Baro-metro

Il Baro-metro: sguardi dalla sala (4/2019) – 1

 

(dal 1° febbraio al 30 aprile 2019)

Trimestre al cardiopalma. Partito malissimo, proseguito male, si conclude invece in positivo grazie alla partenza con il botto di Avengers: Endgame. Tutto bene quel che finisce bene? Non è proprio così perché, ovviamente, una rondine non fa primavera, certo è che la puntata conclusiva dell’atteso colosso Marvel ha risollevato le percentuali e fatto tornare il sorriso a molti esercenti, preoccupati per una stagione che sembrava senza speranza. Ma entriamo nel dettaglio dei singoli mesi per capire cosa è successo di saliente nel trimestre che, come ogni anno, è il più ricco di titoli della stagione.

Come da copione rodato, però, prima le imprescindibili fonti: Cinetel, Boxofficemojo, Anec, Cineguru, Giornale dello Spettacolo e BoxOfficeBenful. Si ricorda anche che le percentuali sono calcolate rispetto allo stesso periodo del 2018 e i dati sono aggiornati, ove possibile, al 30 aprile 2019 (ove impossibile, alla data più vicina).

 

FEBBRAIO

 

Pur essendo il mese più corto dell’anno è ricchissimo di dati importanti perché rappresenta, con gli Oscar del 24 febbraio, l’apice della stagione dei premi. Ma c’è anche San Valentino, di solito favorevole al cinema e quest’anno invece pessimo (del resto il confronto è con la saga “50 sfumature” che aveva ormai abituato a grandi numeri). Ma febbraio è anche il mese in cui parte la “multiprogrammazione” per i cinema monosala delle città monoschermo, cioè la possibilità per gli esercenti di programmare, nella medesima giornata, prodotti cinematografici distinti e di diverso genere. Non essendo sufficiente il buon senso, per rilanciare l’attività cinematografica è stato necessario l’intervento di ANICA e delle Associazioni dell’Esercizio, insieme al Sottosegretario del MiBAC Lucia Borgonzoni. Cosa significa nel concreto? Che le sale interessate possono, ad esempio, programmare un film per bambini nel pomeriggio e uno per adulti di sera, mentre prima veniva imposto dalla distribuzione un unico titolo per l’intera giornata. I primi commenti raccolti sono di vivo entusiasmo, con un aumento delle presenze che in alcuni casi ha raggiunto il 60% e più.

Ma veniamo ai poco incoraggianti numeri del mese: incassi -23,95% e biglietti venduti -21,36%. Assi pigliatutto del mese sono Green Book, trascinato dai tre Oscar vinti, il terzo episodio di Dragon Trainer, Fabio De Luigi mattatore in 10 giorni senza mamma e Il corriere di e con Clint Eastwood. Gli outsider sono Creed II e Dragon Ball Super: Broly, mentre le delusioni sono purtroppo tante: non decolla Alita (2,1 milioni di euro che non sono pochi ma non quanto si sperava con 459 sale a disposizione), floppano Un’avventura (515 mila euro) e soprattutto Copperman (288 mila euro), così come delude il nuovo Brizzi con Modalità aereo (1,37 milioni di euro). Per quest’ultimo sarebbe interessante capire se è il nome Brizzi ad allontanare, dopo il tanto parlare del regista per fatti extra-cinematografici (le accuse di violenza e molestie sessuali poi archiviate) oppure se è proprio il film a non avere interessato.  L’Oscar a Olivia Colman come Migliore Attrice trascina La favorita (3 milioni di euro), mentre quello a Regina King come Migliore Attrice Non Protagonista può poco per Se la strada potesse parlare (238 mila euro).

La presentazione in concorso alla Berlinale (altro appuntamento imprescindibile del mese) e il premio alla sceneggiatura, attirano i riflettori su La paranza dei bambini (1,6 milioni di euro) che per alcuni giorni gode di notevole risalto sulla stampa. Plauso infine a Jennifer Lopez che con Ricomincio da me dimostra di avere un suo pubblico di fedelissimi più o meno ovunque (2,2 milioni di euro in Italia e 72,2 milioni di dollari nel mondo a fronte di un budget di 16 milioni di dollari). Minore invece l’appeal di Hugh Jackman: The Front Runner arriva in 61 sale ma gli incassi superano di poco i 50 mila euro; forse, però, è proprio il film a non funzionare, ne sono una conferma i 2 milioni di dollari raccolti negli States, dove arriva in 807 schermi, e i 3,2 milioni di dollari incassati globalmente. O forse è proprio quel cinema civile americano di impianto tradizionale e liberal che ha perso, anche solo anagraficamente, buona parte del suo pubblico; ne è una riprova anche il riscontro non alle stelle di Una giusta causa (413 mila euro in Italia, 24,6 milioni di dollari in U.S.A. in 1.957 sale).

