
(dal 1° febbraio al 30 aprile 2020)
Il box-office è sempre stato una delle poche certezze della vita. Le stagioni si succedono, il tempo scorre inesorabile ma lui è sempre stato lì, a ricordarci che il mondo va avanti, le saghe finiscono, le novità si ridimensionano, nuove mode emergono e noi siamo piccoli piccoli, ma nel turbinio ci aggrappiamo all’oggettività dei numeri, inesorabili nel loro promuovere o distruggere, ma anche imparziali e in grado di distrarci dalle nostre contabilità personali.
Almeno fino ad ora.
Dall’8 marzo, infatti, i dati del box-office sono scomparsi. Come ben sappiamo il Coronavirus ha imposto cambiamenti nella vita quotidiana di ognuno di noi. Uno di questi riguarda proprio le sale cinematografiche, luoghi titolati all’assembramento per eccellenza, quindi i primi a chiudere e, con tutta probabilità, tra gli ultimi a riaprire.
La stagione – partita molto bene in gennaio, molto più scricchiolante in febbraio, in cui verso la fine del mese i timori di contagio avevano già ridotto notevolmente l’affluenza nelle sale (il primo malato italiano di Coronavirus ufficiale risale al 21 febbraio) – ha così subito una brusca battuta d’arresto. Dal distanziamento con posti alternati si è passati alla chiusura delle sale nelle regioni più colpite, per poi arrivare al lockdown, con la serrata completa di tutti i cinema del territorio nazionale, a partire dall’8 marzo. Una chiusura che progressivamente si è estesa a buona parte del pianeta.
Impatto fortissimo, a livello emotivo, per tutti quelli che amano la condivisione di un’opera cinematografica nel buio di una sala, e a livello concreto per chi nell’ambiente ci lavora e deve inserirsi nel complicato mondo dell’inattività e della sopravvivenza attraverso gli ammortizzatori sociali. La vita, e il cinema che della vita è il riflesso, vengono messi tra parentesi per due mesi in cui la quotidianità diventa, per chi può e non ha obblighi personali o lavorativi, restare il più possibile in casa per evitare ogni forma di contagio.
Alla visione in sala si sostituisce quindi, e trova ampia diffusione, quella casalinga, su piccolo schermo, con le piattaforme streaming che hanno il loro momento d’oro e di massima fruizione. Chi è in casa può evadere solo con la fantasia e lo streaming diventa la valvola di sfogo prediletta. Ne sono un chiaro segnale i risultati del primo trimestre del 2020 di Netflix, con ricavi in aumento del 27,6% rispetto al corrispondente trimestre dell’esercizio precedente, con un boom di sottoscrizioni (15,77 milioni di nuovi utenti) che rappresentano il massimo di sempre per la società americana.
A livello distributivo alcune società, pur ribadendo la centralità della sala, scelgono di uscire direttamente in streaming con alcuni titoli che erano previsti tra marzo e aprile. Le ragioni sono tante: titoli non fortissimi, campagne marketing già avviate, tentativo di incassare qualcosa in un periodo di magra, evitare di perdere il contatto con il pubblico. I risultati non sono valutabili, perché non esiste un accentramento ufficiale dei dati streaming, quindi fondamentalmente ciò che sappiamo è solo ciò che le distribuzioni hanno deciso di comunicarci e l’unica a sbilanciarsi in tal senso è stata Universal che parla di record per Trolls World Tour, con anche polemiche annesse però, ma ne parleremo più avanti affrontando i casi del trimestre.
Per il resto, dopo un febbraio negativo, i mesi di marzo e aprile passano tra i posticipi delle date di uscita di film già programmati, i set temporaneamente chiusi, il sogno romantico del drive-in come forma di cinema a misura di contagio, i festival annullati (Locarno), previsti online (Annecy e Far East) o illusoriamente rimandati (Cannes, ma non è ancora ben chiaro quando e come), la creazione di nuove piattaforme di condivisione contenuti, con la speranza che la fase 2 porti a un ridimensionamento del virus e a una progressiva ripresa della normalità.
