
I CASI DEL QUARTO TRIMESTRE
Il trimestre meno affollato della stagione ha soprattutto film mainstream. Il cinema italiano e quello d’essai sono andati, se non in vacanza, comunque lontano dagli schermi. Ma entriamo nel dettaglio e vediamo i casi che, come al solito, nel bene e nel male si sono distinti maggiormente tra maggio e luglio 2019. Ricordo che gli incassi sono calcolati ove possibile al 31 luglio 2019, ove non possibile alla data più vicina.
I film sono ordinati in base alla data di uscita; a parità di data l’ordine è alfabetico.
STANLIO E OLLIO (data di uscita 1 maggio 2019 – incasso € 2.128.097)
Poteva essere uno dei film della stagione dei premi, invece il biopic sul celebre duo comico Stanlio e Ollio è passato abbastanza nell’indifferenza generale nonostante le buone recensioni, un genere apprezzato dai palmares e la prima al London Film Festival. Si deve quindi accontentare di una candidatura ai Golden Globe per John C. Reilly che però resta a bocca asciutta. Forse è la sua natura indipendente a penalizzarlo, ma sono tanti i film indipendenti che invece hanno raggiunto l’Oscar (pensiamo al caso, clamoroso, di Moonlight). Sta di fatto che in U.S.A. arriva in 754 sale per un incasso di 5,4 milioni di dollari mentre gli altri mercati aggiungono 21 milioni di dollari. Quello italiano è il miglior risultato al mondo dopo Gran Bretagna (13,6 milioni di dollari) e States. Il merito è soprattutto del sostegno della Lucky Red che dimostra di credere nel film e lo fa uscire in 470 sale. Andamento abbastanza classico, ma solido, con tre settimane in top-10 prima di scendere nelle retrovie.
POKÉMON DETECTIVE PIKACHU (data di uscita 9 maggio 2019 – incasso € 5.200.583)
Pareva impossibile accadesse così presto, invece è bastato questo pasticcio frastornante, co-produzione tra Giappone e Stati Uniti, per scalzare dal podio del box-office Avengers: Endgame dopo appena due settimane. Del resto i Pokemon sono un media franchise molto popolare. La Pokémon Company, società affiliata alla Nintendo incentrata sulle creature immaginarie che gli umani possono far combattere tra loro, ha dichiarato nel novembre del 2017 che le vendite dei videogiochi hanno raggiunto i 300 milioni di unità. Il film può quindi contare su una fan base enorme e l’idea di sfruttare il brand anche al cinema si rivela commercialmente geniale. Con un budget considerevole (150 milioni di dollari) il film ottiene buoni risultati ovunque con punte negli States (143,8 milioni di dollari), in Cina (92,5 milioni di dollari) e in Giappone (27 milioni di dollari). Totale globale di 431,1 milioni di dollari su cui i mercati extra-americani incidono nella misura del 66,6%. La sicurezza di avere un prodotto forte spinge la Legendary Pictures, produttrice del film, ad annunciare un sequel addirittura quattro mesi prima dell’uscita del lungometraggio nelle sale. Insomma, non è ancora finita. Ahimè!