Anche gli eventi stentano, il maggiore incasso è quello di Tintoretto: un ribelle a Venezia (329 mila euro), mentre Leonardo – Cinquecento si ferma a 231 mila euro. I quasi 2 milioni di euro di Loving Vincent si confermano un caso più unico che raro.

 

MARZO

La primavera stempera le percentuali ma non riesce a volgerle in positivo: incassi -5,67% e biglietti -5,25%. A mancare non è certo il cinema americano (Captain Marvel si comporta egregiamente, Dumbo parte benissimo, Escape Room si difende e c’è pure l’outsider A un metro da te), è il cinema italiano che proprio non riesce a ingranare. Anche due film attesi come Momenti di trascurabile felicità e Bentornato Presidente devono accontentarsi di numeri poco rilevanti (rispettivamente 1,8 e 1,5 milioni di euro). Tra gli altri, a distinguersi, ma lontanissimo dai superlativi, sono Il professore e il pazzo (1,3 milioni di euro) e Non sposate le mie figlie 2 (1,2 milioni di euro). Sotto il milione di euro, invece, Peppermint I villeggianti, sotto i 500 mila euro due film di cui si è parlato abbastanza come Boy Erased e Gloria Bell (ha incassato di più l’originale Gloria, circa 800 mila euro, senza Julianne Moore ma con una strepitosa Paulina Garcia) e, sotto i 100 mila euro, PeterlooFratelli nemici e Sofia, a conferma che non sempre i film da festival hanno vita facile in sala (ma di sicuro senza la vetrina di un festival in sala non ci sarebbero arrivati). Sempre con poco brio gli eventi; a dominare è Gauguin a Tahiti – Il paradiso perduto con 264 mila euro.

 

APRILE

È il mese delle sorprese perché Pasqua, quest’anno temibile perché più vicina al caldo che al freddo (e quindi in teoria lontana dal buio della sala) si comporta molto bene. Ma è tutto il mese a essere positivo, grazie a una combinazione fortunata di film che funzionano e giornate di pioggia o con clima incerto posizionate ad hoc. Ovviamente determinante il contributo, anche se solo per sette giorni, di Avengers: Endgame. Insomma, finalmente numeri molto positivi: +40,85% gli incassi e +39,20% i biglietti venduti (già si trema a pensare ad aprile 2020 in confronto a queste cifre eccezionali).

Funziona benissimo After (chi è che diceva che i giovani non vanno al cinema?), stupisce rispetto ad altri paesi Dumbo, si difende bene Shazam! (3,7 milioni di euro) e trova pian piano il suo pubblico Ma cosa ci dice il cervello? (per ora siamo a 3,6 milioni di euro). L’animazione si conferma genere vincente (Wonder Park incassa 1,6 milioni di euro) e l’horror uno dei più esportabili: il modesto La llorona, a programmazione ancora in corso, ha già superato 1,6 milioni di euro, cifra raggiunta dall’altrettanto modesto Escape Room. Del resto la cosa era evidente anche nei due mesi precedenti dove due fondi di magazzino come Crucifixion (640 mila euro) e L’esorcismo di Hannah Grace (1,3 milioni di euro) erano riusciti a distinguersi facendo meglio, in proporzione, di due film ampiamente pubblicizzati come Ancora auguri per la tua morte (1,15 milioni di euro) e, soprattutto, l’acclamato Noi (1,25 milioni di euro), fenomeno quasi esclusivamente d’oltreoceano.