Questo numero del Barometro è quindi in formato ridotto: diamo un occhio alla classifica stagionale, cristallizzata sui risultati del trimestre precedente e senza nuove entrate in grado di scalfire le posizioni già conquistate, e analizziamo i pochi film che hanno avuto modo di sfruttare, più che altro semi-sfruttare, il loro appeal commerciale, perché usciti tra la fine del secondo trimestre e l’inizio del terzo.
Come al solito, prima del dettaglio dei singoli mesi, ecco le imprescindibili fonti: Cinetel, Boxofficemojo, Anec, Cineguru, Giornale dello Spettacolo e BoxOfficeBenful. Si ricorda inoltre che le percentuali sono calcolate rispetto allo stesso periodo del 2019 e i dati sono aggiornati, ove possibile, al 7 marzo 2020, ultimo giorno di apertura delle sale cinematografiche, ove impossibile alla data più vicina.
FEBBRAIO
Dopo l’entusiasmo generato dall’ottimo andamento di gennaio, in cui Checco Zalone, con Tolo Tolo, non ha superato se stesso ma ha comunque incassato milionate, febbraio segna una battuta d’arresto: -15,37% gli incassi e -15,61% i biglietti venduti. Da inizio anno i confronti sono però ancora positivi, con una crescita negli incassi del 14,65%. Non è solo l’ultima decade, in cui le prime misure restrittive causa paura da contagio iniziano a determinare la chiusura delle sale nelle regioni più colpite e ingressi contingentati nelle altre, ma è tutto il mese a non brillare. Solo il week-end di San Valentino chiude in positivo, grazie all’arrivo di Gli anni più belli di Gabriele Muccino e alla buona partenza di Sonic, mentre per il resto impera il segno meno. A difendersi bene sono anche Aldo, Giovanni e Giacomo con Odio l’estate, il bistrattato Dolittle, e la seconda vita di Parasite che, riproposto strategicamente nel post Oscar, dove ha trionfato, quasi triplica i due milioni fino ad allora accumulati. Bad Boys for Life e Il richiamo della foresta fanno invece quello che possono, ma sono tra i più colpiti dalle restrizioni perché arrivano nelle sale proprio nel momento di maggiore incertezza sul futuro. Judy e, soprattutto, Birds of Prey, invece, non decollano mai. Il film di Carlo Verdone Si vive una volta sola doveva uscire il 26 febbraio, era destinato a grandi incassi e lo si rimanda a tempi migliori.
MARZO
Il mese di marzo rimangono aperte solo le sale di alcune regioni, quelle meno colpite dal Coronavirus, ma dall’8 tutti i cinema d’Italia vengono chiusi. Nei primi sette giorni del mese l’andamento è ovviamente sconfortante, le presenze e gli incassi si assottigliano sempre più, e l’interesse del pubblico si concentra su Gli anni più belli e Bad Boys for Life. Prova a smuovere un po’ le acque Volevo nascondermi, prima rimandato e poi fatto uscire arditamente il 4 marzo, ma dopo appena quattro giorni arriva la serrata e il film non ha modo di sfruttare il suo alto potenziale, derivante dal successo ottenuto a Berlino con il premio a Elio Germano come Migliore Attore. L’ultimo box-office disponibile su Cinetel è quello del 7 marzo, in cui il film di Giorgio Diritti è in vetta con appena 44.975 euro e 7.026 spettatori.
Con la chiusura delle sale, dopo qualche settimana di assestamento, paura e confusione, in cui le voci che si rincorrono sono tante, anche in Italia, sull’esempio dell’America, alcuni film che dovevano arrivare in sala escono direttamente in streaming: L’uomo invisibile, Emma, The Hunt, Bloodshot. Essendo i primi titoli a sperimentare la prima visione online, anziché in sala, i prezzi di noleggio (da € 9,99 a € 15,99) vengono tarati sul modello del mercato americano, dove il biglietto del cinema costa di più, e paiono esagerati e fuori mercato.