JOHN WICK 3: PARABELLUM (data di uscita 16 maggio 2019 – incasso € 3.171.294)
John Wick o si ama o si odia. Sembrava impossibile, però, che potesse diventare un brand in grado di regalare una nuova vita professionale allo sgualcito ma sempre amato, e forse sempre amato proprio perché sgualcito, Keanu Reeves. E invece l’ennesimo revenge movie stiloso dove si picchia dall’inizio alla fine è diventato un fenomeno addirittura in crescita. Se John Wick nel 2014 ha infatti terminato lo sfruttamento commerciale con un incasso mondiale di 88,8 milioni di dollari (budget tra i 20 e i 30 milioni di dollari), John Wick – capitolo 2 ha raggiunto i 171,5 milioni di dollari worldwide e negli States è passato da 43 a 92 milioni di dollari (budget 40 milioni di dollari). Con la terza puntata aumenta il budget (75 milioni di dollari), le iperboli diventano ancora più eccessive e il film sfonda definitivamente negli Stati Uniti (169,8 milioni di dollari) e incassa globalmente 319,1 milioni di dollari. Maggiore successo della serie anche in Italia dove la 01 Distribution fiuta la portata del fenomeno e mette a disposizione del film 458 sale. L’ottimo esordio, che scalza Pokemon Detective Pikachu dalla prima posizione, gli consente sufficiente carburante per restare in top-10 quattro settimane. È bastato un primo week-end U.S.A. da 56,8 milioni di dollari al primo posto perché la Lionsgate, produttrice del film, annunciasse il progetto di un quarto capitolo nelle sale dal 21/05/2021. Che dire, al botteghino non si comanda!
DOLOR Y GLORIA (data di uscita 17 maggio 2019 – incasso € 3.126.810)
Presentato in concorso al Festival di Cannes, dove il protagonista Antonio Banderas vince il Premio per l’Interpretazione Maschile, viene distribuito dalla Warner Bros nel nostro paese in concomitanza con il festival, infatti esce eccezionalmente di venerdì dopo la prima sulla Croisette per sfruttarne l’eco mediatica. Scelta ottima perché il film ottiene riscontri molto positivi e si crea quel circolo virtuoso che ogni distributore sogna. Il primo week-end, con un giorno in meno rispetto agli altri film, si posiziona terzo con una buona media per sala (€ 2.542 in 434 sale), dato che preannuncia una lunga vita commerciale. Resta infatti per 5 settimane in top-10 e fino alla fine di luglio, quindi addirittura 10 settimane, in top-20. Il film riconcilia Pedro Almodovar con il pubblico italiano dopo i fasti di Volver (7 milioni di euro), ultimo grande successo del regista spagnolo, e un progressivo calo di interesse cominciato con Gli abbracci spezzati (3,7 milioni di euro) e proseguito con i film successivi, La pelle che abito, Gli amanti passeggeri e Julieta, tutti intorno ai 2 milioni di euro (poco più o poco meno). In patria esce il 22 marzo e nel primo week-end debutta al secondo posto dietro a Captain Marvel alla sua terza settimana. L’incasso complessivo in Spagna è di 6,5 milioni di dollari. Negli Stati Uniti arriverà il 4 ottobre 2019 e già si parla di una possibile candidatura agli Oscar per Antonio Banderas. Finora, a sfruttamento ancora ben lungi dall’essere concluso, il film ha incassato 21 milioni di dollari.
IL TRADITORE (data di uscita 23 maggio 2019 – incasso € 4.549.124)
Unico titolo italiano in concorso al Festival di Cannes, resta a bocca asciutta sulla Croisette ma ottiene ottime recensioni e l’uscita nelle sale italiane in contemporanea con il festival lo premia con incassi sorprendenti. Nel primo week-end di programmazione è il film di cui si parla maggiormente, quello che racconta un pezzo di storia italiana, quello con Favino tanto bravo, quello che era al festival ed è piaciuto a tutti, quello che doveva vincere qualcosa ma sti francesi ci boicottano sempre. Una visibilità mediatica, accompagnata da un chiacchiericcio polemico sulla mancanza di riconoscimenti ufficiali. che lo premia con un secondo posto al box-office settimanale dopo l’imbattibile Aladdin e la seconda migliore media per sala della top-20 (€ 3.793). Ha molte meno sale di Dolor y Gloria (381 contro le 469 del film di Almodovar), ma lo doppia negli incassi (1,44 milioni di euro contro 711 mila euro). L’andamento è positivo per tutto il mese di giugno con ben 6 settimane in top-10, ma resta in top-20 fino alla fine di luglio. Caso raro, è stato distribuito e ha ottenuto risultati lusinghieri sia nelle monosale cittadine sia nei multiplex, di solito destinati a una programmazione più commerciale, segnale significativo della trasversalità del prodotto. È il maggior successo commerciale di Marco Bellocchio, non male per un regista ottantenne che ha fatto la storia del cinema italiano. E non è certo finita qui, perché durante l’estate il film continua la sua corsa in Italia, ma la notizia è che è stato venduto in ben 68 paesi. quindi la sua strada è solo all’inizio.
