TRAMA
A New Orleans, Irene conosce finalmente il fratello, il quale le rivela che sulla famiglia pesa una terribile maledizione. La ragazza s’innamora del curatore di uno zoo, mentre una pantera nera semina il terrore in città.
RECENSIONI
"Una fantasia erotica sull'animale che c'è in tutti noi" recita il sottotitolo di questo rifacimento del cult-movie omonimo di Jacques Tourneur e Val Lewton (1942): ciò che là era inespresso, giocato sulle ombre, sotterraneo, viene qui esplicitato e tradotto in immagini violente e seducenti. Paul Schrader si pone di fronte all'opera originale, citata anche con la scena della piscina interna, come Brian De Palma farà l'anno dopo con lo Scarface di Howard Hawks: s'ispira ad un capolavoro maledetto del passato e riesce ad emularne la potenza evocativa, allontanandosi da quegli stilemi nel tentativo di riprodurne la sostanza, adattandolo cioè ad un moderno che si ciba di sangue, emozioni forti, sessualità manifesta e barocchismo figurativo. Nastassja Kinski è una vergine sedotta dal Male, l'Eros palesato sotto forma di maledizione richiama un senso di colpa biblico, mitologico, frutto del peccato. Se la sceneggiatura di Alan Ormsby (collaboratore del regista Bob Clark, quando dirigeva ancora film dell'orrore) lascia qualche volta perplessi, soprattutto nella mitopoiesi, il fascino della pellicola non ne risente affatto, cullato anche dall'ammaliante fotografia di John Bailey che trasfigura New Orleans, dal corpo acerbo e dallo sguardo diabolicamente innocente della Kinski, dai punti d'inquadratura estrosi di Schrader, dai trucchi di Albert Whitlock. Anche la title-track di Giorgio Moroder e David Bowie (la versione estesa è presente solo nella colonna sonora originale), dà i brividi.