Drammatico, Recensione

HOME (2016)

TRAMA

In una comunità formata da due generazioni in conflitto arriva il diciassettenne Kevin, che va ad abitare con la zia e il cugino Sammy, e inizia il tirocinio da un idraulico. In un primo momento, le cose nella nuova casa non sono semplici, ma Kevin fa del suo meglio per essere gentile, riuscendo così a creare un legame con la zia e Sammy. Grazie agli amici di quest’ultimo, Kevin incontra John, che ha un rapporto molto difficile con la madre single (dal sito della Biennale).

RECENSIONI

Fien Troch mette allo specchio adolescenti e adulti in Belgio oggi. Se i primi sono già ragazzi perduti, i genitori si dimostrano peggiori di loro e perfino causa del degrado giovanile: questa, senza semplicismi, è la tesi ribadita dalla regista in (quasi) ogni fotogramma. Facendo leva sul più classico dei pretesti, un nuovo personaggio che entra nel nucleo, la belga compone un affresco di perdizione quotidiana ('Volevo ritrarre sia una generazione sia una comunità', spiega) che avanza in crescendo, dosando le informazioni allo spettatore per poi 'sorprenderlo' con rivelazioni scabrose e un climax di amenità relazionali genitori contro figli. La dosata miscela di disgrazie prima pone tutti sullo stesso piano alternando le storie, poi gradualmente lascia emergere la figura di John, abusato dalla madre single, che contro la violenza dell'incesto risponde con l'omicidio 'collettivo' (lui uccide, gli amici occultano). Nella visione dell'autrice, però, anche gli altri adulti rispondono a vari livelli di responsabilità: dall'omertà all'indifferenza, dall'ignavia alla convenienza, i grandi continuano a segnare i minori deformandone l'ipotesi di un domani. Gli adolescenti attraverso un atto concreto e simbolico, l'eliminazione di una madre, provano a stringere un'alleanza contro la follia degli adulti ma è una reazione a elastico, si dibattono invano e restano invischiati nella rispettiva disperazione, concedendo al massimo una fine sospesa. Film derivativo da un genere (Larry Clark è stato - ovviamente - molto citato), Home è girato con inquadrature 'sporche' e riprese da smartphone (la scena della festa), in un'estetica che pare obbligata per inscenare quel contesto ma in realtà è già datata, consegnando un riassunto del noto che non osa, simile a molte operazioni precedenti. Premio per la miglior regia nella sezione Orizzonti al Festival di Venezia 2016.