Commedia, Recensione

IERI, OGGI, DOMANI

NazioneItalia/Francia
Anno Produzione1963
Genere
Durata115'

TRAMA

Tre episodi: una donna che vive di espedienti cerca di evitare il carcere con continue gravidanze, finché l’impegno si rivela troppo stressante per suo marito; la relazione clandestina tra una ricca donna sposata ed un intellettuale; una prostituta riceve la visita di un suo amante ma deve vedersela con un giovane seminarista che si infatua di lei e con la sua allarmata famiglia.

RECENSIONI

Tre spaccati di vita italiana per due interpreti, nel tentativo di riprodurre il sapore di passato, presente e futuro. L'episodio che si riferisce a "ieri" coglie in effetti grazie alla sua ambientazione popolare (e napoletana) l'atmosfera giusta, superata quanto basta, rigorosamente povera e vitale. Più difficile scorgere il futuro, gli altri due episodi sembrano parlare entrambi del presente, in ambienti diversi, con facce diverse. L'episodio "altoborghese" non possiede però l'energia dell'ultimo, con la celebre e tipica prostituta dal cuore d'oro, autentica e giocosa, irresistibile ed infantile. Accanto a lei un simpatico, sfortunato, paziente uomo-vittima della situazione. Eventi minori, dialoghi brillanti senza eccedere, aria da commedia italiana. Ma quel che funziona di più non è la sceneggiatura (in fondo non geniale) bensì la coppia di protagonisti e la perfetta alchimia che li ha sempre uniti. Qualunque sia il soggetto ed il contesto la Loren e Mastroianni bucano lo schermo e si completano a vicenda. Non solo due grandi attori ma gli attori giusti al posto giusto. Indimenticabile la popolana incinta ma ancor più la prostituta innamorata. Lo strip-tease della giovane Loren davanti all'ululante Mastroianni rimarrà sempre nella memoria di ogni italiano (e non solo italiano) come una delle scene più divertenti e sensuali del nostro cinema.

Un classico da esportazione della commedia all'italiana (vinse, infatti, un Oscar come miglior film straniero). La procacità di Sophia Loren (già immortalata da Vittorio De Sica in La Riffa) in tre versioni femminili spregiudicate, con Marcello Mastroianni che fa da "spalla" e vittima "sessuale". Nel primo episodio è Adelina, da Eduardo De Filippo, popolana verace e buona mamma: un atto d'amore alla "napoletanità" di fetenti dal grande cuore, con un passo quasi da musical. Nel secondo è Anna e rappresenta la tipica borghesia annoiata e superba di Alberto Moravia, dal cui racconto “Troppo ricca” è tratto (ma, rispetto al precedente De Sica/Loren/Moravia, La Ciociara, la cifra stilistica è il disimpegno). Particolare la lunga soggettiva iniziale dalla Rolls Royce, significativo il modo di guidare senza rispetto della donna, ma l'apologo andava sviluppato meglio. Nel terzo episodio, scritto da Cesare Zavattini, interpreta la prostituta Mara: è il più famoso dei tre, grazie allo spogliarello in guêpière nera che fece scalpore. Un bel brano d'erotismo, che fa a gara con la bravura di Mastroianni nell'interpretare un simpatico bolognese che va sempre in bianco. In questo caso, De Sica vuole colpire anche l'ipocrisia del bigottismo, rinvenendo più senso religioso e altruismo in una squillo che nei devoti "istituzionali". Il personaggio di Mara, i toni audaci e grotteschi, ricordano Irma la Dolce di Billy Wilder, dello stesso anno.