
TRAMA
La gente del suo paese va tutta in cerca dell’oro e Will Andersen non sa con chi portare al mercato il bestiame. Assume dei ragazzini, gli unici rimasti, come cowboys.
RECENSIONI
Non male l’idea dei cow-babies del romanzo di William Dale Jennings, seguiti in un’odissea che, secondo gli sceneggiatori Irving Ravetch e Harriet Frank Jr., forgerebbe veri uomini, almeno nel mito che si ha del Far West: fra whisky, duro lavoro, donne, scazzottate e uccisioni (qualche polemica, alla sua uscita, per la scelta del rito iniziatico). Ci pensa l’uomo vero, con credibile figura paterna, di John Wayne (parrucchino a parte). La materia, fra sentimenti, tenerezze e divertimento, è più che adatta alle corde di Mark Rydell (anche produttore), regista dimenticato ma sagace, elegante, delicato, purtroppo sempre compromesso con la furbizia, qua troppo facile, là efficace: mira a comporre un film western visto dagli occhi dell’adolescenza, esaudendo il desiderio di quest’ultima di essere protagonista nel “genere”. Ci riesce ma, d’altro canto, questa gioventù è osservata solo con il filtro dell’adulto, che ordina e viene obbedito: di freschezza, spontaneità e anarchia pre-adolescenziale neanche l’ombra. Ne consegue che, nelle tappe forzate di formazione, fino all’omicidio, la credibilità ne risente. Poco male e, se il ritmo ha un andamento lasco, non è però spossante. Il film ha dato origine ad un serial televisivo nel 1974 di scarsa fortuna (13 episodi). Colonna sonora di John Williams che si fa notare.
