Avventura, Fantascienza, Recensione

HUNGER GAMES: IL CANTO DELLA RIVOLTA – PARTE 2

TRAMA

Katniss è decisa ad uccidere il presidente Snow: il capo dei ribelli, Alma Coin, le affianca una squadra che la protegga e fornisca filmati di propaganda ma, anche, Peeta, sperando che la uccida.

RECENSIONI

L’ultima freccia

Per il capitolo conclusivo, girato contemporaneamente a Il canto della rivolta - parte 1, riaprono gli “hunger games” con la capitale e le sue trappole come arena: trova compimento il percorso intimo di una Katniss che accetta il fardello da Giovanna d’Arco, ma non le vittime innocenti con l’alibi delle guerre impersonali. Per quanto con maggiori carenze nella verosimiglianza di alcune scene (vedi Katniss creduta morta da tutti dopo il crollo nella piazza del petrolio), questa ‘parte 2’ conferma le qualità di una saga che ha puntato sempre più sulla drammaturgia e il fervore idealistico (à la V per Vendetta) a scapito dell’azione spettacolare, trovando nella magnifica Jennifer Lawrence la sponda per restituire una protagonista sfaccettata nei tormenti e nel peso delle responsabilità, delle decisioni, delle ragioni del cuore e della mente in grado di distinguere fra finzione e realtà. Un modo, anche, di essere coerenti con il tema principe dei racconti di Suzanne Collins, dove alla morte per rappresentazione ludica si preferisce quella per una causa che restituisca la vita agli schiavi: le matrici politiche tornano prepotenti, con il benessere degli “aristocratici” minacciato da bruti (che non conoscono la raffinatezza), la propaganda sovietica per le masse (soldati-simbolo da mandare in zona di guerra), un’ulteriore tappa del circolo vizioso che porta gli oppositori a specchiarsi nel regime (le morti necessarie secondo i Ribelli) e, infine, la tabula rasa in amore (dopo tanti tentennamenti, si esplicita la scelta fra due pretendenti) e in guerra (una freccia tanto prevedibile quanto emozionante), per colpire uomini attaccati più al potere che alle ragioni che glielo hanno donato. Passando per qualche tocco di classe (il discorso di Katniss ai sopravvissuti del Distretto 2, rivolto però agli assalitori) e scene sotterranee da I Dannati di Varsavia, arriva la sorprendente (inattesa per ferocia) strage di bambini, che ribadisce, nella puntata più violenta, la natura non amena della saga. Morto una settimana prima della fine delle riprese, Philip Seymour Hoffman porta avanti il suo personaggio con qualche trucco di ripresa e attraverso una “lettera”.