ROCKETMAN (data di uscita 29 maggio 2019 – incasso € 1.623.983)
Il trionfo di Bohemian Rhapsody ha sdoganato ufficialmente il biopic sulle star della musica, o comunque la celebrazione del mito musicale attraverso il cinema. Dopo il tributo ai Queen il primo ad arrivare è il musical biografico su Elton John. Pensavano tutti che non potesse raggiungere i livelli di Bohemian Rhapsody, soprattutto perché Elton John è ancora vivo e le sue celeberrime canzoni le possiamo ancora ascoltare dalla sua voce, ma le aspettative, visto anche il riscontro critico positivissimo dopo la prima mondiale Fuori Concorso al Festival di Cannes, erano comunque alte. A sfruttamento ormai concluso (manca all’appello solo il mercato giapponese in cui arriverà a fine agosto) l’incasso mondiale si è fermato a 187,4 milioni di dollari, sufficienti a coprire ampiamente il budget (40 milioni di dollari) ma un po’ deludenti alla luce dei 900 milioni di dollari incassati da Bohemian Rhapsody. Per il mercato italiano un termometro significativo delle aspettative disattese è sicuramente il numero delle sale in cui il film è arrivato. Debutta, infatti, in ben 506 schermi ma nel primo week-end non va oltre la quarta posizione con 602 mila euro, superato anche da Il traditore che ha quasi cento sale in meno. Nel resto del mondo raggiunge i 96 milioni di dollari negli U.S.A., in Gran Bretagna, patria di Elton John, incassa 28,2 milioni di dollari (è ottavo tra i maggiori incassi del 2019) e in Australia 13,6 milioni di dollari. Per il resto, però, è calma piatta.
GODZILLA II (data di uscita 30 maggio 2019 – incasso € 2.227.475)
L’idea è quella di rimpolpare il MonsterVerse, l’universo cinematografico condiviso nato dalla collaborazione tra Warner Bros e Legendary Pictures e incentrato sui mostri Godzilla e King Kong. È il terzo film della serie cominciata nel 2014 con Godzilla e proseguita nel 2017 con Kong: Skull Island. L’obiettivo è preparare lo spettatore all’arrivo di Godzilla vs. Kong previsto per marzo 2020. Il training prevede più di due ore di insensatezze assordanti dove le dimensioni paiono l’unica cosa che conta. Finora è sicuramente il punto più basso del Monsterverse e ne hanno risentito anche gli incassi. Se, infatti, Godzilla ha incassato globalmente 529 milioni di dollari e Kong: Skull Island 566,6 milioni di dollari, questo secondo capitolo, e trentacinquesimo film dedicato al celebre kaijū del cinema giapponese, si ferma a 385,3 milioni di dollari. È quindi appena in grado di rientrare dei costi, anche quelli monster (170 milioni di dollari). Se poi non ci fosse stata la Cina con i suoi 135,7 milioni di dollari, il flop sarebbe stato assicurato. Scelto per ravvivare la stagione estiva nel nostro paese, delude le aspettative anche da noi, a partire dal debutto in seconda posizione con poco più di un milione di euro con ben 503 sale a disposizione.
