Drammatico, Recensione

HESHER È STATO QUI

Titolo OriginaleHesher
NazioneUSA
Anno Produzione2011
Durata100'
Fotografia

TRAMA

Tj ha perso la madre in un incidente stradale e non riesce a uscirne. L’arrivo di Hesher, uno pseudo metallaro matto da legare gli sconvolgerà la vita…

RECENSIONI

Considerando il fatto che i sogni fungono da metafora sia nella finzione che nella vita quale funzione assolvono questi sogni per il protagonista? Sono premonizioni o desideri? Oppure sono incubi? [...] i suoi sogni sono il riflesso del suo rapporto con la madre.
Hesher entra prepotentemente nella vita di Tj, ne è la materializzazione della sua rabbia contro il mondo, contro un lutto non facile da integrare, contro l'autorità di un padre che non riesce a reagire alla depressione, contro un intero sistema restìo a comprenderne il dolore. Paradossalmente, i suoi modi, rudi e volgari, di psicotica umoralità,  non negano la famiglia, ma la rivendicano smuovendo l'apatia di una casa cristallizzata nel passato (la tappezzeria intasata di quadri, foto, cornici e la scarsa illuminazione). Nella follia dell'invasore casalingo (rigorosamente fuori contesto per mood e stile) si ristabilisce gradualmente l'armonia, secondo una normalità mai così relativa, lontana da ogni sorta di autocommiserazione, che vive il luogo domestico per quello che è, perturbandolo e quindi accettandolo. Allo stesso modo Hesher destabilizza il desiderio di isolamento di Tj verso l'esterno, il suo gioco di proiezioni ed attaccamenti, creando una serie di complicazioni (il fomentare la vendicatività di Dustin, l'amplesso con Nicole e in un certo senso anche la morte della nonna) per responsabilizzarlo e in qualche modo per renderlo adulto. Per dirla in parole povere, uno stronzo di cuore. Da un'esistenza totalmente subita, piena di umiliazioni che lo sbattono a terra (le ripetitive cadute) Tj reagirà fino ad escludere lo stesso Hesher ormai arrivato a mettere nella giusta crisi tutti i suoi punti di riferimento.

Susser scartavetra il dramma con i toni della dark comedy delineando una piccola opera indie mai etichettabile del tutto, viva per sincerità e per un clima ovattato un po' sognante che lascia spazio al percorso dello spettatore di fronte a dei personaggi mai del tutto delineati nella rigidezza della loro cronicità esistenziale. Si muove dentro un cinema riconoscibile, quello da Sundance (brutta definizione che rende l'idea), ma mantiene un respiro originale e definito, grazie anche a una scrittura che, pur scivolando saltuariamente in certe dinamiche retoriche, lascia piccoli vuoti da colmare, soggettivamente. Tipo la natura dello stesso Hesher, indubbiamente reale anche se a tratti filtrata da un'ambiguità di fondo. Il suo irrompere nelle situazioni mantiene sempre un che di fantasmatico (sostenuto da un suono mentale simile ad un acufene e da forti raccordi nel montaggio), come se fosse il frutto dell'immaginazione del giovane Tj. Poco importa, quello che conta è che Hesher sia stato qui.