
TRAMA
Medioevo: morto il suo cavaliere, lo scudiero William, aiutato da alcuni compari, prende il suo posto in segreto e s’innamora d’una nobile.
RECENSIONI
Le canzoni moderne vorrebbero gettare il film storico nella contemporaneità, come è stato a lungo di moda con le opere tratte da Shakespeare, ma il film non ha il coraggio di trasformarsi del tutto in un musical pop-rock o in commedia demenziale dove il Medioevo è reinventato nel/per il presente: prodotto, sceneggiato e diretto da Brian Helgeland, resta a metà via fra l’epica con amore ruffiano e il basico giovanilismo ammiccante con deformazione grottesca, pretendendo la sospensione di incredulità quando è il primo a non prendere sul serio personaggi e racconto. Dopo alcune buone prove poliziesche, compreso l’esordio nella regia con Payback, Helgeland pare tornare alla mediocrità del suo Nightmare 4, parimenti carente di fantasia e ricco di stereotipi: ispirato ad uno dei “Racconti di Canterbury” di Geoffrey Chaucer, il suo film è pacchiano, imbarazzante, privo di credibilità o cura storica. L’intento principale è la consueta retorica sull’uomo del volgo che non è da meno di quelli con il sangue blu, accompagnata dall’impianto spettacolare stile Rollerball in costume.
