Baro-metro

Il Baro-metro: sguardi dalla sala (01/2018) – 2

I CASI DEL SECONDO TRIMESTRE

Sezione dedicata ai film che si sono distinti a livello di incassi nel bene e nel male, quindi successi e flop, previsti e imprevisti, ma anche sfiziosità. I film sono ordinati in base alla data di uscita; a parità di data l’ordine è alfabetico.

MAZINGA Z – INFINITY (data di uscita 31 ottobre 2017 – incasso € 640.750)

L’intenzione era quella di bissare il successo di Capitan Harlock, che nel nostro paese ha incassato circa 5 milioni di euro, e basi solide, soprattutto logiche, c’erano: la moda dei revival anni ’80, un personaggio di culto, la nostalgia dei genitori abbinata alla curiosità dei figli. Dopo la presentazione alla Festa di Roma e l’uscita massiccia nelle sale (248 schermi), invece, la Lucky Red si è dovuta accontentare di un bottino piuttosto modesto. Il debutto è al 14° posto con una media di appena 1000 euro e la settimana successiva Mazinga Z è già abbandonato al suo destino in 22esima posizione. Del resto perde 185 sale e di conseguenza l’83% degli incassi, ma la media dà ragione al poco sostegno distributivo, infatti scende a 667 euro. Anche in Giappone non brilla: debutta al quinto posto del box-office a metà gennaio e finora ha incassato solo 1,7 milioni di dollari. Modesti anche i risultati di Francia (85 mila dollari) e Spagna (395 mila dollari). Al di là dei riscontri critici, tiepidi anche per Capitan Harlock, potrebbe essere stata proprio la curiosità delusa nei confronti di quest’ultimo ad aver generato una certa distanza dall’ennesima operazione revival. Oppure è proprio l’appeal del film (animazione tradizionale e solo in parte in computer grafica) ad avere relegato l’opera al target bambini creando una sorta di black-out: i grandi, a cui la nostalgia è dedicata, si ritengono fuori tempo limite e i bambini non conoscono abbastanza il personaggio. Che qualcosa non abbia funzionato è comunque un dato di fatto.

SAW: LEGACY (data di uscita 31 ottobre 2017 – incasso € 2.876.542)

Al cinema puoi morire ripetutamente, ma se si si fiutano possibilità di incasso la resurrezione è in un baleno e si trova qualunque tipo di espediente per non perdere l’occasione di una reunion con il box-office. Del resto la serie “Saw”, cominciata nel 2004 con Saw – L’enigmista di James Wan, si è rivelata una vera e propria miniera d’oro: costi irrisori per incassi milionari. Quindi perché non tornare in pista con un ottavo capitolo? E l’operazione, complice l’uscita ad Halloween, funziona alla grande: 102,9 milioni di dollari worldwide a fronte di un budget di appena 10 milioni di dollari. Un moltiplicatore decisamente interessante per una serie che conferma un rapporto costi/benefici sogno di qualunque attività imprenditoriale. Grazie alla forza di Jigsaw, entrato ormai nel mito, il film viene distribuito capillarmente in tutto il mondo. In America incassa 38 milioni di dollari e negli altri mercati non ha punte significative ma una fan base molto solida che risponde prontamente all’appello. Succede anche in Italia dove nel primo week-end debutta al secondo posto con quasi un milione di euro e la migliore media per sala della top-10 (€ 3.436 in 288 sale). Come da regola del genere, la partita si gioca rapidamente: seconda settimana con un calo del 58% negli incassi (9° posto al box-office) e terza settimana in caduta libera (-75% e 15° posto). Per gli amanti delle statistiche, il film più visto della saga in Italia è Saw 3D nel 2010 (7 milioni di euro), in U.S.A. è record con Saw II nel 2005 (87 milioni di dollari) e nel mondo è Saw III nel 2006 a detenere il record di incassi (164,8 milioni di dollari). Complessivamente gli otto film hanno incassato globalmente 970 milioni di dollari a fronte di un budget totale, quindi relativo a tutti i film della serie, di 77 milioni di dollari. Se continua così la saga potrebbe essere solo agli inizi.