APRILE
Nel mese di aprile, con le sale cinematografiche chiuse e tutta la nazione in lockdown, continua l’uscita in streaming di film che dovevano arrivare al cinema. La politica dei prezzi subisce un aggiustamento. Per alcuni colossi, come Trolls World Tour, l’uscita on demand è a € 15,99 e pare sia stato un grande successo, mentre a parte Un figlio di nome Erasmus che arriva a € 14,99 per poi ridimensionarsi dopo qualche settimana, gli altri si attestano su € 7,90: 7 ore per farti innamorare, l’opera prima di Giampaolo Morelli; D.N.A., la comicità di Lillo & Greg; Starman, il documentario sull’astronauta Luca Parmitano; Tornare, l’ultimo film di Cristina Comencini con Giovanna Mezzogiorno. Arriva invece a € 9,99 il corale e divertente La sfida delle mogli di Peter Cattaneo.
Direttamente in streaming, ma in abbonamento su Amazon Prime, arrivano anche Bombshell, vincitore dell’Oscar per il trucco con un supercast formato da Charlize Theron, Margot Robbie e Nicole Kidman, e Il principe dimenticato, la favola di Michel Hazanavicius con Omar Sy.
BOX OFFICE DAL 1° AGOSTO 2019 AL 30 APRILE 2020
Posizione – Film – Incasso – Presenze
1 TOLO TOLO – € 46.177.529 – 6.669.924
2 IL RE LEONE – € 37.514.561 – 5.694.208
3 JOKER – € 29.566.388 – 4.228.620
4 FROZEN II – € 19.046.382 – 2.953.232
5 IL PRIMO NATALE – € 15.343.670 – 2.363.303
6 PINOCCHIO – € 14.973.075 – 2.258.182
7 STAR WARS: L’ASCESA DI SKYWALKER – € 13.242.772 – 1.778.794
8 MALEFICENT – SIGNORA DEL MALE – € 12.376.389 – 1.874.336
9 JUMANJI: THE NEXT LEVEL – € 12.376.389 – 1.751.991
10 C’ERA UNA VOLTA A…HOLLYWOOD – € 11.951.219 – 1.727.581
Classifica con nessun cambio di posizione e pochissime variazioni numeriche rispetto al trimestre precedente. Tolo Tolo consolida i suoi numeri e supera i 46 milioni di euro, ma il più è stato fatto nel mese di gennaio. Beneficia di un modesto incremento (circa 150mila euro) anche Joker, riproposto nelle sale in occasione degli Oscar, ma anche in questo caso si tratta del semplice aggiustamento di un risultato importante ottenuto a inizio stagione. Per il resto, nessun nuovo film uscito in febbraio ha avuto modo di affacciarsi in top-10; l’unico che avrebbe avuto chance era Gli anni più belli che probabilmente verrà riproposto in sala quando i cinema riapriranno.
I CASI DEL TERZO TRIMESTRE
Meno del solito, data la peculiarità del periodo, i film che hanno fatto un po’ di rumore nel trimestre. I film sono ordinati in base alla data di uscita, a parità di data l’ordine è alfabetico.
DOLITTLE (data di uscita 30 gennaio 2020 – incasso € 4.580.328)
Arriva con il bollino “flop” e pessime critiche (15% di recensioni positive su Rotten Tomatoes e media voto 26/100 su Metacritic), ma il pubblico corre in massa, in Italia come nel resto del mondo, con incassi globali pari a 223,3 milioni di dollari, di cui il 34,5% in U.S.A. (77 milioni di dollari) e il resto nei mercati extra-americani (146,3 milioni di dollari). Nonostante ciò il film non riesce a chiudere in attivo a causa di un budget monster di 175 milioni di dollari, pare lievitato a causa di 21 giorni di riprese aggiuntive per aggiustare il tono narrativo del film. La presenza di una star come Robert Downey Jr., fresco di trionfo mondiale (Avengers: Endgame), argina i danni ma non è sufficiente per garantire una chiusura in attivo, e probabilmente con il suo cachet stellare ha inciso sui costi in misura significativa.
