Recensione, Thriller

HOLLOW POINT

NazioneCanada
Anno Produzione1995
Genere
Durata102'

TRAMA

Un agente in gonnella dell’Fbi si unisce ad un poliziotto della Dea per recuperare un ricco bottino in mano alla mafia e catturarne uno dei killer.

RECENSIONI

Dopo anni di oblio con filmacci seriali nella progenie di Superman e Aquila d’Acciaio, finalmente una prova discreta per il canadese Sidney J. Furie (non dimenticabile regista di Ragazzi di Cuoio, Ipcress, Lo Spavaldo, I Ragazzi della Compagnia C ed Entity), forte di una sceneggiatura tarantiniana (di Robert Geoffrion e James H. Stewart) che mescola azione fumettistica e scatenata, situazioni paradossali, personaggi folli e assurdi dialoghi "riflessivi" (la teoria della reincarnazione di John Lithgow). Il regista rischia di rovinare tutto con il suo grossolano senso dell'umorismo: il buddy-movie dei due poliziotti in perenne competizione è più goffo che divertente, ma il trio descritto è uno dei più insoliti e stuzzicanti mai visto all’opera sul grande schermo. Alcune intuizioni sono veramente originali e giovialmente poco “politically correct": l'eroe/vigilante-drogato; il sadico killer divertito di Donald Sutherland (grande!); l’impagabile sequenza erotica in cui la bella Tia Carrere descrive a Thomas Ian Griffith, in modo libidinoso, un rapporto lesbico; i cambi di fronte hongkonghesi fra quattro pistole puntate nel finale. Esplosioni, sparatorie, sorprese, sana cattiveria e inventiva si alternano ad un più banale andamento crasso-demenziale con battute idiote. Siamo portati ad attribuirne la colpa al regista, soprattutto memori di quella cafonaggine che era Rapina del Secolo a Beverly Hills (1991). "Hollow point" è il nome dato ad un proiettile esplosivo: l'arma colpisce il bersaglio, la detonazione non avviene completamente (emblematico, no?).