TRAMA
Nelle Starliner Towers, un lussuoso complesso residenziale, un anziano scienziato aggredisce e uccide una giovane ragazza per poi togliersi la vita. Presto si scopre che uno strano parassita sta infettando tutti i residenti, liberandone gli istinti primordiali.
RECENSIONI
Shivers è veramente il primo film di David Cronenberg, da tutti i punti di vista. Dall’ironia sovra/sottotraccia, al tema delle mutazioni indotte dalla (bio)tecnologia (medica) passando per l’indagine sulle meccaniche psicologiche del desiderio sessuale, quasi tutto il Cronenberg che conta è già qui, fatto e finito. Ed è tutto già esplicitato in maniera fin troppo evidente, quasi ci fosse un’urgenza espressiva irrefrenabile, una sorta di ansia da esplicitazione che lo ha portato ad autodefinirsi (come) Autore già al primo colpo o quasi. L’incipit è beffardo, con quelle diapositive promozionali e la voce over che definisce le Starliner Towers (l’Arca di Noè, in italiano… mah) come un paradiso terrestre asettico e incontaminato, libero dalla delinquenza, dalla violenza e dall’immoralità. Poi le immagini iniziano a muoversi, irrompe il cinema (di Cronenberg) e alla seconda sequenza vediamo già un uomo anziano che, all’interno di quel paradiso, aggredisce una giovane ragazza vestita da scolaretta, la strangola, la spoglia, la sventra con un bisturi e le versa dentro quello che sembra un acido, per poi sgozzarsi con lo stesso bisturi.
Il film è di fatto un falso horror, alla maniera antonioniana del falso giallo, in cui alcuni stilemi e stereotipi del genere – la suspense, alcuni timidi jump scare, il sangue – sembrano presenti un po’ come concessioni dovute e un po’ guidati da intenti quasi parodici (a un certo punto sembra diventare uno Zombi Movie sgangherato quanto parzialmente ante-litteram – il precedente “forte” era il solo Night Of The Living Dead -). Certo, c’è un po’ di violenza grafica e ci sono delle creature ma la prima è tutto sommato trattenuta e confinata nel fuoricampo (sia filmico che profilmico) mentre le seconde non fanno nulla per nascondere il loro portato simbolico/concettuale (hanno evidenti fattezze falliche, con qualcosa di “scatologico” che le rende ancora più ripugnanti e grottesche in egual misura), così da disinnescare il grado zero horrorifico e saltare direttamente a quello metaforico.
A Cronenberg interessa decisamente altro dall’Orrore, e questo altro lo esplicita chiaramente, a (inequivocabili) parole, affidate soprattutto a due personaggi: il Dr. Rollo Linsky el’infermiera Forsythe. Il primo, di fatto, “spiega” la trama del film e ne enuclea il tema centrale: lo scienziato Hobbes (nome sicuramente non casuale) progetta di creare dei parassiti che una volta inoculati nel corpo umano ne diventino dei nuovi organi interni e, più nello specifico, ne ha ideato uno in grado di far recuperare all’uomo i propri istinti primordiali, bypassando l’eccessiva cerebralità dalla quale, a suo dire/pensare, saremmo ormai irrimediabilmente afflitti. Inutile anche stare a puntualizzare quanto tutto questo discorso sia cronenberghiano fino all’esemplare e quanto questi temi torneranno nella sua filmografia, a partire dall’immediatamente successivo Rabid fino ad arrivare a Crimes Of The Future (2022). Ugualmente, se non maggiormente, significativo è il racconto del sogno erotico dell’Infermiera Forsythe, che enuclea a chiar(issim)e lettere una declinazione psicanalitica e, di nuovo, cronenberghiana della sessualità (vedi Crash su tutti, ma non solo, ovviamente), in base alla quale tutto è erotico: la parola, il respiro, la pelle cadente di un anziano fino ad arrivare alla morte.
Shivers (o The Parasite Murders, il film è accreditato con diversi titoli originali) è infine un film apocalittico nel quale, però, l’apocalisse sembra inevitabile quanto fluida, finanche desiderabile: quando i residenti/infetti delle Starliner Towers abbandonano il complesso residenziale, infatti, non lo fanno da invasati dispensatori di caos, non si riversano nelle strade come un’orda romeriana, che è forse quello che ci saremmo aspettati, ma a bordo delle loro auto, sereni e riconciliati, pienamente e felicemente mutati, pronti a diffondere il virus della nuova carne [e della nuova, libera(ta) carnalità] in tutto il mondo.