Fantasy, Recensione

IL CACCIATORE DI GIGANTI

Titolo OriginaleJack the giant slayer
NazioneU.S.A.
Anno Produzione2013
Genere
Durata114’

TRAMA

Jack è un contadino che salva la principessa da alcuni brutti ceffi. Uno dei fagioli magici che un monaco gli ha affidato prende acqua, cresce in modo abnorme e porta in alto la principessa, nel regno dei crudeli giganti.

RECENSIONI

Dopo esordi anomali se non autorali (Public Access, I Soliti Sospetti, persino L’Allievo), Bryan Singer ha optato per una carriera “superomistica” e mainstream privilegiando testi che, però, lambissero un tema, un personaggio o un presupposto figlio di una poetica personale: in questo caso, dandosi alla fiaba rivolta principalmente agli infanti, spegne del tutto il cervello, seguace di una sceneggiatura (invischiato anche il sodale Christopher McQuarrie) puerile, stereotipata e piatta, qualunquista nel disegno dei personaggi, nell’inventare le situazioni, nei dialoghi, nel concatenamento prevedibile degli eventi. L’opera possiede l’insopportabile pulizia estetica della faccia gaia-buonista-ingenua del protagonista Nicholas Hoult, le scene più cruente sono off e i giganti sono al contempo temibili e Shrekiani (in comune uno degli sceneggiatori). Non fosse per gli effetti speciali della Third Floor, che con il motion capture dona vita ad energumeni affascinanti per facce rugose e pelose, sembrerebbe di trovarsi di fronte ad un episodio del serial Merlin (2008), con cui il film condivide l’impronta solare e la superficialità digestiva del racconto (che mescola ‘Jack e il fagiolo magico’ e ‘Jack l’ammazzagiganti’). È apprezzabile non aver ceduto alla moda da Photoshop inaugurata da Alice in Wonderland (si gira nel Surrey inglese) ma Singer dimentica di alimentare la vena dark e non sa offrire villain di peso (oltremodo risaputo quello di Stanley Tucci; funziona poco anche il generale dei giganti di Bill Nighy). In confronto, L’Ammazzagiganti di Nathan Juran è un capolavoro.