JUDY (data di uscita 30 gennaio 2020 – incasso € 817.526)
Non sempre un Oscar è garanzia di incassi record. Nel caso di Judy l’ottima interpretazione di Renée Zellweger non riscatta un film che non accontenta davvero davvero nessuno. L’accoglienza è tiepida un po’ ovunque e il film si distingue solo in U.S.A. (24,3 milioni di dollari) e nel Regno Unito (10,5 milioni di dollari). L’Italia segue il trend sottotono, con un debutto molto soft al 9° posto nel primo-week-end, posizione che mantiene anche la seconda settimana, prima di uscire rapidamente di scena.
ODIO L’ESTATE (data di uscita 30 gennaio 2020 – incasso € 7.430.637)
Dopo essere stati i Checco Zalone di fine/inizio millennio, con incassi multimilionari, Aldo, Giovanni e Giacomo hanno segnato una progressiva, e fisiologica, battuta d’arresto che ha raggiunto il suo apice con Fuga da Reuma Park, stroncatissimo dalla critica e poco amato anche dal pubblico, con un incasso di neanche 3 milioni di euro nonostante un’uscita natalizia. Il loro ritorno era quindi guardato con un po’ di diffidenza. Invece è andata più che bene. Abbandonate ambizioni pseudo autoriali i tre comici ritrovano infatti Massimo Venier, co-regista dei loro maggiori successi, e tornano a una comicità tradizionale. Il pubblico apprezza, la critica non disprezza. Per due week-end dominano il box-office settimanale e restano in top-10 per tutto il mese di febbraio. Sicuramente senza il Covid e la relativa chiusura delle sale avrebbero potuto consolidare il buon risultato ottenuto.
UNDERWATER (data di uscita 30 gennaio 2020 – incasso € 382.032)
Sembra un po’ un B-movie il film di William Eubank, con Kristen Stewart e Vincent Cassel, ma probabilmente aveva ambizioni diverse. Il budget è infatti medio/alto (tra i 50 e gli 80 milioni di dollari) e la distribuzione è stata capillare. Il pubblico però non ha risposto all’appello: in U.S.A. solo 17,3 milioni di dollari in 2.791 sale e nel resto del mondo 23,6 milioni di dollari, per un bottino finale (40,9 milioni di dollari) incapace di ripagare i costi. L’andamento italiano è in linea con quello degli altri mercati: il debutto nel primo week-end è al decimo posto con la peggiore media per sala della top-10 (€ 989 in 252 sale) e al secondo fine settimana è già fuori dalla top-20. Kristen buca lo schermo e può molto, non tutto però.
BIRDS OF PREY E LA FANTASMAGORICA RINASCITA DI HARLEY QUINN (data di uscita 6 febbraio 2020 – incasso € 2.407.027)
Margot Robbie, i supereroi, il successo di Suicide Squad, si suppone anche molti sondaggi per verificare l’appeal dei personaggi per arginare il rischio di investire su quello sbagliato. Eppure l’ottavo film del DC Extended Universe si è rivelato appena in grado di pareggiare i costi, e solo perché più bassi del solito (budget di 97,5 milioni di dollari). Cosa non ha funzionato? Si sono alzate voci di sessismo perché si tratta di un progetto al femminile, sia dietro che davanti allo schermo, (voci che erano già sorte con l’insuccesso di Charlie’s Angels, altro action al femminile da noi ancora inedito), ma il gradimento non alle stelle (voto su Imdb 6,2) potrebbe essere semplicemente indice di un film che non funziona e incapace di intercettare un pubblico ampio. Sta di fatto che alla partenza inferiore alle aspettative (primo week-end U.S.A. sottotono con “soli” 33 milioni di dollari) non è seguito un passaparola contagioso. Ma forse la vera verità è che Suicide Squad, di cui Birds of Prey è una costola, aveva sì incassato moltissimo (746,8 milioni di dollari worldwide), ma non era piaciuto così tanto (voto 6 su IMDB e solo 59% di commenti positivi del pubblico su Rotten Tomatoes); risulta quindi curioso che si sia deciso di perseverare. Per stimolare un po’ l’audience in America si è tentato il tutto per tutto arrivando, ed è la prima volta che succede, al cambio del titolo a programmazione già in corso: da Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn a Harley Quinn: Birds of Prey. Una modifica che ovviamente non ha inciso sui titoli di testa e di coda, ma solo sul modo in cui il film è presente nei circuiti di vendita, soprattutto online, per facilitare lo spettatore. La decisione repentina ha tradito un po’ lo spirito bizzarro che ha animato l’operazione senza, peraltro, sortire grandi effetti. L’Italia segue il trend e il film, pur con 559 schermi a disposizione e pure il bollino TOP con tanto di sovraprezzo in alcuni circuiti, non decolla mai.
