Animazione, Recensione

IL CANE E IL SUO GENERALE

Titolo OriginaleLe chien, le général et les oiseaux
NazioneFrancia
Anno Produzione2003
Durata72'
Sceneggiatura
Scenografia

TRAMA

Un anziano generale russo decide di adottare uno spassosissimo cane a cui dà un nome insolito: Bonaparte.

RECENSIONI

Un testo di Tonino Guerra, i disegni di Serguei Barkhin, la regia di Francis Nielsen, la voce narrante di Philippe Noiret, per una favola esile esile adatta probabilmente ai più piccini, anche se l'animazione ricorda, con squarci di inquietudine, la cupezza di alcuni cartoni animati programmati nei sabati sera degli anni settanta sulla Tv Svizzera con il titolo "Scacciapensieri". La storia è ambientata nella Russia del 1836 ed è incentrata sul senso di colpa di un ormai vecchio generale russo che, per fermare l'avanzata di Napoleone, fece bruciare Mosca dando fuoco a migliaia di uccelli e cavalli. Nella solitudine della vecchiaia, trascorsa a San Pietroburgo, il generale viene giornalmente preso di mira dai volatili della città, che lo utilizzano come bersaglio delle loro defecazioni. Raggiunta l'età della ragione, si fatica a credere alle virate buoniste della sceneggiatura e la trama edificante rischia di essere interpretata come l'ennesima nonnificazione di un vecchiaccio egoista che, per rimuovere un senso di colpa, mobilita, senza scrupolo alcuno, un'intera città. Nella vita reale nessuno se lo sarebbe fumato (manco il cane Napoleone), nel cartone animato trova pure il benestare dello zar. Ma, si sa, le favole hanno ben poco a che vedere con la concretezza del quotidiano, anzi, cercano di racchiuderlo tra parentesi, magari per ritornarci con maggiore serenità. Peccato che nel pacchetto sia inclusa una facile lezioncina sul valore della libertà. Di grande fascino, comunque, i fondali: anti-realistici ed evocativi. Bella, nella sua essenzialità, la prima gita nella campagna ghiacciata sulla carrozza-slitta.