Baro-metro

IL BARO-METRO: SGUARDI DALLA SALA (10/2020) – 1

(dal 1° agosto al 31 ottobre 2020)

Comincia una nuova stagione all’insegna dello sconforto.

I cinema possono riaprire a partire dal 15 giugno, ma con grandi difficoltà, dovute principalmente alla mancanza di una strategia comune in grado di superare gli interessi delle singole parti. L’assenza di un’unità di intenti ha come risultato diretto il vuoto di programmazione. Poche volenterose sale riaprono quindi veramente, pochi film si affacciano, le distribuzioni spostano in avanti i loro titoli di punta (ma anche quelli meno di punta) e a brillare sono unicamente le arene estive, per la prima volta ago della bilancia nei report giornalieri del box-office. Basta una proiezione andata particolarmente bene per entrare in top-10.

Il trimestre della nuova stagione si apre con queste poco incoraggianti premesse.

Qualcosa cambia con il post Ferragosto, in cui qualche titolo a lungo promesso arriva, ma non muta la sostanziale diffidenza del pubblico che, complice il sole dell’estate, l’ultima cosa a cui pensa è rinchiudersi in una sala cinematografica. La percezione è che i cinema siano chiusi nonostante gli sforzi (purtroppo di pochi) di chi prova a dimostrare il contrario.

L’uscita a lungo invocata di Tenet a fine agosto induce, pur tra le difficoltà, all’ottimismo. Il film, infatti, fa quel che può e rema contro l’indifferenza e la disinformazione, ma attirare il grande pubblico, quello in grado di fare i grandi incassi che permettono all’esercizio di sopravvivere, si rivela molto complicato.

L’andamento mondiale sottotono di Tenet, incapace di incassare i necessari 400 milioni di dollari per ripagare il budget di 200 milioni di dollari, induce tutte la major e posticipare i loro titoli più importanti, lasciando le sale che coraggiosamente provano a rialzare la testa in un vuoto di offerta. Si crea quindi un circolo vizioso per cui una nicchia solida, ma insufficiente a sostenere il mercato, si informa e torna in sala con gioia e consapevolezza, cercando di cogliere le opportunità di una programmazione italiana e d’essai, mentre il resto o ne è totalmente escluso, perché ignaro di ciò che sta accadendo, oppure partecipa in forma sporadica a qualche film o evento capace di sciogliere l’indifferenza.

Poi c’è il festival di Venezia, primo grande evento internazionale in presenza e quindi segnale importante sulla possibilità di vivere il cinema in sala con tranquillità, e va miracolosamente tutto bene. La manifestazione si svolge infatti senza incidenti di percorso. Escono quasi subito molti titoli presenti al festival e alcuni se la cavano discretamente, in un contesto generale che però è inevitabilmente sottotono. Anche l’andamento della pandemia sembra rassicurare, perché rispetto ad altri paesi l’Italia sembra cavarsela meglio. I numeri dei contagi giornalieri sono di conforto. Tutto ciò si riverbera positivamente anche sulla sala, il pubblico sembra riacquistare gradualmente fiducia, vengono fissate le date di film nazionali importanti (Ritorno al crimine a fine ottobre, Verdone a fine novembre), poi le cose abbastanza improvvisamente peggiorano, invero non così imprevedibilmente, con il numero dei contagi e degli indici di riferimento in progressivo ed esponenziale aumento.

Arriva quindi il tanto discusso DPCM con cui si opera una stretta in tutta Italia. A farne le spese sono anche le sale cinematografiche che vengono chiuse dal 26 ottobre al 24 novembre. A poco valgono gli appelli all’equità (perché chiese e musei invece restano aperti?) e alla ragionevolezza (tra gli oltre 100 milioni di spettatori mondiali andati al cinema da inizio pandemia non si è verificato nessun contagio collegabile alla sala cinematografica). Purtroppo la situazione precipita perché i dati relativi alla diffusione del virus si impennano ulteriormente e si rende necessario approntare nuove misure sia in Italia che all’estero. Tramite ulteriore DPCM la chiusura viene prorogata almeno fino al 3 dicembre.

Cosa succederà ora, e quando si riaprirà per davvero, non è dato saperlo. Un’unica cosa è certa: se amiamo il cinema, quando accadrà, torniamo a frequentarlo. Basta parole, la maggiore forma di solidarietà è nel pagare un biglietto in una sala cinematografica.

Come al solito, prima del dettaglio dei singoli mesi, ecco le imprescindibili fonti: Cinetel, BoxOfficeBenful/Cineguru (di grande aiuto nel reperimento di dati più dettagliati), e Boxofficemojo.