PETS 2 (data di uscita 6 giugno 2019 – incasso € 3.612.800)
Quando un film incassa 875 milioni di dollari, di cui 368,3 negli Stati Uniti, il sequel pare inevitabile, soprattutto se l’originale non è altro che una parata di personaggi buffi tenuta insieme da un’esile filo narrativo e riproporli con nuove gag pare tutto sommato abbastanza semplice. Il risultato, però, è alquanto sottotono, incapace di conquistare non solo il mercato italiano estivo, notoriamente pigro, ma nemmeno gli altri paesi. Rispetto al capostipite perde circa il 60% degli incassi. Parliamo sempre di cifre rassicuranti (333 milioni di dollari di cui 155 negli Stati Uniti), ma il sospetto che il capostipite abbia goduto del traino di un trailer irresistibile ma abbia deluso i più, soprattutto i genitori che accompagnavano i figli, diventa quasi una certezza. Il budget limitato rispetto a prodotti analoghi dei concorrenti, e punto di forza dei progetti Illumination, (80 milioni di dollari), consente un ritorno economico con il solo theatrical. Dimezza gli incassi anche la Cina che nel frattempo ha quasi raddoppiato il parco sale, il che la dice lunga sul gradimento non proprio alle stelle che si annida dietro ai numeri. Sicuramente l’uscita in agosto in alcuni mercati importanti (Francia, Corea del Sud, Messico, Spagna) consentirà al film ulteriori margini, ma il risultato fin qui conseguito è già indicativo di una formula che necessita di qualche ribilanciamento per mantenersi competitiva.
X-MEN: DARK PHOENIX (data di uscita 6 giugno 2019 – incasso € 2.598.403)
Prima di tutto un po’ di ordine. È il 12° film degli X-Men, ma quarto (e ultimo) della tetralogia prequel degli X-Men, oltre che sequel di X-Men – Apocalisse. Anche l’unico vero flop della saga, perché il budget si aggira intorno ai 200 milioni di euro, quindi avrebbe avuto bisogno di raggiungere almeno i 400 milioni di dollari globali per rientrare dei costi, mentre si è fermato a 252,2 milioni di dollari. Negli Stati Uniti incassa 65,6 milioni di dollari (unico della serie a non avere raggiungo i 100 milioni di dollari) e in nessun paese, Italia compresa (quindi non è colpa dell’estate), ha avuto risultati solo minimamente paragonabili con i predecessori. Anche in Cina, dove comunque ha incamerato 59 milioni di dollari, dimezza il risultato rispetto al precedente X-Men – Apocalisse. Se consideriamo che nel frattempo il parco sale cinese è notevolmente aumentato, capiamo che è proprio il lungometraggio a non avere funzionato. Come mai? Forse i fattori sono molteplici, ma il film appare un po’ una copia sbiadita dei precedenti senza molto carburante narrativo, tra l’altro Jean Grey / Fenice Nera finisce per non essere così interessante e la cattiva Jessica Chanstain dà vita ad alieni molto anonimi nelle loro basiche motivazioni. Insomma, un po’ un pasticcio, oggetto di vari rimaneggiamenti prima del rilascio definitivo che non sono però riusciti a salvare il film dal disastro commerciale. Ora che la Fox è stata acquisita dalla Disney gli X-Men, come annunciato al Comic-Con di San Diego nel panel dei Marvel Studios, godranno di nuova vita ed entreranno a far parte della grande, per non dire sterminata, famiglia degli Avengers. X-Men: Dark Phoenix segna quindi la fine di un’epoca, ma non la conclude nel migliore dei modi.
