TRAMA
Una comparsa indiana, espulsa da Hollywood perché combinaguai, è invitata per sbaglio ad un party di importanti produttori cinematografici.
RECENSIONI
Un altro personaggio memorabile di Peter Sellers, fintamente intelligente, ottusamente disinvolto, impacciato e gentile, a confronto con la spavalderia e la boriosità del jet set cinematografico. Blake Edwards, che ritrova il comico della Pantera Rosa, non prende tanto di mira Hollywood (in questo senso, firmerà un capolavoro con S.O.B.) ma la logica del party glamour in sé, in un crescendo di inconvenienti che prepara alla baraonda finale: la sua idea di tempo comico, in questo caso, è davvero peculiare nel momento in cui staglia le gag su di una base sonnolenta, intorpidita come il suo protagonista. L’effetto è a doppio taglio: da un lato la comicità erompe potente, dall’altro viene risucchiata quando lascia gestire a Sellers i tempi morti. In apertura c’è la parodia del Gunga Din di George Stevens, ambientato in India. Sobriamente incisiva la fotografia di Lucien Ballard.
