TRAMA
Viene ucciso un telecronista con la stessa modalità dei crimini insoluti anni trenta ad opera del Dottor Mabuse. Intanto all’Hotel Luxor un miliardario, fabbricante di missili, salva un’aspirante suicida di cui s’innamora.
RECENSIONI
Dopo aver rifatto Il Sepolcro Indiano del suo periodo muto, Fritz Lang firma il terzo capitolo cinematografico di un altro suo successo di allora, che è anche il suo ultimo film. Il grande autore finisce come ha iniziato: con il Feuillade da film criminale (giallo, poliziesco) de I Ragni, con gusto per l’intrigo e per la complicazione narrativa, in universi che sono per metà veri e per metà fantastici, con l’immancabile elemento esoterico (qui una seduta telepatica). Per “aggiornarlo” è ricorso agli schermi voyeuristici dai mille occhi segreti (il titolo originale). La trama colma di avvenimenti e misteri ricorda Il Prigioniero del Terrore, mentre il tema dell’innamorato raggirato dalla donna e dal suo mentore fa pensare a La Strada Scarlatta.