TRAMA
Dopo che tre uomini hanno violentato sua figlia e ucciso sua moglie, Paul Kersey comprende che non ci sono speranze che la polizia catturi e punisca gli aggressori.
RECENSIONI
Ritorno all'ordine, alla legalità, alla disciplina. La borghesia trova in Paul il giusto mezzo reazionario per placare i fermenti della controcultura. Gli anni Settanta sono anche questo, la respinta dei nuovi valori, ritenuti minacciosi nella loro carica utopistica e destabilizzante, nella loro mistificazione secondo ideali deformati, brutalmente applicati da animali violenti, tossici, sessodipendenti. Stortura politica all'insegna del goffo macchiettismo, con una vena leggermente autoparodica che constata il delirio della realtà metropolitana e della totale insufficienza istituzionale. Non c'è modo migliore che assorbire 'l'epica passata' western, riattualizzandola in una giustizia fai-da-te, pronta ad invadere gli interstizi e le fantasie represse dell'opinione pubblica [1]. Un'eredità storica (la calibro 32 regalata a Paul da un acquirente dell'Arizona) riaccesa, forse meccanicamente, dallo spettacolo cowboy a Tucson , una sintesi diretta della vecchia etica americana: lo sceriffo preso in ostaggio e malmenato dai banditi, riesce comunque a imporre la propria Legge a suon di pallottole. L'emulazione fa il suo corso,. trovando un Giustiziere altolocato che seda la criminalità (e le minoranze), in un crescendo di violenza presto sfuggente il rancore di una vendetta personale. La violenza genera violenza e, anche quella degli strati più benestanti, rischia facilmente di sforare nell'anarchia, sempre con la tranquilla certezza che ci penserà il sistema a giustificarla. L'importanza de Il giustiziere della notte è da limitare alla sua contestualizzazione, perché, come oggetto filmico, si presenta piuttosto mal sviluppato. Sebbene costruito intorno ad una tensione constante, disarticolata, spudorata, dove stonature simboliche (l'incrociarsi tra le suore e i teppisti, i balzi dei temi musicali) e dissonanze plateali (il tramonto delle Hawaii con quello sanguinante e smog di New York) fomentano un clima decisamente delirante, di buchi ce ne sono ( a partire da un impagliato Charles Bronson), le problematiche sono appena abbozzate da una sceneggiatura piatta e risolta con frettolosità, che alterna il registro del grottesco senza controllo, lasciando sì un'ambiguità di fondo (per chi simpatizzare?), ma senza piglio, certo di una denuncia a tesi che accontenta entrambe le parti (ognuno ha le sue colpe).