GLI ANNI PIÙ BELLI (data di uscita 13 febbraio 2020 – incasso € 5.423.611)
Ogni film di Gabriele Muccino è un evento. Come al solito non mancano i detrattori a priori (succede quando qualcuno ha successo), così come gli esaltatori a prescindere (anche questo, per gli stessi motivi, non è infrequente), ma per fortuna sono molti anche quelli che parlano del film in base a ciò che ci hanno (o non ci hanno) visto, restando quindi centrati sull’opera. Tanto parlare ovviamente attira gli sguardi e stimola la curiosità del pubblico. Nel primo fine settimana debutta in prima posizione con 2,89 milioni di euro e la migliore media per copia (€ 3.545) in ben 817 schermi. Un buon risultato, ma inferiore all’esordio di A casa tutti bene che nelle stesse giornate del 2018 incassò 3,4 milioni di euro. Al primo giorno feriale cede la vetta come incasso (ma non come spettatori) a Fabrizio De Andrè e PFM – Il concerto ritrovato (che ha prezzi maggiorati), ma torna primo con il secondo week-end che però è quello in cui cominciano a chiudere le sale nelle regioni del nord più colpite. Ovviamente i dati ne risentono e come sappiamo andrà sempre peggio. Il film conclude il suo percorso accidentato sabato 7 marzo, in cui è presente ancora in 239 schermi, e con tutta probabilità tornerà nelle sale quando finalmente sarà possibile. Si è calcolata una perdita commerciale di almeno due milioni di euro.
SONIC – IL FILM (data di uscita 13 febbraio 2020 – incasso € 2.434.609)
Riesce a svolgere perfettamente la sua funzione commerciale questo film a tecnica mista, tratto dal popolare franchise videoludico omonimo della SEGA. Ha incassato globalmente 306,7 milioni di dollari a fronte di un budget di 85 milioni di dollari, e nonostante un incremento dei costi dovuto agli interventi necessari per ridisegnare il design digitale del protagonista, non accolto favorevolmente dai fan dopo il primo trailer. In U.S.A. esce a metà febbraio e incassa 146 milioni di dollari, riuscendo a sviluppare il suo potenziale prima del lockdown. Va molto bene anche nel Regno Unito (23,3 milioni di dollari), in Francia (16,3 milioni di dollari) e Messico (14,3 milioni di dollari). In Cina e Giappone era previsto tra febbraio e marzo, quindi a causa del Coronavirus non è potuto uscire, almeno per ora. Ciò non gli ha impedito di diventare il secondo maggior incasso del 2020 dopo Bad Boys Forever e il miglior incasso di sempre per un film basato su un videogioco negli Stati Uniti, superando il record di Pokémon: Detective Pikachu. In Italia debutta in seconda posizione a metà febbraio ed è uno dei titoli che resta in programmazione fino al 7 marzo, ultimo giorno di apertura delle sale.