Fa flop il reboot di Hellboy: 50 milioni di dollari di budget a fronte di un incasso mondiale di 39,7 milioni di dollari (in Italia 1,3 milioni di euro); lo sfruttamento è ancora in corso, ma difficilmente i 100 milioni di dollari, necessari per raggiungere almeno un pareggio, saranno raggiunti. Il d’essai prova a scuotersi faticosamente dal torpore in cui sonnecchia con la marcia, lenta ma inesorabile, di Cafarnao che parte in 100 sale e grazie all’ottima media (€ 2.797) raggiunge i 135 schermi; per ora ha superato gli 800 mila euro, ma pare destinato a raggiungere il milione di euro. La vera domanda però è: ma perché cavolo nessuno va a vedere Cyrano mon amour nelle 67 sale in cui è programmato? L’incasso per il godibile film francese è, finora, di appena 187 mila euro.

Aprile (dall’1 al 4) è anche il mese dei tanto vituperati Cinemadays. Contro ogni previsione l’iniziativa funziona. Parte, come sempre, nel silenzio (anche perché non se ne è parlato più di tanto) ma arriva al giovedì delle nuove uscite con notevole slancio. Qualche numero per chiarire il concetto: 1 milione e 227mila spettatori che determinano il miglior risultato in termini di presenze degli ultimi quattro anni (luglio e aprile 2018, aprile 2016); in termini percentuali: +142% come presenze rispetto alla settimana precedente e +156% rispetto a quella ancora precedente. Positivo anche il fatto che il primo week-end successivo all’iniziativa non ci sia stato un crollo di pubblico, ma un bel +15% rispetto a quello prima. Ovviamente a fare la differenza sono anche i film e DumboShazam! e A un metro da te hanno funzionato benissimo.

BOX OFFICE DAL 1° AGOSTO 2018 AL 30 APRILE 2019

Posizione – Film – Incasso – Presenze

1        BOHEMIAN RHAPSODY – € 28.891.187 – 4.121.522

2        AVENGERS: ENDGAME – € 20.233.217 – 2.680.051

3        ANIMALI FANTASTICI: I CRIMINI DI GRINDELWALD – € 12.784.264 – 1.828.516

4        HOTEL TRANSYLVANIA 3 – € 12.257.142 – 1.935.842

5        IL RITORNO DI MARY POPPINS – € 12.154.883 – 1.827.884

6        GLI INCREDIBILI 2 – € 12.057.679 – 1.877.208

7        RALPH SPACCA INTERNET – € 10.840.945 – 1.681.155

8        DUMBO – € 10.830.590 – 1.939.308

9        AQUAMAN – € 10.765.506  – 1.537.270

10      CAPTAIN MARVEL – € 10.223.82 – 1.552.671

Terzo trimestre con una notevole rivoluzione in classifica. Non cambia, almeno per ora, il vertice e Bohemian Rhapsodyconsolida il suo stellare risultato aggiungendo altri 1,2 milioni di euro. Lasciano invece la top-10 Lo schiaccianoci e i quattro regniVenom e Amici come prima. L’irruenza di Avengers: Endgame fa slittare molti titoli di una posizione rispetto al trimestre precedente. Uscito di scena Amici come prima, l’unico film italiano, a comporre la classifica sono supereroi o derivati (4 film), sequel (6 film) e cartoni animati (3 film).

Analizziamo ora nel dettaglio le tre nuove entrate partendo, come al solito, dalle retrovie.

C’era un po’ di diffidenza nei confronti di Captain Marvel (al 10° posto), perché non si sapeva bene come sarebbe stato accolto il primo film Marvel con una protagonista femminile, l’ufficiale dell’aeronautica statunitense Carol Danvers. Il film è stato frutto di un lavoro molto lungo di cesello per trovare il taglio giusto del racconto ed è riuscito nella non facile impresa di imporsi in un universo, non solo cinematico, tutto testosterone e muscoli. In questo senso è forse più importante il come (la legittimazione del personaggio femminile non deriva dal fatto che si comporta come un uomo) del cosa (la solita storiella che va alle origini del personaggio e ammicca questa volta agli anni ‘90). Il successo è planetario: supera il miliardo di dollari a livello globale (l’arrivo degli Avengers gli dà ulteriore spinta) e anche in Italia funziona molto bene restando per 5 settimane in top-10. In U.S.A. supera i 400 milioni di dollari e in Cina i 150 milioni di dollari. Il paragone più banale sarebbe quello con Wonder Woman, ma non lo farò. È probabile che la parola Marvel nel titolo abbia contribuito ad attirare spettatori.

