Drammatico

I VERDI ANNI

Titolo OriginaleOs verdes anos
NazionePortogallo
Anno Produzione1963
Durata81'

TRAMA

Il diciannovenne Julio, dalla campagna, va a lavorare in città (Lisbona) e s’innamora d’una cameriera.

RECENSIONI

Quest'esordio, insieme al ritorno sul set di Manoel De Oliveira (di cui il regista era stato assistente in Atto di Primavera), ha dato il via al "cinema novo" portoghese. Lo stile, invero, ricorda molto di più quello d'un altro maestro di Rocha, Jean Renoir, con la sua delicata poesia impressionista della fragilità dei sentimenti; unito, magari, al rinnovato neorealismo italiano, quello delle prime regie di Bertolucci e Pasolini, più crudele ed astratto nel rappresentare le passioni ed i drammi. Gli anni verdi sono quelli della giovinezza e della speranza, ma l'Io narrante dello zio del protagonista avverte subito che la vita va presa con calma, che la città illude ed inghiotte i nuovi arrivati. Se con (molta) calma se la prende l'occhio cinematografico di Rocha, intento a pedinare con tatto e pudore i suoi teneri ed ingenui innamorati, non altrettanto si può dire del giovane protagonista, portato alla follia dalla passione, inquieto per la non corrispondenza fra le proprie aspettative e quelle dello spirito libero di Isabel Ruth (un'altra rivelazione), innamorata ma con un pizzico di civetteria (deliziosa quando si prova i vestiti della padrona) e di latente (come l'erotismo) indole ribelle. Dalle ceneri del colore verde esplode, improvvisamente, il rosso della rabbia d'un giovane che si sente tradito dall'amore e dalla città, simbolicamente rappresentata nella stilizzata immagine finale delle automobili. Un altro elemento straordinario è il commento musicale della chitarra di Carlos Paredes, che diventa quello che era stato Miles Davis per Ascensore per il Patibolo di Louis Malle. Sceneggiatura di Nuno Bragança.