FABRIZIO DE ANDRÈ E PFM – IL CONCERTO RITROVATO (data di uscita dal 17 al 19 febbraio 2020 – incasso € 1.055.315)
Fabrizio De André continua a essere nel cuore degli italiani. Ogni evento legato al cantautore genovese si trasforma in un grande successo. Succede anche con questo docufilm diretto da Walter Veltroni che ripropone lo storico filmato del concerto di De André con la PFM, solo di recente ritrovato dopo essere stato custodito per oltre 40 anni dal regista Piero Frattari che partecipò alla realizzazione delle riprese. Viene proposto per tre giorni feriali, dal 17 al 19 febbraio, e in tutte e tre le giornate è primo per incassi, a causa del biglietto maggiorato, mentre come spettatori lo supera Gli anni più belli. Un timing perfetto dovuto soprattutto alla fortuna. Sarebbe bastata una settimana e gli incassi sarebbero stati molto diversi.
BAD BOYS FOR LIFE (data di uscita 20 febbraio 2020 – incasso € 1.401.342)
Tra Bad Boys for Life e Bad Boys II sono trascorsi ben 17 anni. Un tempo considerato molto lungo per poter sfruttare un franchise, ma la produzione è stata assai travagliata, con vari cambi di programma, false partenze, rinunce, depistaggi. Il nuovo capitolo ripropone i due protagonisti, Will Smith e Martin Lawrence, ma abbandona i virtuosismi ipertrofici di Michael Bay, sostituito per l’occasione, e dopo vari avvicendamenti, da Adil El Arbi e Bilall Fallah. Per arginare i rischi di un ritorno a così tanti anni di distanza regna la cautela e il budget è solo medio/alto (90 milioni di dollari contro i 130 del capitolo precedente); inaspettatamente, però, i risultati hanno più che premiato l’operazione facendo diventare il film il più redditizio della trilogia. In U.S.A. è uscito a metà gennaio e ciò gli ha permesso di riuscire a sfruttare il suo potenziale prima della chiusura delle sale: dopo un solido debutto (62,5 milioni di dollari) mantiene il vertice della classifica per ben tre settimane e resta in top-10 fino al lockdown, con un bottino totale di 204,4 milioni di dollari. In Italia il suo destino è più sfortunato perché arriva proprio nel week-end del primo contagiato, quindi incappa nelle chiusure parziali e negli accessi contingentati, nonostante ciò i numeri premiano il film consentendogli buoni piazzamenti con incassi, però, inevitabilmente modesti. Il totale gobale di 419 milioni di dollari lo rende, finora, il maggiore incasso mondiale del 2020. I capitoli precedenti si sono fermati molto prima: Bad Boys a 141,4 milioni di dollari e Bad Boys II a 273,3 milioni di dollari.
CATS (data di uscita 20 febbraio 2020 – incasso € 27.948)
È il flop dell’anno. Davvero un peccato dato il tenore dei talenti coinvolti e l’attesa che c’è voluta per portare al cinema il celeberrimo musical di Andrew Lloyd Webber. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco. Anche se vedendo il risultato ci si domanda come mai in corso d’opera, con tutti i test che in America si fanno per anticipare il gradimento dell’audience, non si sia deciso di apportare cambiamenti per rendere l’insieme più appetibile e meno stridente. Ma evidentemente qualcosa, anche a livello comunicativo, non deve avere funzionato nel migliore dei modi e il risultato è purtroppo sotto gli occhi di tutti. Critiche pessime (21% di recensioni positive su Rotten Tomatoes e 32/100 il voto su Metacritic) e pubblico in affanno: 75,4 milioni di dollari l’incasso globale a fronte di un budget intorno ai 100 milioni di dollari. In Italia capita nel periodo peggiore, quello dell’inizio dei contagi da Covid, e va peggio di ogni funesta previsione: poche sale, poche proiezioni, pochissimo pubblico.
