TRAMA
La storia vera di George Reeves, l’attore che impersonava Superman nell’omonima serie tv statunitense, trovato morto, con una pallottola in corpo, il 16 giugno 1959.
RECENSIONI
Parabola sulla giungla hollywoodiana: ci si prostituisce per la visibilità e la fama, dietro il lustrino il fango, mentre il mondo va in rovina si bada alla pagina del gossip (per una foto rubata ci si venderebbe la madre). Per chi cerca il successo ad ogni costo esiste solo l'attimo perché nessuno vuole essere felice domani e se lo si deve ottenere attraverso un compromesso (la tv) lo si accetta con tutto quello che comporta. Il film offre la doppia prospettiva del racconto al passato (la vita di Reeves) e quella del presente (le indagini dell'investigatore sulla misteriosa morte dell'attore) modulando, con esiti altalenanti, sui due temi fondamentali: il ruolo come gabbia soffocante dell'attore, il tentativo dell'investigatore fallito di riconquistare il figlio smentendo la tesi del suicidio del suo idolo. Coulter mette il dito in una piaga ma si guarda bene dal rigirarlo, optando per un registro da noir edulcorato che butta a mare gli innumerevoli spunti che la vicenda mena con sé e ponendo l'opera nell'ambito dell'innocua produzione televisiva (dalla quale peraltro l'autore proviene), buona per ogni palato.
