Drammatico, Recensione

HELEN

Titolo OriginaleHelen
NazioneGran Bretagna/Irlanda
Anno Produzione2008
Durata79'
Fotografia

TRAMA

Joy, una ragazza diciottenne è scomparsa. Un’altra ragazza di nome Helen si dice disponibile a prendere il suo posto nella ricostruzione dei suoi ultimi movimenti fatta dalla polizia.

RECENSIONI

L'iniziale ralenti sul prato e la macchina da presa di spalle a pedinare il personaggio, l'austerità del tratto, l'assenza apparente di forzature narrative, lo sguardo quasi completamente consacrato all'esplorazione dello status della gioventù ci dicono chiaramente che l'ultimo Van Sant costituisce il modello di riferimento dei due registi. Helen è un film in cui la detection si rivela il pretesto per una severa e a tratti ammaliante prova di stile, in cui si mette in scena il passaggio all'età adulta della protagonista che avviene attraverso un dialogo intimo con la persona che è chiamata a interpretare (che si chiama, non casualmente, Joy) e che ella tende a sostituire, almeno idealmente (di qui i contatti con la famiglia e il ragazzo di lei). Helen, sorta di controfigura che sogna di sostituirsi alla protagonista (in questo senso il discorso metacinematografico è abbastanza palese) non ha radici e non ha riferimenti e li cerca nel personaggio che è chiamata a impersonare in una ricostruzione che si delinea parallelamente a quella della sua propria vita, così come intuita dallo spettatore. Per quanto le interpretazioni cliniche, la predilezione per i campi lunghi e l'emotività trattenuta contribuiscano al rigore dell'opera, che rimane stilisticamente coerente dall'inizio alla fine, Helen si afferma come un teorema spudorato che si sviluppa meccanicamente e che alla fine non sembra affrancarsi dalle sue necessità interne, rimanendo, inerte, saldamente agganciato ad esse.