CATTIVE ACQUE (data di uscita 20 febbraio 2020 – incasso € 444.889)
Sulla carta doveva essere uno dei film della stagione dei premi: tema importante (storia vera della lotta di un avvocato contro l’inquinamento idrico di una cittadina americana con prodotti chimici non regolamentati) regia d’autore (il Todd Haynes di Lontano dal paradiso e Carol), cast scintillante (Mark Ruffalo, Anne Hathaway, Tim Robbins), critica favorevole (90% di recensioni positive su Rotten Tomatoes e voto 72/100 su Metacritic). Invece le cose sono andate diversamente e il film è passato senza lasciare traccia, sia nella stagione dei premi (giusto un paio di candidature ai Satellite Awards) che nell’interesse del pubblico, nonostante la distribuzione generosa (negli States 2.112 sale). In Italia arriva nel momento sbagliato (quando il Covid diventa un pericolo concreto) e il debutto nel primo week-end è in settima posizione; al secondo risale di un posto e nell’ultimo fine settimana, in cui solo alcune sale sono ancora aperte, scende all’ottavo. Anche per questo film un timing diverso avrebbe probabilmente generato numeri maggiori. A livello globale è uno dei flop della stagione, perché gli incassi mondiali equivalgono ai costi (20 milioni di dollari) e, come sappiamo, un film deve almeno raddoppiare il budget per andare in pareggio.
LA MIA BANDA SUONA IL POP (data di uscita 20 febbraio 2020 – incasso € 371.086)
Anche Fausto Brizzi arriva nel periodo peggiore, quello dei primi contagi nazionali, e ovviamente l’andamento del suo film ne risente. Il debutto nel primo week-end è in ottava posizione, con 645 euro di media in 373 sale. La seconda settimana risale di una posizione, ma siamo nel pre lockdown, con molti cinema nelle regioni più colpite dal Covid che sono già stati chiusi. Difficile trarre conclusioni significative, ma sembra confermarsi un trend in discesa per l’autore romano che, al di là del periodo sfortunato, pare avere un po’ perso il contatto con il grande pubblico (anche il precedente Se mi vuoi bene non aveva raggiunto il milione di euro).
IL RICHIAMO DELLA FORESTA (data di uscita 20 febbraio 2020 – incasso € 1.098.942)
Il romanzo di Jack London è un classico, il cinema lo ha già trasposto più volte, per la quinta ci si affida a un’icona del cinema d’avventura, il virile Harrison Ford, qui in versione definitivamente senile, ma anche alla computer grafica, determinante per dare espressività al cane protagonista. Aspetto divisivo quest’ultimo, apprezzabile forse più per testare i progressi della tecnica che per dare verità a un protagonista animale. Al riguardo può essere interessante confrontare il film con Togo della Disney, in cui l’animale lo è (quasi sempre) per davvero e recita come ai vecchi tempi. Ma l’insuccesso del film (budget 135 milioni di dollari, incasso mondiale 107,6 milioni di dollari) è dovuto unicamente al Coronavirus. Esce infatti più o meno ovunque a fine febbraio e incappa nella progressiva chiusura dei cinema. In U.S.A. incassa 62,3 milioni di dollari, in Francia, come sappiamo arrivata più tardi al lockdown, 8,1 milioni di dollari e negli altri mercati cifre non particolarmente significative. In Italia, considerando le insidie del periodo, si comporta più che bene e potrebbe essere uno dei titoli su cui puntare quando le sale riapriranno, perché non ha di sicuro ancora espresso tutto il suo potenziale.
VOLEVO NASCONDERMI (data di uscita 4 marzo 2020 – incasso € 115.906)
Il film di Giorgio Diritti è stato sicuramente il più penalizzato di questo periodo. Dopo la presentazione alla Berlinale e il premio a Elio Germano, il 27 febbraio era la data perfetta per beneficiare della visibilità conquistata. Poi sappiamo come è andata. Con la chiusura dei cinema del nord, nelle regioni più colpite, si è deciso prima di rinviare l’uscita e poi di tentare il tutto per tutto arrivando il 4 marzo nelle sale ancora aperte e con sedute distanziate. Nella giornata di debutto si posiziona al secondo posto, dietro a Bad Boys for Life che però ha più schermi a disposizione (220 contro 168), con un misero bottino di € 25.303 e 4.514 spettatori. Da giovedì 5 è sempre al primo posto, ma sempre con numeri bassi, anche perché le notizie che si susseguono sono disorientanti e non inducono a frequentare la sala cinematografica. Sarà uno dei titoli su cui puntare per la riapertura e infatti la 01 Distribution considera questa prima tragica uscita come una sorta di anteprima in vista del vero sfruttamento del film, quando i cinema riapriranno.