I MORTI NON MUOIONO (data di uscita 13 giugno 2019 – incasso € 577.113)
Jim Jarmusch non è mai stato un autore da grande pubblico, ma nel tempo la sua fama si è consolidata fino a uscire dalla nicchia dei fedelissimi per ricevere più che ragguardevoli risultati. Punto di svolta Ghost Dog – Il codice del samurai che ha ottenuto 9,4 milioni di dollari globali a fronte di un budget di 2 milioni di dollari. Il maggiore successo commerciale del regista è però Broken Flowers (46,7 milioni di dollari worldwide) grazie anche a un super cast (Bill Murray, Julie Delpy, Sharon Stone, Jeffrey Wright, Chloe Sevigny, Tilda Swinton) e a un premio importante ottenuto a Cannes (il Grand Prix Speciale della Giuria). Con I morti non muoiono Jarmusch allarga ulteriormente le sue potenzialità commerciali: il cast è ancora più sontuoso (Bill Murray, Adam Driver, Tilda Swinton, Chloe Sevigny, Steve Buscemi, Danny Glover, Iggy Pop, Tom Waits, Selena Gomez), il festival di Cannes lo onora con l’apertura e il genere (horror e relative parodie) apre spiragli al grande pubblico. Ottiene così l’uscita più ampia di sempre negli States (690 sale) ma il risultato non si distingue particolarmente, con un incasso di 6,5 milioni di dollari a cui si aggiungono 7,4 milioni di dollari dagli altri mercati. Tiepidi sia i riscontri critici che i giudizi del pubblico (su Rotten Tomatoes i primi si fermano al 54% e i secondi addirittura al 38%). In Italia ha la sfortuna di incappare nella prima vera e propria canicola (il debutto nel primo week-end è al quinto posto con 230 mila euro in 215 sale), ma nemmeno il passaparola lo premia, con una seconda settimana in discesa al settimo posto e una terza già fuori dalla top-10 al 13° posto.
LA BAMBOLA ASSASSINA (data di uscita 19 giugno 2019 – incasso € 655.816)
In tempi di revival di icone horror (vedi il grande successo di Halloween) e di tuffi negli anni ’80 (vedi il grande successo di Stranger Things) mancava all’appello la bambola Chucky, ispiratrice tra il 1988 e il 2017 di ben 7 film. Il reboot di Tom Holland omaggia il prototipo ma cambia alcune coordinate, scontenta il creatore del brand Don Mancini escluso dal progetto e limita l’entusiasmo dei fan, piuttosto tiepidi nei confronti del risultato (62% di recensioni positive su Rotten Tomatoes, punteggio di 47 su 100 su Metacritic e 6,2 voto su Imdb). Non brillano nemmeno gli incassi che si fermano a un totale mondiale di 42,3 milioni di dollari (di cui 29,2 dagli States). L’Italia punta sul titolo per ravvivare il mese di giugno, ma nonostante le 354 sale a disposizione in pochi, molti meno del previsto, rispondono all’appello e dopo un debole debutto in quarta posizione, la settimana successiva è già nono. Inevitabile la repentina scomparsa. Nonostante il sostanziale fallimento del progetto, il budget limitato (10 milioni di dollari) consente di limitare i danni.
NUREYEV – THE WHITE CROW (data di uscita 27 giugno 2019 – incasso € 718.268)
Finora l’acclamato attore Ralph Fiennes non ha lasciato un segno particolare come regista. Dopo Coriolanus e The Invisible Woman, per l’opera terza si cimenta con la biografia di Rudolf Nureyev. Progetto impegnativo, non molto amato dalla critica (68% di recensioni positive su Rotten Tomatoes e 54 su 100 il punteggio su Metacritic) e accolto tiepidamente anche dal pubblico (6,5 il voto su Imdb). Dopo la prima al Festival di Telluride il 31 agosto 2018 gira per vari festival (tra cui anche il Torino Film Festival) e comincia la sua vita nelle sale in Gran Bretagna a partire dal 22 marzo 2019 dove incassa 1,5 milioni di dollari. Negli U.S.A. arriva a fine aprile ma l’uscita è limited in 365 sale e incassa 1,8 milioni di dollari. In Italia lo sostiene la Eagle Pictures e raggiunge a fine giugno 260 sale. I primi veri caldi non lo aiutano, ma l’assenza di concorrenza d’essai sì, per cui riesce a reggere in top-20 per cinque settimane. L’incasso mondiale si ferma a 7,3 milioni di dollari. Manca ancora all’appello la Germania, dove arriverà a fine settembre, ma il mercato tedesco non sembra in grado di stravolgere il modesto risultato finora raggiunto.