AGOSTO

Il mese di agosto inizia malissimo. Luglio si era concluso con la sconsolante consapevolezza che tutte le uscite di rilievo sarebbero arrivate dopo Ferragosto e il mese comincia quindi nello sconforto più totale. Si parte con circa un 20% di sale aperte (e un 10% di pubblico rispetto al 2019) e si termina, invece, con circa il 75% delle sale riaperte grazie principalmente all’arrivo di Tenet (e circa il 20% di pubblico rispetto a un 2019 in cui Il re leone faceva il pieno di incassi). I report della prima quindicina di agosto sono sconsolanti, con numeri imbarazzanti. Per fare un esempio, domenica 2 agosto è in vetta Gli anni più belli con un incasso di 4.816 euro e 935 presenze. Fino alla metà del mese cambia poco e il massimo riscontro si ha dalle arene estive, prese d’assalto perché all’aperto e considerate più sicure. I tre titoli scelti per ravvivare il mercato nel post Ferragosto sono quelli in teoria giusti, perché diversificati e in grado di attirare target differenti: Volevo nascondermi è cinema d’essai, Onward, punta alle famiglie e Gretel & Hansel a un pubblico adolescente. La risposta è purtroppo molto modesta, con la sensazione che i tanti sforzi che si stanno facendo arrivino solo a una nicchia di affezionati, mentre il percepito è che le sale attendino tempi migliori. Solo l’arrivo di Tenet scuote il mercato, anche perché è sostenuto da un marketing robusto. Il primo giorno di programmazione, il 26 agosto, l’incasso è di 403.965 euro, con quasi 60mila spettatori, e il primo week-end gli incassi superano il milione e mezzo di euro. In un altro periodo i numeri sarebbero stati sicuramente più alti, ma considerando le tante avversità non ci si può davvero lamentare. Un moderato ottimismo si profila all’orizzonte.

SETTEMBRE

I risultati di settembre sono ovviamente penalizzanti a livello numerico nel confronto con il 2019, con incassi a -70,13% e biglietti a -69,37%, ma qualcosa si muove e le sale iniziano a rivedere spettatori. Prende sempre più piede la tendenza dell’evento. Si va in sala per essere al centro del mondo, per il resto ci sono le piattaforme streaming. Occorre quindi attrezzarsi per circuire il pubblico e dargli la sensazione che ciò che stanno vivendo sia un evento. Ci riesce benissimo la 01 Distribution con After 2, che ottiene risultati impensabili con il target adolescenziale, e Il giorno sbagliato, che punta su Russell Crowe, e considerando la scemenza che è va anche troppo bene. Ci prova la Disney con uno scarto Fox attraverso The New Mutants, ma stenta parecchio, e trovano visibilità vari film italiani provenienti dal Festival di Venezia. Alcuni vanno discretamente (Padrenostro e Lacci), altri hanno modo di distinguersi (Le sorelle Macaluso e Miss Marx), molti sono invece rapide meteore. A colpire è il totale rifiuto nei confronti del nuovo documentario di Gianfranco Rosi, Notturno.

OTTOBRE

Ottobre avrebbe potuto segnare un ulteriore miglioramento delle percentuali consentendo a una fetta sempre maggiore di pubblico di accorgersi che le sale sono aperte, poi sappiamo com’è andata. Il virus dopo mesi in cui sonnecchiava si è improvvisamente (ma non imprevedibilmente) risvegliato con un’impennata di contagi e a farne le spese, attraverso un primo decreto, sono immediatamente, non senza polemiche, le sale cinematografiche, nonostante le statistiche a loro favore: nessun contagio sugli oltre 100 milioni di spettatori andati nelle sale in tutto il mondo in periodo di pandemia è stato contagiato in una sala cinematografica (lo dice una statistica pubblicata da Anec). La chiusura è fino al 24 novembre, ma al peggiorare della situazione italiana ed europea un ulteriore decreto allunga la serrata fino al 3 dicembre. Dall’1 al 25 ottobre gli incassi segnano un -77,95% rispetto al 2019 e le presenze un –76,87%. La penuria di film americani premia la produzione nazionale, con una quota di mercato pari al 56,55%. Il problema è che produzione nazionale e cinema d’essai non riescono ad attirare il grande pubblico e a consentire all’esercizio di reggersi in piedi. La situazione resta quindi più che mai preoccupante.

BOX OFFICE DAL 1° AGOSTO AL 31 OTTOBRE 2020

Posizione – Film – Incasso – Presenze

1        TENET – € 6.758.698 – 958.257

2        AFTER 2 – € 4.157.360 – 605.154

3        GREENLAND – € 1.486.542 – 225.973

4        IL GIORNO SBAGLIATO – € 1.267.426 – 203.130

5        ONWARD – € 1.156.200 – 190.037

6        PADRENOSTRO – € 979.146 – 160.907

7        VOLEVO NASCONDERMI – € 821.505 – 136.003

8        LACCI – € 794.330 – 128.142

9        MI CHIAMO FRANCESCO TOTTI – € 658.950 – 61.820

10       ENDLESS – € 647.380 – 100.109

La classifica rispecchia perfettamente il periodo e anche le tendenze in atto. Il giocattolone americano (Tenet) domina nelle preferenze del pubblico e in sua assenza hanno modo di distinguersi anche film che in passato avremmo guardato su Italia 1 alle 22.30 (Greenland, Il giorno sbagliato). Gli adolescenti, se ben solleticati, rispondono all’appello (After 2), ma annusano in fretta aria di fregatura (Endless). Le famiglie sono le più restie a tornare in sala e Onward impiega due mesi per ottenere un risultato che in altri tempi avrebbe ampiamente superato in un week-end. L’Italia fa quel che può, grazie soprattutto alla risonanza dei festival internazionali (Berlino con Volevo nascondermi e Venezia con Padrenostro e Lacci), ma a rispondere all’appello è principalmente la nicchia che frequenta le sale d’essai. Sempre più radicata la cultura dell’evento (Mi chiamo Francesco Totti), con pochi giorni di tenitura molto frequentati prima del passaggio ad altre piattaforme. In sintesi, il grande pubblico, quello che fa in grandi numeri, si è mantenuto distante dalla sala che sembra destinata o a film super spettacolari o alla fruizione di eventi. Sarà questo il futuro?

A seguire:

I CASI DEL PRIMO TRIMESTRE

Buona lettura.