AUGURI PER LA TUA MORTE (data di uscita 9 novembre 2017 – incasso € 2.216.072)

Un’idea tutt’altro che originale ma divertente (la protagonista rivive sempre il giorno del suo compleanno in cui è stata uccisa) viene declinata in chiave teen e si accontenta di compiacere il target di riferimento diventando quasi un V(ietato) M(aggiori) 14. Il pubblico (e non solo teen) grazie a un trailer accattivante risponde prontamente all’appello rendendo il film il sogno nel cassetto di qualsiasi produttore: budget di appena 4,8 milioni di dollari e incasso mondiale di 117,9 milioni di dollari (di cui 55,6 in America). Da confrontare con il  più riuscito ma di minor successo Prima di domani uscito in estate: budget circa uguale ma riscontro globale di appena 16,1 milioni di dollari.

PADDINGTON 2 (data di uscita 9 novembre 2017 – incasso € 2.658.202)

Paddington fu una piacevole sorpresa del Natale 2015 e in Italia sfiorò i 5 milioni di euro. Andò bene globalmente, infatti riuscì a incassare 268 milioni di dollari a fronte di un budget di 55 milioni di dollari. Quasi inevitabile un seguito che, infatti, arriva puntuale dopo due anni. In Italia non sfida le uscite natalizie ma anticipa le feste e perde circa la metà degli spettatori del capostipite. Andamento simile negli States, anche se è ancora in pieno sfruttamento quindi è presto per trarre conclusioni, mentre in Gran Bretagna è pressoché stabile (58,8 milioni di dollari contro i 65 milioni della prima puntata). In Cina, invece, raddoppia gli incassi passando da 16,7 a 32,5 milioni di dollari. In ogni caso il successo – anche in considerazione della riduzione del budget a 40 milioni di dollari e di un incasso globale, per ora, di 193,4 milioni di dollari – è assicurato. Arriverà una terza puntata? Non è da escludere. Speriamo solo più brillante del secondo capitolo e che non si accontenti di essere sciocchina.

THE PLACE (data di uscita 9 novembre 2017 – incasso € 4.324.703)

Dopo il successo straordinario di Perfetti sconosciuti, Paolo Genovese osa l’impensabile e sperimenta qualcosa di completamente diverso: il dramma metafisico. Nonostante un risultato non all’altezza delle ambizioni bisogna riconoscere il coraggio di una scelta così fuori dai canoni nostrani. Visto il taglio inusuale dell’opera un risultato esagerato era impensabile, e Perfetti sconosciuti con il suo incasso di 17,3 milioni di euro pare subito modello improprio, ma la soglia minima dei 5 milioni di euro sembrava alla portata. Invece, dopo un solido ma non stratosferico debutto (1,6 milioni di euro in 509 sale con una media di € 3.285, la migliore della top-20 dopo € 3.658 di Auguri per la tua morte), il passaparola non lo premia. Alla seconda settimana perde solo il 36% degli incassi, c’è ancora curiosità, ma alla terza risente dell’uscita de Gli sdraiati e perde un ulteriore 55%. Il più ormai è fatto e con dicembre e la quarta settimana di programmazione esce dalla top-10 confermando un trend non particolarmente brillante.

GOMORRA – LA SERIE (dal 14 al 16 novembre 2017 – incasso € 497.102)

Solitamente si dice che la televisione non aiuti il cinema. Ecco un esempio che dimostra il contrario. I primi due episodi della terza stagione della famosa serie Sky, infatti, in sala per sole due giornate feriali, il 14 e 15 novembre, fanno il botto: prima posizione in entrambe le giornate con circa 500 mila euro di incasso complessivo. A onor del vero nella seconda giornata gli spettatori sono stati maggiori per il secondo classificato The Place (34.745 contro 26.284) a causa del prezzo maggiorato per la serie tv, ma si tratta comunque di un risultato eccezionale, anche perché a pochissimi giorni dalla messa in onda sulla pay-tv. Cosa dimostrano questi numeri? Sicuramente che c’è spazio per contenuti alternativi e che l’evento, anche se di nicchia, anzi forse proprio perché di nicchia, funziona molto bene nelle giornate feriali perché diventa un richiamo per appassionati che sono disposti a pagare anche un prezzo maggiorato per vedere un’anteprima su grande schermo. Per un risultato così ottimale l’efficacia della promozione è ovviamente fondamentale e la presenza di parte del cast in alcune sale di Roma e Milano ha sicuramente aiutato. Tutto ciò dimostra anche la schizofrenia del mercato e delle relative riflessioni di appassionati e addetti ai lavori. Se da una parte, infatti, c’è chi scarica illegalmente i film che sono in sala per poi vederli in condizioni pessime, dall’altra c’è chi potrebbe aspettare qualche giorno per vedere la sua serie tv preferita in chiaro ma sceglie di pagare un prezzo maggiorato pur di condividerla insieme ad altri e in anteprima su grande schermo. Qual è allora lo spettatore medio a cui rivolgersi? Forse non esiste.