TOY STORY 4 (data di uscita 26 giugno 2019 – incasso € 5.650.504)
È il giallo dell’estate: perché mai un film delizioso, animato magnificamente, visivamente stupefacente e con una narrazione appassionante dove la lacrima si incrocia non solo con il sorriso ma proprio con la risata, ha avuto nel nostro paese un successo così modesto? Ok, è uscito nel primo vero week-end estivo dopo un maggio autunnale e un inizio giugno variabile, ma il passaparola avrebbe dovuto creare un effetto contagio travolgente. E non dite “Ah l’estate è così!”. Toy Story 3, per cui si può scomodare la parola “capolavoro”, è uscito il 7 luglio 2010 ma ha incassato ben 13 milioni 687 mila euro. Forse non aveva alcuna concorrenza, mentre Pets 2 e Birba – Micio combinaguai si rivolgono a un target in parte simile (anche se Toy Story 4 è più trasversale). Sta di fatto che il riscontro in Italia è stato particolarmente sottotono. È calato anche in altri paesi, dato evidente dall’incidenza dei mercati extra-americani sul totale, passata dal 61,1% al 56,7%, ma da noi la caduta, superiore al 60%, è stata particolarmente verticale. Come mai? Probabilmente il marketing non è riuscito a rendere imperdibile l’appuntamento e ad attirare il target primario delle famiglie. Un primo week-end debole, come abbiamo sottolineato principalmente a causa del meteo, ha poi impedito il crearsi del necessario effetto contagio su una mole numerica importante. Poco influente, in ogni caso, il nostro incasso sui totali, comunque sorprendenti e arrivati nel mondo a 922,8 milioni di dollari a sfruttamento ancora in corso (e in agosto in grado di superare il miliardo di dollari). Per ora nessun Toy Story 5 è nell’aria, ma a Hollywood, come ovunque, mai dire mai. Il film sarà uno dei primi a essere distribuito nella nuova piattaforma di streaming Disney+ di imminente attivazione.
ANNABELLE 3 (data di uscita 3 luglio 2019 – incasso € 3.376.815)
La serie cinematografica The Conjuring, grazie a budget contenuti e incassi milionari, si è dimostrata una delle più redditizie di sempre, logico quindi che si cerchi di sfruttarla il più possibile, sia nei suoi componenti originari che nelle appendici. Da una parte quindi i demonologi Ed e Lorraine Warren (a settembre 2020 arriverà The Conjuring 3), dall’altra gli spin-off dedicati ai personaggi che la coppia ha incontrato nei vari film, perciò The Nun, La Llorona, nel 2020 pure L’uomo storto. Quella che però finora si è dimostrata la “costola” più remunerativa è sicuramente la bambola Annabelle. Il primo film ha mostrato un rapporto costi/benefici davvero invidiabile (budget 6,5 milioni di dollari a fronte di un incasso worldwide di 257 milioni di dollari). Il secondo capitolo, il prequel Annabelle 2, è andato addirittura meglio (budget di 15 milioni di dollari e incasso mondiale di 306,5 milioni di dollari). La terza puntata aumenta il budget (circa 30 milioni di dollari) e riduce gli incassi complessivi (220,5 milioni di dollari), ma il risultato è ancora decisamente fruttuoso. Al riguardo l’Italia si distingue in positivo. Se, infatti, Annabelle si era fermato a 2,6 milioni di euro, Annabelle 2 raggiunge i 3,4 milioni di euro, esattamente la stessa cifra del terzo capitolo che, quindi, regge meglio che altrove il peso della serialità (in U.S.A. Annabelle 2 aveva superato i 100 milioni di dollari, mentre la terza parte si è fermata a 72,5 milioni di dollari). Se continua così i coniugi Warren ne vedranno ancora delle belle!
