Noir, Recensione, Thriller

IL BACIO DELL’ASSASSINO

Titolo OriginaleKiller’s kiss
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1955
Durata67’

TRAMA

Davey, pugile fallito, difende la ballerina Gloria dalle angherie del violento proprietario del locale dove si esibisce e se ne innamora, attirando le gelosie di quest’ultimo.

RECENSIONI

Il secondo lungometraggio dell’indipendente Stanley Kubrick (anche produttore, sceneggiatore, direttore della fotografia e montatore), ancora a bassissimo budget (75.000 dollari), rivisita un ambiente (la boxe) che conosceva bene, dalle istantanee scattate da fotografo per la rivista “Look” alla regia del documentario Day of the Fight. Kubrick è geniale nell’ovviare ai propri limitati mezzi con l’inventiva (se ne accorsero quelli della United Artists che comprarono il suo film “amatoriale”), per una direzione e una struttura formale che preannunciavano la nascita di una personalità forte nella Settima Arte, segnata dal gusto per il racconto d’effetto, la violenza fisica nella finzione e della visione, la cura del montaggio (dieci mesi di lavoro), la visione pessimistica (un protagonista che sopravvive, un amore che non ha speranza, una New York desolata e malavitosa), l’espressionismo figurativo giocato, anche, sulle pause e gli onirismi, in una rilettura del noir in forma astratta. Certe sequenze, soluzioni estetiche e modi di ripresa sono memorabili: l’incontro di boxe, il bicchiere che si frantuma contro la cinepresa, il volto deformato dalla vasca dei pesci, le immagini in negativo dell’incubo, la corsa sui tetti. Se la critica, all’epoca, fu indifferente, meglio rivolgersi ai registi, come Glauber Rocha: “Un lavoro di grande forza plastica, di forte espressione ritmica (…). Kubrick pone le premesse di un nuovo cinema. Egli è rivoluzionario perché rompe la linea tradizionale del racconto diretto e in successione cronologica, retrocedendo in un tempo eminentemente drammatico”. La ballerina Iris è interpretata dalla seconda moglie di Kubrick, Ruth Sobotka.