JUSTICE LEAGUE (data di uscita 16 novembre 2017 – incasso € 6.730.862)

All’universo cinematico della Marvel continua a tentare di contrapporsi quello della DC Comics con il quinto film della serie. La sfida risulta ancora una volta impari perché la partita si chiude con una decisa vittoria degli Avengers su tutta la linea, sia dal punto di vista artistico che negli incassi. Nonostante le lamentele della fan base, il massacro della critica e il fatto che il film sia il minore incasso dei film DC Comics, si tratta comunque di un grande successo: 656 milioni di dollari worldwide, di cui il 65,2% dai mercati extra americani, con ben 106 milioni di dollari dalla Cina. Numeri elevati, ma appena sufficienti a coprire il budget extra-large di 300 milioni di dollari. In U.S.A. 228,5 milioni di dollari, anche in questo caso il minore incasso per un film DC Comics. Vista l’accoglienza, alta ma inferiore alle attese, il sequel inizialmente dato per certo è in fase di studio e nessuna data di uscita è ancora stata fissata.

GLI SDRAIATI (data di uscita 23 novembre 2017 – incasso € 2.226.437)

Non sempre un grande successo editoriale trova la giusta trasposizione cinematografica. Nel caso de “Gli sdraiati” di Michele Serra l’operazione era particolarmente difficile perché il libro è una sorta di flusso di coscienza, mentre sul grande schermo il racconto prende forma narrativa tradizionale. Probabilmente si puntava sul buon nome degli artisti coinvolti (da Francesca Archibugi alla regia a Claudio Bisio come protagonista) ma il risultato non è piaciuto granché alla critica e poco anche al pubblico (6 è il voto su IMDB) che, in un novembre che non vuole saperne di decollare, risponde pigramente. Il debutto nel primo week-end è in seconda posizione, ma sotto il milione di euro in 381 sale (media dignitosa di € 2.528). La settimana successiva le sale diventano 425 ma la media dimezza e il film non si riprende più. Alla terza settimana è già nono e alla quarta resta in 39 sale e crolla in 17esima posizione.

GLI EROI DEL NATALE (data di uscita 30 novembre 2017 – incasso € 2.057.144)

Non di sola Disney/Pixar vive l’animazione e nemmeno di Blue Sky e Dreamworks. A scendere in campo con una favola natalizia, e distribuita in tutto il mondo in prossimità delle festività natalizie, sono Sony e The Jim Henson Company, mentre l’animazione è stata realizzata dai canadesi Cinesite Studios. L’idea è quella di raccontare la Natività dal punto di vista dell’asino del Presepe e di altri animali. Le ambizioni sono modeste, il budget è di 20 milioni di dollari, ma il film coglie il giusto timing e ottiene una buona distribuzione in U.S.A. (2.976 schermi per 40 milioni di dollari di incasso) e anche negli altri mercati. Risultato globale di 61,8 milioni di dollari ampiamente remunerativo. In Italia lo distribuisce Warner Bros in anticipo sul Natale e ottiene il miglior risultato al mondo dopo America e Francia.