SPIDER-MAN: FAR FROM HOME (data di uscita 10 luglio 2019 – incasso € 10.393.869)
Per il nostro mercato è il film salva estate. Se, infatti, la maggior parte dei titoli previsti per sfidare l’afa estiva ha deluso le lecite aspettative, Spider-Man conferma invece il suo appeal, da noi come ovunque. Di grande aiuto il fatto che raccolga ufficialmente l’eredità lasciata da Avengers: Endgame e concluda la “fase tre” del Marvel Cinematic Universe (è il 23° film della serie). Gli incassi sono strepitosi in tutto il mondo. In Italia non riesce per un soffio a scalzare Aquaman dalla decima posizione della top-10 stagionale (lo farà sommando gli incassi di agosto, quindi nella nuova stagione), ma domina incontrastato per tutta l’estate senza rivali; è uno dei pochi titoli che si dimostra immune al meteo anche per il mercato italiano: può nevicare o esserci il sole ma rientra tra quelli da non perdere. Ottimo l’andamento globale con un incasso totale di 1.102,8 milioni di dollari di cui solo il 34,2% dagli States (376,6 milioni di dollari) e il restante 65,8% dagli altri mercati, con numeri alti un po’ dappertutto ma sbalorditivi soprattutto in Cina (199,8 milioni di dollari). Ovviamente, viste le cifre da capogiro, non finisce qui. Sul futuro le uniche ombre sono negli accordi commerciali tra Disney e Sony per l’utilizzo dei diritti sul personaggio (infatti non lo distribuisce Disney ma Warner Bros e la situazione è molto ingarbugliata) ma si presume che un accordo, vista anche la centralità del personaggio nel post Avengers, si raggiungerà. Insomma, come sempre è questione di soldi, in questo caso tanti.
Escono entrambi il 9 maggio. Il primo ha dalla sua la vasta eco dei fan di Stephen King – anche se un po’ scettici per il reboot di un ormai classico della letteratura horror subito bollato come non necessaria operazione esclusivamente commerciale – e una distribuzione in 359 sale. Il secondo punta tutto sulla notorietà del serial killer che dà il titolo al film e sul target adolescenziale a cui Zac Efron inevitabilmente rimanda (nonostante stia facendo il possibile per crescere e uscire dal cliché in cui è rinchiuso) e arriva in 286 sale. La sfida sembra subito impari, visto lo stesso target di riferimento, e destinata a vedere il film mainstream (Pet Sematary) schiacciare quello indipendente (Ted Bundy), invece, almeno nel nostro paese, è andata diversamente. Se infatti l’horror tratto da King viene rapidamente bocciato dal pubblico (la seconda settimana dimezza gli incassi e la terza è già fuori dalla top-10), Ted Bundy, grazie anche al sostegno di Notorius, mostra un riscontro inaspettato e regge meglio sulla lunga distanza. La sfida si conclude quindi con 1,36 milioni di euro per Ted Bundy contro 1,11 milioni di euro per Pet Sematary. A livello internazionale è andata diversamente: Pet Sematary incassa globalmente 112,3 milioni di dollari, di cui la metà in patria, a fronte di un budget di 21 milioni di dollari, mentre Ted Bundy, dopo la prima al Sundance, arriva in U.S.A. direttamente su Netflix (che paga i diritti 9 milioni di dollari) e raggiunge anche altri mercati importanti (tra cui Spagna, Francia, Australia e Germania) direttamente in streaming o dvd, e dal theatrical limita gli introiti a 4,2 milioni di dollari. Probabilmente una politica distributiva differente avrebbe potuto invertire i risultati anche worldwide. Il riscontro critico negativo non ha aiutato nessuno dei due film e per Ted Bundy probabilmente nemmeno il titolo originale con cui è stato distribuito in molti paesi (Extremely Wicked, Shockingly Evil and Vile) che fa riferimento a un passaggio della sentenza del giudice che ha condannato il serial killer alla pena di morte, scelta pertinente ma anche poco catching.
