Animazione

I FIGLI DELLA PIOGGIA

Titolo OriginaleLes enfants de la pluie
NazioneFrancia/Corea del Sud
Anno Produzione2002
Durata86'
Tratto dalibero adattamento del romanzo “A l'image du dragon” di Serge Bruscolo

TRAMA

Pyross e Hydross sono in guerra da sempre. Almeno fino a quando scoccherà un colpo di fulmine impossibile tra un Pyross e una Hydross.

RECENSIONI

Shakespeare in Love

GIULIETTA è la graziosa Kallisto e appartiene al popolo degli Hydross, cioè i "figli della pioggia” del titolo, che adorano l'acqua e vivono in armonia pietrificandosi nella stagione secca. ROMEO è invece Skan, un Pyross, che vive solo nel calore e per cui l'acqua ha il potere corrosivo di un acido. La storia d'amore tra i due è inevitabile per spezzare la maledizione, far cessare l'inutile guerra tra le due etnie e ridonare armonia all'ambiente. L'ennesima variante shakesperiana incontra l'amore impossibile di "Lady Hawke", sostituendo il giorno e la notte con gli altrettanto ineluttabili opposti, acqua e fuoco. Il percorso lineare della narrazione, però, non deve trarre in inganno. Philippe Leclerc riesce infatti a costruire una favola efficace, valorizzata da una sceneggiatura capace di mantenere desta l'attenzione e calibrare con buon senso del ritmo le risposte ai vari interrogativi che dissemina durante il percorso. I personaggi sono un po' monolitici e caratterizzati in modo essenziale, ma la vulnerabilità consente di metterne in evidenza il lato umano. Il risultato di questa co-produzione franco-coreana è quindi edificante senza eccessi di melassa e si segue come una grande avventura d'altri tempi. Il design spigoloso, ma espressivo, dei protagonisti è opera del celebre cartoonist Philippe Caza.

Meglio non pensare quanto meno semplicistica, più simbolica e visionaria poteva essere quest’opera se l’avesse diretta René Laloux (Il Pianeta Selvaggio), di cui Leclerc era stato assistente, che aveva in progetto di tradurre il romanzo “À l’image du dragon” di Serge Brussolo negli anni ottanta: il tratto dell’esordiente (nel lungometraggio) regista, per quanto basato sui disegni di Caza (“Métal hurlant”: infatti pare, un poco, di rivedere Heavy Metal) è, più che povero, senza pathos. Leclerc non si sofferma mai a cogliere uno sguardo o un’emozione e gli eventi del racconto risolutamente morale di Brussolo si dipanano eccitanti per misteri e colpi di scena in sé. Poco sorprendenti o inventivi anche i fondali, mentre l’animazione ricorda più certe serie Tv (da cui Leclerc proviene) stile Tarzan o He-Man: si deve, però, dare atto a questa co-produzione franco-coreana di possedere l’atmosfera giusta, di saper evocare consone suggestioni per coronare un plot che parte dalla scissione di acqua e fuoco a livello cosmico come ying e yang (identico il simbolo dello stemma che unisce i due elementi) per insegnare come l’odio e la paura, a sfondo religioso, di un popolo verso l’altro si fondi sull’ignoranza e sia cavalcata da governanti con interessi particolaristici. Il messaggio infine appare scontato, ma è visibile, in certi passaggi della convenzionale sceneggiatura, la complessità simbolica del romanzo (la pietra-Sole e la sua ambivalenza: pietrifica gli hydross e al contempo li protegge. Nell’universo tutto si compenetra ed è complementare). Qualche punto di contatto tematico con il coevo lungo d’animazione francese La Profezia di Kaena.