SEVEN SISTERS (data di uscita 30 novembre 2017 – incasso € 1.145.774)

Nonostante la tiepida accoglienza critica, che mediamente sottolinea buchi di sceneggiatura e caratterizzazioni deboli dei personaggi, il film potrebbe diventare un cult grazie soprattutto all’originalità del plot. Mentre in quasi tutto il mondo è disponibile su Netflix a partire dal 18 agosto 2017, in Italia arriva nelle sale grazie a Koch Media ed esce in 217 sale ottenendo un interesse crescente, comunque costante, (lo testimonia la media per sala tra le più alte della top-10, anche nei feriali). Le sale in cui è programmato, però, anziché aumentare diminuiscono. Un po’ più di sostegno gli avrebbe consentito di raggiungere cifre più alte. Curioso il cambio di titolo per il nostro paese. Passa infatti da What Happened to Monday a Seven Sisters, quindi da un titolo in inglese a un altro sempre in inglese.

SMETTO QUANDO VOGLIO – AD HONOREM (data di uscita 30 novembre 2017 – incasso € 2.518.571)

Il film diretto da Sydney Sibilia conferma il trend discendente della trilogia partita con grande risalto con Smetto quando voglio nel 2014 (4,5 milioni di euro) e proseguita a febbraio 2017 con Smetto quando voglio – Masterclass (3,4 milioni di euro). Il debutto del terzo capitolo è al secondo posto del box-office, con una discreta media nelle 408 sale in cui è programmato (€ 2.541). Alla seconda settimana il calo è appena del 28%, ma la media si riduce (€ 1.919 in 391 sale). Come il più delle volte accade, ridotta la fan base e la curiosità iniziale, è con la terza settimana che le cose si complicano. Il film perde infatti 249 sale e di conseguenza il 79% degli incassi, posizionandosi in nona posizione. Del resto occorre lasciare spazio ai film di Natale che escono proprio a metà dicembre. Per un film collocato in un periodo così fitto ogni sostegno distributivo diventa ipotesi quanto mai remota. Solo incassi superlativi avrebbero potuto cambiare le cose. Cosa che non è avvenuta.

SUBURBICON (data di uscita 6 dicembre 2017 – incasso € 905.576)

Uno dei misteri non solo italiani, ma proprio mondiali. Regia prestigiosa (George Clooney), cast importante (Matt Damon, Julianne Moore e Oscar Isaac, tra gli altri), nientepopodimenoche i fratelli Coen in co-sceneggiatura, il genere noir, che qualche estimatore ce l’ha, eppure il pianeta lo ha rifiutato. Passato nell’indifferenza al festival di Venezia, dove era in Concorso, stroncato dalla critica (su Rotten Tomatoes ha solo il 28% di recensioni positive), non supera nemmeno la prova del pubblico (5,5 il voto su IMDB). In U.S.A. incassa solo 5,7 milioni di dollari, nonostante le 2.046 sale in cui esce (è la 32esima peggiore uscita di tutti i tempi per un film uscito in più di 2.000 sale), e il resto del mondo aggiunge solo pochi spiccioli, fino a un totale di 10,1 milioni di dollari a fronte di un budget di 25 milioni di dollari. L’Italia, in cui il film arranca nonostante le 390 sale in cui è distribuito, è insieme alla Francia il paese in cui il film va meglio. Il che, visti i risultati modesti, la dice lunga sull’esito di un’opera tutt’altro che disprezzabile che avrebbe meritato sicuramente di più.

LA RUOTA DELLE MERAVIGLIE (data di uscita 14 dicembre 2017 – incasso € 2.945.818)

Rischia di essere l’ultimo film di Woody Allen visibile al cinema. Ma siamo ottimisti e speriamo che la ragione abbia il sopravvento. Comunque sia è uno dei suoi titoli meno remunerativi degli ultimi anni. È uscito in U.S.A. il 1° dicembre, quindi un mese prima che i riflettori si accendessero sul regista newyorchese per due “nuovi” presunti scandali: la pubblicazione sul Washington Post di appunti e copioni mai realizzati donati dallo stesso Allen all’Università di Princeton da cui si deduce “profonda misoginia e riflessioni lascive”; le rinnovate accuse di stupro della figliastra Dylan Farrow che tanta eco hanno avuto. Arrivato in America in 536 sale ha incassato solo 1,4 milioni di dollari. Il precedente Cafè Society, in un numero di sale di poco maggiore (631), aveva incassato 10 volte tanto. Non è andata meglio nel resto del mondo che aggiunge solo 10 milioni di dollari. L’Italia è il paese più remunerativo del mondo grazie alla massiccia distribuzione della Lucky Red (263 sale la prima settimana, 318 la seconda) e conferma l’appeal di Woody Allen nel nostro paese. Potrebbe arrotondare, e non di poco, grazie agli importanti mercati in cui uscirà tra gennaio e marzo (Francia, Russia e Gran Bretagna). Comunque incassi in calo per Woody anche in Italia: Café Society, Irrational Man, Magic in the Moonlight, Blue Jasmine, per restare ai suoi ultimi film, avevano tutti superato di slancio i 3 milioni di euro. Che per questioni meramente anagrafiche il pubblico di Allen si stia assottigliando e manchi un solido ricambio generazionale?

BRIGHT (data di uscita 22 dicembre 2017non in sala ma su Netflix)

Il primo blockbuster targato Netflix, con 90 milioni di dollari di budget, sfodera l’arma segreta Will Smith e i risultati si fanno sentire. I primi rilevamenti Nielsen, relativi soltanto a chi ha visto il film in America in TV, e non su un computer o su altri dispositivi, parlano di 11 milioni di spettatori nei primi tre giorni di programmazione. Considerando un biglietto medio di 7 dollari verrebbe un primo week-end da 77 milioni di dollari. Davvero niente male per un film stroncatissimo dalla critica (27% di recensioni positive su Rotten Tomatoes), ma apprezzato dal pubblico anche se con numeri non omogenei (gradimento all’86% su Rotten Tomaotes e voto 6,5 su IMDB). Al di là dei titoloni altisonanti e del risultato artistico controverso, il dato andrebbe meglio analizzato per essere davvero significativo, perché un conto è uscire di casa e pagare un biglietto per vedere un film, diverso trovarsi una piattaforma a cui si è abbonati con un nuovo titolo molto pubblicizzato e decidere di vederlo con un clic. La domanda è quindi: quanti di quelli che hanno Netflix sarebbero usciti di casa e avrebbero pagato un biglietto per andare a vedere Bright? Ma forse sarebbe più interessante capire quanti nuovi abbonati ha portato l’inserimento di un film di tale portata. In ogni caso un’opera che segna un passaggio importante, quello che sposta la visione del blockbuster dalla sala con schermo grande al salotto di casa con schermo inevitabilmente più piccolo. Una tendenza con cui si dovrà per forza scendere a patti e che rende il film esperienza irrinunciabile (perdersi in storie sarà sempre parte della natura umana) ma la sua fruizione sempre più variegata.

TUTTI I SOLDI DEL MONDO (data di uscita 4 gennaio 2018 – incasso € 2.564.795)

Resterà alla storia per l’opera con cui si è conclusa la carriera di Kevin Spacey che, infatti, a causa di dichiarate ma non denunciate molestie, è stato sostituito da Christopher Plummer a riprese già ultimate e a meno di un mese dall’uscita in sala. Tolto questo aspetto, che accende più di una curiosità, anche sulla riuscita dell’opera, si esauriscono i motivi di interesse nei confronti del film. Senza soffermarsi sulla questione morale (ha senso valutare l’interpretazione di un attore per la sua vita privata?) ma attenendosi a quella commerciale, l’operazione ha portato benefici? Il film sarebbe stato rifiutato dal pubblico a causa della presenza di Spacey o si sarebbe potuto creare maggiore curiosità proprio a causa della presenza di Spacey? Non è dato saperlo. L’unica cosa certa è che il risultato non ha brillato da nessuna parte: 46,1 milioni di dollari l’incasso mondiale, insufficiente a coprire il budget di 40 + 10 milioni di dollari (i 10 sono per le riprese aggiuntive causa eliminazione di Kevin Spacey).

BENEDETTA FOLLIA (data di uscita 11 gennaio 2018 – incasso € 7.825.384)

E intanto Carlo Verdone non sbaglia un film. È infatti uno dei pochi autori italiani che, pur tra risultati commerciali alti e meno alti (e artistici a volte così così), riesce comunque a convincere più di un milione di italiani a smuovere il culone dal divano per uscire di casa ed entrare in una sala cinematografica. Tutto ciò con cadenza biennale. Può sembrare scontato ma non lo è affatto. Per Benedetta follia, con un primo week-end da 3,5 milioni di euro, si è gridato al miracolo, soprattutto perché l’uscita è stata pressoché concomitante con le statistiche sul 2017 fornite da ANEC, ANEM e ANICA e trovare un dato concreto che confutasse la quota tutt’altro che esaltante del cinema nazionale nel 2017 (la peggiore degli ultimi quattro anni) è stata senza dubbio una boccata d’ossigeno. Per il resto, dopo due settimane al primo posto, l’arrivo di Ligabue e di Made in Italy riduce un po’ l’impatto del film che difficilmente raggiungerà i 10 milioni di euro, come invece era accaduto per Sotto una buona stella nel 2014 (10,2 milioni di euro). Il risultato finale si attesterà con tutta probabilità a metà strada tra il precedente L’abbiamo fatta grossa (8,3 milioni di euro) e Posti in piedi in paradiso del 2012 (9,3 milioni di euro).

ELLA & JOHN (data di uscita 18 gennaio 2018 – incasso € 2.384.936)

Al festival di Venezia era in Concorso ma ne è uscito a mani vuote dividendo critica e pubblico tra adoranti e stroncanti. Posizionando il film in gennaio la 01 Distribution sperava forse di poter sfruttare eventuali candidature agli Oscar ai due protagonisti, ma tolta Helen Mirren in lizza come protagonista ai Golden Globe, il film non ha avuto particolare eco. Incasso dignitoso in Italia, ma da un autore come Virzì alla sua prima trasferta americana, con un cast di alto livello (Helen Mirren e Donald Shuterland), le aspettative erano senza dubbio più alte. Anche perché viene dopo il grande successo di La pazza gioia che ha incassato nel nostro paese 6 milioni di euro. Negli Stati Uniti è previsto a partire dal 9 marzo 2018, mentre in Francia (203 mila dollari) e Olanda (472 mila dollari) non si distingue particolarmente.

IL VEGETALE (data di uscita 18 gennaio 2018 – incasso € 2.587.863)

Seguire il target di riferimento o tentare il grande salto? Fabio Rovazzi, con la complicità dell’abile confezionatore di successi Gennaro Nunziante, opta per la prima scelta e diventa protagonista di un film costruito a misura di bambino. Decisione rischiosa, finalizzata a evitare il tonfo di altri youtuber (pensiamo ai The Jackal, miti sul web ma con soli 700 mila euro incassati con Addio fottuti musi verdi), anche artisticamente discutibile, ma commercialmente vincente perché rispettosa dei più grandi sostenitori di Rovazzi che sono, appunto, i bambini. Target estendibile alle “famiglie di bocca buona” disposte ad accompagnarli. Perché di bocca buona? Beh, perché in grado di chiudere un occhio, anche tutti e due, davanti a un prodotto che fa dell’edulcorazione il suo cavallo di battaglia. L’operina innocua, incolore e insapore finisce quindi per fare il suo dovere e, soprattutto nelle domeniche pomeriggio, riempie le sale. Distribuisce con grande slancio, forse troppo, la Disney che nel primo week-end trova la disponibilità di 442 sale.

FABRIZIO DE ANDRÈ – PRINCIPE LIBERO (data di uscita 23 e 24 gennaio 2018 – incasso € 771.602)

Incredibile il risultato della fiction televisiva di Luca Facchini con Luca Marinelli nella difficile parte del celeberrimo artista della canzone italiana. Nexo riesce infatti a trasformare l’appuntamento in un evento imprescindibile per gli appassionati, tra l’altro a prezzo maggiorato e a poche settimane dalla messa in onda in chiaro sulla tv pubblica. In entrambe le giornate feriali l’opera è prima con numeri importanti (333 mila e 386 mila euro) e rivitalizza il box-office distanziando ampiamente, anche come spettatori, Benedetta follia in seconda posizione. Ennesima dimostrazione di come il grande schermo possa diventare appetibile anche in situazioni apparentemente ostili. Non è quindi sempre questione di prezzo del biglietto, e nemmeno della concorrenza di altri canali distributivi, ma della capacità di rendere l’evento esperienza irrinunciabile.

