, mettendolo a confronto con il tipo umano che invece rispetta, interpretato da John Wayne. Sorprende positivamente anche la prova di una cresciuta Shirley Temple, deliziosa per quanto è smorfiosa e peperina: ma a esaltare è l’anima pacifista di un’opera che, in tempi non sospetti, rispetta la cultura dei nativi americani e addita che li considera e tratta da selvaggi. Con un sorriso sarcastico, poi, Ford lascia alla Storia le sue leggende poco veritiere (il colonnello di Fonda, nel tempo, sarà considerato un eroe) e preferisce cantare i veri valori imperituri, quelli che si formano nella fratellanza degli uomini nell’esercito.