TROLLS WORLD TOUR (data di uscita 10 aprile 2020 – in streaming)
Doveva uscire nelle sale di tutto il mondo in aprile e aveva già una campagna marketing avviata che la Universal ha deciso di sfruttare per lanciare il film direttamente sulle piattaforme streaming, ribadendo la centralità della sala ma non aspettandone la riapertura. In U.S.A. il prezzo del noleggio è 19,99 dollari, in Italia ci si uniforma a quel modello e si propone una tariffa, decisamente fuori mercato, di 15,99 euro. Subito dopo il debutto Universal sottolinea alcuni record del film: il maggiore pre-ordine di sempre, il record nel giorno di apertura, il film più venduto nei primi 3 giorni. Ovviamente si tratta di dati incontestabili, nel senso che provengono da chi il film lo ha distribuito e non da una piattaforma che accentra tutti i numeri relativi al noleggio, per cui funzionano più da cassa di risonanza per il film che da oggettivo punto di partenza. In ogni caso l’entusiasmo per i risultati ottenuti (pare intorno ai 100 milioni di dollari) è tale da indurre la Universal a lanciarsi in dichiarazioni che non passano inosservate. Dalle pagine del “Wall Street Journal” Jeff Shell, CEO di NBCUniversal, afferma “I risultati di Trolls World Tour hanno superato le nostre aspettative e dimostrano la validità di uno strumento come il PVOD. Non appena i cinema riapriranno, ci aspettiamo di distribuire film in contemporanea in entrambi i formati”. La risposta di alcune importanti catene di esercenti (AMC, Cineworld, UNIC) foraggiate dalla NATO (l’Associazione degli Esercenti Cinematografici Americani), non si è fatta attendere, prospettando un boicottaggio nelle loro sale dei film Universal.
Dall’abbattimento della finestra temporale tra sala e streaming, se non si raggiunge un accordo, potrebbero uscirne danneggiate tutte le parti coinvolte. Pensiamo a franchise come Jurassic Word o Fast & Furious, immaginiamo un’uscita in contemporanea tra piattaforme e cinema. Se i conflitti non si appianano Universal rischia di avere molte meno sale per distribuire il suo film e farlo diventare un campione di incassi, dall’altro lato molte sale potrebbero non avere un quasi sicuro blockbuster per fare il pieno di spettatori. Chi la spunterà? Possibile il buon senso? Ma dove sta in un caso come questo?
Il terzo trimestre si conclude così, nel buio della sala senza l’accensione dello schermo. In queste giornate di confusione collettiva, in cui tutto e il contrario di tutto è stato detto, l’ultima notizia ufficiale è che dal 15 giugno le sale potranno riaprire, ma secondo un rigido protocollo che sta facendo molto parlare, in quanto non semplice da osservare e fare osservare e decisamente più restrittivo rispetto ad altri esercizi commerciali che hanno potuto già aprire nel mese di maggio.
A tali condizioni è probabile che solo alcuni cinema decidano di riaprire e altri aspettino invece il post estate, in cui si spera che un miglioramento della situazione globale consenta di allentare le misure restrittive.
Vediamo che succederà e teniamoci pronti perché la sala, magari con la mascherina, probabilmente distanziati, eventualmente nelle arene estive, aspetta il nostro ritorno e se amiamo il cinema dobbiamo fare del nostro meglio per supportarlo.
Per qualunque comunicazione l’indirizzo è: