TRAMA
Un rapinatore di banche seriale decide di restituire tutti i soldi che ha rubato in cambio di una riduzione della pena. Due agenti FBI lo incastrano accusandolo di omicidio e cercando di impossessarsi del suo malloppo, ma non si sono ben resi conto di chi hanno deciso di sfidare.
RECENSIONI
Liam Neeson è un attore versatile, nella sua carriera ha interpretato personaggi di ogni tipo, ma l’immagine che abbiamo di lui è diventata, almeno da Io vi troverò (2008) in poi, quella del protagonista di thriller “U.S.A. e getta” dove incarna l’uomo tutto d’un pezzo, integro moralmente ma disposto a tutto pur di salvare la vita delle persone che ama. Le varianti lo prevedono accusato ingiustamente, vittima di intrighi orditi da cattivissimi e quindi obbligato a lottare, meglio se a suon di sganassoni, per dimostrare la sua innocenza e dare spazio alla verità. L’attore irlandese ha dato vita proprio al sottogenere “film con Liam Neeson” che si colloca tra il thriller e l’action e sforna titoli spesso sovrapponibili, con l’unico scopo di intrattenere e far quadrare i conti. Honest Thief rientra appieno nel sottogenere, perché vede Neeson, non solo ladro con morale che decide di ravvedersi quando scopre a tarda età l’amore vero, ma anche eroe solitario in lotta contro un sistema marcio e corrotto. Un cliché piuttosto usurato, ma sempre attuale, ed efficace se messo in scena con professionalità. In tal senso lo sguardo di Mark Williams, anche co-sceneggiatore, non gode di particolari guizzi, ma imbastisce un racconto lineare che si segue volentieri. Nessuna sorpresa all’orizzonte, ma l’abilità di oliare un meccanismo rodato garantendo quel minimo di tensione abbinata a caratterizzazioni poco sfumate ma funzionali. Ciò che continua a dare un senso al sottogenere, però, è unicamente la maschera di Neeson, ormai icona di ruvida vulnerabilità. È nei suoi sguardi immalinconiti, nei sorrisi che sappiamo destinati a non durare, nelle rughe che gli solcano il viso, nell’incedere sicuro che però nasconde fragilità, nei silenzi delle sue serate solitarie anche quando è in compagnia che si concentra il nostro interesse. Il mondo potrà anche impazzire là fuori, ma Liam è una certezza ed è sempre pronto a offrire consolazione raccontando una storia, la stessa di sempre. Come la favola della buonanotte quando si è piccini, in grado, nel suo rassicurante ripetersi, di dare quella protezione magica di cui il cinema è perfetta cassa di risonanza.