IL PUNTO SU NETFLIX
Il colosso americano dello streaming, amato, odiato, imitato, combattuto, nell’ultimo trimestre della stagione fa parlare molto di sé con il susseguirsi di notizie eclatanti e contraddittorie. Ricordiamo come sempre che non esistono rilevazioni ufficiali dei dati, ma è lo stesso Netflix che dichiara quanti utenti hanno cliccato sulla sua piattaforma. Dichiarazioni, come abbiamo già avuto modo di ribadire in questa rubrica, assai sensazionalistiche. Ecco quindi i 30 milioni di account che hanno visto Murder Mystery nei primi tre giorni di lancio, la commedia giallo-rosa con Jennifer Aniston e Adam Sandler che si configura soprattutto come viaggio tra location suggestive (Italia con il Lago di Como inclusa) senza particolari guizzi. Considerando, stando bassi, un biglietto medio a 6 dollari, verrebbe un incasso, se fosse stato distribuito nelle sale, da 180 milioni di dollari; incasso che nel primo week-end non avrebbe presumibilmente mai ottenuto.
Arriva poi la notizia che Triple Frontier, l’action dal super cast (Ben Affleck, Oscar Isaac, Charlie Hunnam) lanciato in dicembre, non è quel super successo che si pensava (lo avrebbero visto 52 milioni di account) ma, anzi, è un vero e proprio flop. Pare che tale consapevolezza derivi da un mix di costi elevati (115 milioni di dollari) e recensioni tiepide. In realtà la notizia, riportata da più media, non pare avere il minimo senso: 52 milioni di click corrispondono a più di 300 milioni di dollari se il film fosse uscito nelle sale e le recensioni non sono poi così negative (72% di recensioni positive su Rotten Tomatoes e 6,38 il voto su Metacritic, mentre il pubblico su IMDB decreta un 6,5 che è poi il giusto voto al film). Più probabile che Netflix, per restare sul mercato vista l’assenza di pubblicità e le entrate derivanti unicamente dagli abbonamenti, debba decidere, anche in vista della imminente concorrenza di nuove piattaforme (Apple, Disney e AT&T su tutte), di rivedere la propria politica di investimenti facendo scelte più oculate e meno dispendiose. I 150 milioni di dollari di Scorsese e del suo The Irishman (che aprirà il New York Film Festival) sono ormai cosa fatta, ma potrebbe trattarsi di uno degli ultimi film Netflix con un budget così elevato.
La notizia del trimestre è però che Netflix arriva al 30 giugno 2019 con 2,7 milioni di abbonati in più. Paiono dati soddisfacenti, ma non c’è affatto da festeggiare visto che le previsioni erano di un numero intorno ai cinque milioni. Ancor peggio se si considera la perdita di 130.000 abbonati negli Stati Uniti causa rincaro dei prezzi e programmazione non vincente. Tutto ciò basta a far perdere al colosso dello streaming fino al 12% in Borsa in una sola giornata e a gettare ombre sul futuro. Intanto gli analisti continuano a prevedere una seconda metà dell’anno positiva. Vedremo cosa succederà. Certo, il terreno è minato.
Per questa stagione è tutto.
Agosto ha già dimostrato nelle prime settimane la sua debolezza rispetto a un 2018 in cui Ant-Man and the Wasp e Shark – Il primo squalo galvanizzavano il post-ferie, ma l’arrivo de Il re leone, per cui le aspettative di incassi sono altissime, riequilibrerà di sicuro le percentuali a vantaggio del 2019. Arriva poi il festival di Venezia, con un programma sulla carta meraviglioso, poi sarà la volta della Festa di Roma, solitamente ottima opportunità di recupero di titoli importanti, e intanto usciranno, speriamo senza sovrapporsi troppo, alcuni dei film più attesi della stagione, a partire da It – Capitolo 2 dal 5 settembre e C’era una volta a … Hollywood dal 19 settembre.
Che dire, occasioni per godere del cinema non mancheranno sicuramente. Non resta che approfittarne il più possibile. In sala, naturalmente.
Resto come sempre disponibile al confronto. L’indirizzo è:
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