Recensione, Thriller

IL CASTELLO DI CARTE

Titolo OriginaleHouse of cards
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1968
Genere
Durata105’
Tratto dada Stanley Ellin

TRAMA

Reno Davis, pugile a Parigi con scarso successo, si fa assumere come tutore di un bambino da una ricca famiglia locale. La madre è sotto psicofarmaci ed è vessata da una famiglia che, segretamente, ordisce un colpo di stato di destra. Reno viene visto come una minaccia: lo incastrano con l’accusa di un omicidio.

RECENSIONI

Il soggetto, tratto da un romanzo di Stanley Ellin (La Grande Notte, A Doppia Mandata), non è male e, almeno all’inizio, il film promette situazioni pittoresche (il bambino che spara a Peppard, ad esempio) e personaggi sopra le righe da opera grottesca/feroce (questa famiglia di esaltati fuori dal tempo…): purtroppo la messinscena rivela presto la propria natura grossolana, con cattivi fumettistici, interazione dei personaggi dotata di dialoghi risibili e impalcatura scontata da “solo contro tutti”, ricalcando (al solito) Il Club dei 39 di Hitchcock. Guillermin, artigiano “basic” a volte efficace (si pensi a La Caduta delle Aquile, sempre con George Peppard), non era il regista adatto per ricamare sofisticatezze sui toni e i caratteri: infatti si limita alle dinamiche veloci e ai numerosi cambi di set che, per lo meno, distraggono da tante idee (il bagno nella Fontana di Trevi per rubare le monetine, lo scambio al Colosseo…) vanificate dal pressapochismo. Non sarà un caso che gli sceneggiatori Harriet Frank jr. e Irving Ravetch, da sempre autori d’opere di intrattenimento con messaggi impegnati, hanno firmato dietro pseudonimo (James P. Bonner).