Fantasy, Recensione

IL CACCIATORE E LA REGINA DI GHIACCIO

TRAMA

La temibile regina Ravenna ha una sorella, l’algida Freya, che ha il potere di ghiacciare ogni cosa. Nel suo regno l’amore è bandito ma i suoi due guerrieri più validi, Eric e Sara, contravvengono alla regola e perciò vengono ingannati e puniti. Lo specchio delle Brame potrebbe riportare in vita Ravenna e tutti lo cercano: Freya per ritrovare la sorella, Eric e Sara per impedire al male di trionfare. Biancaneve, intanto, se la dorme.

RECENSIONI

In principio fu Biancaneve e il cacciatore, maldestro tentativo di rivisitare in chiave dark la favola dei fratelli Grimm prima di scoprire che il classico funziona benissimo (vedi il successo di Cenerentola e Il libro della giungla), soprattutto se non si hanno idee per sostenere l'aggiornamento ai tempi e ci si limita a saccheggiare un immaginario consolidato (Il Signore degli anelli e la saga televisiva Game of Thrones in primis). Se del film di Rupert Sanders si ricorda soprattutto la rottura del matrimonio del regista per una relazione con la protagonista Kristen Stewart, significa che qualcosa non ha funzionato. Nonostante un pessimo riscontro critico il pubblico è comunque accorso in massa e un incasso di 400 milioni di dollari deve avere convinto la Universal della validità di un secondo capitolo. A tenere le fila del progetto subentra Cedric Nicolas-Troyan, al suo debutto come regista, che per Biancaneve e il cacciatore era stato candidato all'Oscar per gli effetti speciali. Il risultato, purtroppo, continua ad arrancare rimasticando in modo impersonale il fantasy contemporaneo. Forte di un budget di 115 milioni di dollari il film punta tutto sulla spettacolarità dell'impianto visivo e sul cast all star, ma nulla può contro l'insensatezza dello script e la mancanza di organicità dell'insieme.

In parte prequel, ma anche sequel, più propriamente spin-off, finisce infatti per non andare a parare da nessuna parte, continua a pescare a piene mani dal noto, contamina il racconto con un imbarazzante plagio di Frozen, ricalcando la new entry Freya sulla principessa Elsa, e affianca all’insulso Cacciatore la guerriera Sara, pensando probabilmente che, in assenza di Biancaneve (tolta bruscamente di mezzo), un’alternativa al girl power in versione Katniss / Hunger Games non può guastare. Il lato sdrammatizzante si concentra su due nanetti bruttarelli che trovano corrispondenza affettiva in due nanette bruttarelle, nella solita, insopportabile, equazione hollywoodiana che vuole i belli meritare i belli e i racchi accontentarsi gaudenti delle racchie. I battibecchi tra di loro e le baruffe sentimentali dei personaggi, su cui la sceneggiatura insiste molto, non smuovono, però, nemmeno un sorriso e si devono con tutta probabilità alla scrittura poco fine di Craig Mazin (al suo attivo Scary Movie 3 e 4 e Una notte da leoni 2 e 3). Non va meglio il lato drammatico, con svolte e colpi di scena sempre prevedibili e all’insegna del ridicolo e i soliti malefìci potentissimi debellati a suon di sberloni. Inutilmente truce e baracconesco, con scene di azione che fanno più che altro rumore e un abuso di computer grafica solo a tratti efficace (la fluidità dello specchio umanizzato continua a colpire), il film procede per accumulo arrivando stancamente a un trionfo dell’amore in cui tutti passano, in un baleno, dallo sgomento alla gioia e prillano felici e contenti. Gli attori sono meglio dei personaggi che interpretano, anche Jessica Chastain nonostante sia decisamente fuori parte, ad eccezione di Chris Hemsworth che si limita a bamboleggiare.