DOWNSIZING (data di uscita 25 gennaio 2018 – incasso € 289.502)

C’è sempre molta curiosità per il film che apre il festival di Venezia perché in più di un’occasione si è rivelato protagonista della notte degli Oscar. Pensiamo a La La Land, ma anche a Gravity oppure Birdman, tanto per citarne alcuni. Era quindi grande l’attesa per l’ultima opera di Alexander Payne, autore tra l’altro da sempre nelle corde dell’Academy e già plurivincitore per la sceneggiatura di Sideways e Paradiso amaro. Invece questa volta una bella idea sfuma in un nulla di fatto e il film si sgonfia progressivamente fino a rivelarsi per quello che è: un’opera non riuscita. A ridosso della manifestazione lidense in pochi si sono sbilanciati esprimendo un giudizio sincero, a distanza di mesi tutti sono invece concordi nello stroncare il film senza riserve. Posizionato strategicamente dalla 20th Century Fox vicino alle nomination agli Oscar, sperando invano in qualche candidatura, il film sconta un’uscita americana natalizia che ne ha decretato l’insuccesso (24,4 milioni di dollari in 2.668 sale). Difficile riprendersi dopo tante batoste. Ci si prova con un trailer che mostri l’originalità del soggetto, si spera in Matt Damon (Suburbicon ha però dimostrato che non può fare miracoli), ma il primo week-end non va oltre il 14° posto con una media, nelle 221 sale in cui è programmato, poco incoraggiante (€ 1.310). Incassi globali di 50,4 milioni di dollari a fronte di un budget di 68 milioni di dollari.

UNA RIFLESSIONE SUI TITOLI D’ESSAI

Sono vari i film premiati nei festival più importanti e prestigiosi del mondo che vengono distribuiti nel II trimestre, ma solo uno è in grado di raggiungere, al pelo tra l’altro, la soglia del milione di euro: The Square, il vincitore della Palma d’Oro a Cannes. Tutti gli altri – L’insulto (723 mila euro), Corpo e anima (243 mila euro), Loveless (336 mila euro) – e anche opere di autori importanti restate a mani asciutte nei festival in cui sono state presentate – Happy End (305 mila euro) e Detroit (285 mila euro) – faticano invece a intercettare il pubblico, nonostante non sempre il numero delle sale sia così limitato. Per dire, Detroit è arrivato su 145 schermi. Un dato che evidenzia la difficoltà per il cinema meno commerciale di trovare spazio non tanto nelle sale, quanto nell’interesse dello spettatore, sempre più sollecitato da un marketing finalizzato a rendere l’esperienza cinematografica un evento, quindi con poco margine per opere che vivono soprattutto di passaparola, curiosità e interesse personale verso qualcosa di diverso dal mainstream. Lode quindi a un film come The Square, senza attori famosi, diretto da un regista che pochi conoscono, di una cinematografia poco frequentata (Svezia) che riesce a imporsi grazie al contagio tra spettatori e al sostegno distributivo di Teodora (le sale passano da 69 a 74 a 81, poi calano gradualmente). Ma se un film riesce a bucare l’indifferenza del pubblico, sono troppi quelli che invece faticano a trovare occhi disponibili ad aprirsi a ignoto e meno noto.

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Con il capitolo conclusivo del brand “50 sfumature di…”, i film degli Oscar (a cui dedicheremo un apposita sezione nel prossimo numero) e il ritorno degli Avengers, splenderà il sole sulla classifica del prossimo trimestre in linea con la primavera in arrivo? Ce lo auguriamo. Intanto non dimentichiamoci di andare ogni tanto al cinema per ricaricarci e chiudere tutto il resto fuori dallo schermo.

Non mi resta che augurarvi, come al solito, buone visioni, su queste pagine e in sala.

Come sempre, per confronti, opinioni, chiacchiere, consigli, proposte, suggerimenti, l’indirizzo è:

LUCA BARONCINI

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