Un po’ di scetticismo c’era anche nei confronti di Dumbo (in ottava posizione), nonostante la firma di Tim Burton, perché tra i titoli messi in campo in questa stagione dalla Disney è sicuramente tra i più deboli. Il progetto del colosso americano è ormai noto: creare nuovi classici in live action vista l’impossibilità di riproporre nelle sale i cartoni animati, come un tempo si faceva a cadenza quinquennale e ormai convogliati verso canali di sfruttamento differenti (dai dvd allo streaming). La debolezza di cui si parlava deriva dal fatto che, tra i personaggi rivisitati dalla Disney, Dumbo è forse uno di quelli con minore appeal, più rivolto alla prima infanzia che trasversale, inoltre il film del 1941 era molto breve (appena 64 minuti) e si è quindi reso necessario rimpolpare il plot (in modo discutibile, ma questo è un altro aspetto). I risultati confermano i timori, infatti a un mese dall’uscita si è raggiunto soltanto un pareggio tra il budget (170 milioni di dollari) e gli incassi globali (340 milioni di dollari). Tra i 10 rifacimenti Disney finora usciti sul mercato americano si piazza all’ottavo posto, superando di poco i 100 milioni di dollari. Fanno peggio solo Alice attraverso lo specchio con 77 milioni di dollari e il moscio Il drago invisibile (76,2 milioni di dollari). In proporzione va meglio in Italia dove a fine aprile è ancora in top-10 e dove nelle prime due settimane di programmazione ha conquistato la vetta del box-office.

L’ultima nuova entrata, che si piazza direttamente al secondo posto stagionale dopo appena sette giorni di programmazione, è Avengers: Endgame, attesissimo capitolo conclusivo della saga degli Avengers e 22esimo film dell’Universo Cinematico della Marvel. Tanti i record battuti, mi limito ai più clamorosi: migliore primo week-end di sempre in America con 357,1 milioni di dollari, migliore debutto di sempre sui mercati extra-americani con 866,5 milioni di dollari (il precedente era Fast & Furious 8con 443,1 milioni di dollari), migliore debutto mondiale di sempre con 1.223,6 milioni di dollari al termine del primo week-end. Budget monster di 356 milioni di dollari coperto in un soffio. In Italia esordio superiore ai 5 milioni di euro (tra i debutti lo batte solo Checco Zalone con i 7,3 milioni di euro di Quo vado?) e migliore debutto per un film Marvel. Insomma, un vero e proprio tornado. La domanda a questo punto è: sarà in grado di raggiungere e superare il record storico di Avatar? In Italia, dove il film di James Cameron ha incassato 65,6 milioni di dollari, sicuramente no, nel resto del mondo è tutto da vedere. Pare che il fenomeno si stia gradualmente sgonfiando e che la maggior parte si sia catapultata subito nei cinema per il timore di spoiler, quindi sarà la lunga durata a fare la differenza.

Due parole, infine, sul cinema italiano, che rappresenta il 20,9% del mercato (in ulteriore calo rispetto al 22,02% del trimestre precedente). Non è vero che è morto o agonizzante. Solo in questo trimestre si sono tentati esperimenti non così scontati come il dramma storico Il primo re, il musicarello Un’avventura, il fantasmatico Momenti di trascurabile felicità, il contemporaneo e autoriale La paranza dei bambini, l’ambizioso Ricordi?, il derivativo Domani è un altro giorno (remake del successo spagnolo Truman). Opere riuscite o meno riuscite, apprezzate (mediamente) dal pubblico o schivate, che dimostrano comunque una vitalità importante. Ciò che manca, e che sono sicuro farebbe volgere l’eccesso di malumore in eccesso di entusiasmo (ugualmente inopportuno), è un grande successo, il film in grado di attirare le masse e intercettare un sentire comune. Che il cinema sia semplicemente riflesso di una realtà nazionale in cui manca l’omogeneità e prevalgono le divisioni? Il mettidaccordotutti Checco Zalone con Tolo tolo (titolo orribile, ma ormai è un classico), intanto, è stato ulteriormente posticipato a non si sa bene quando, ma è arrivata una certezza: il 25 dicembre 2019 arriverà nelle sale Pinocchio di Matteo Garrone. Sarà una rivisitazione dark o più incline al target famiglie che di solito affolla le sale nel periodo natalizio? Lo scopriremo solo varcando la soglia della sala cinematografica.

A seguire:

I CASI DEL TERZO TRIMESTRE

Buona lettura.