Animazione

IL GOBBO DI NOTRE DAME

Titolo OriginaleThe unchback of Notre Dame
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1996
Durata90’

TRAMA

XV secolo: tenuto nascosto nella cattedrale di Notre Dame, il gobbo campanaro Quasimodo conosce, innamorandosene, la bella zingara Esmeralda, il cui popolo è perseguitato proprio dal suo tutore, il Ministro della Giustizia.

RECENSIONI

La Disney (in realtà il suo distaccamento francese) affronta il capolavoro di Victor Hugo e, pur non rinunciando alla propria formula fra patetismi, buoni sentimenti e smancerie, ne rispetta alcuni temi, arrivando a disquisire anche (inaudito, per i suoi canoni) di desiderio sessuale, malato (il personaggio di Frollo, emblema della religione repressiva che identifica la Passione con il Diavolo) o sano che sia (Quasimodo, il Capo delle Guardie): oggetto del contendere una bellissima, demi mooriana Esmeralda, di cui i disegnatori non nascondono forme e sguardi erotici. Non per niente, la coppia di registi è la stessa de La Bella e la Bestia, opera che, per prima nella politica della Casa, aveva marcatamente sdoganato le componenti sensuali: ne replicano anche il protagonista “mostruoso” fuori e generoso dentro, per un’altra lezione sui pregiudizi nei confronti del diverso. Trousdale e Wise sono anche garanzia di un tipo d’animazione ”nobile”, estremamente curato e pittorico nei fondali (con uso massiccio del CGI nelle scene “di massa”), raffinato nei movimenti di macchina da presa (straordinari quelli che sfruttano l’altezza della cattedrale, giocando fra plongée ed effetti tridimensionali), alla ricerca di una precisa cifra stilistica, che non si esaurisca nel solo divertimento (i gargoyles animati) o sentimento: la parola d’ordine è, in questo caso, “Gotico” (più cupezza che solarità, più tragedia che commedia), mischiata a sprazzi folli da Corte dei Miracoli e a surreali, inquietanti visioni infernali (quelle di Frollo ossessionato dal peccato biblico, che ricordano Fantasia). La fisionomia di Quasimodo omaggia l’indimenticato Charles Laughton della versione live-action, Frollo ricorda molto Stewart Granger. Alan Menken passa dai canti gregoriani alle arie tzigane per un’opera molto “musical” che, da noi, ha richiesto l’apporto di doppiatori come Mietta, Massimo Ranieri e Neri per Caso.