TRAMA
Mambo è un pinguino imperatore molto particolare: è stonatissimo, ma adora ballare. Questa sua caratteristica gli crea molti problemi di inserimento fra i suoi simili, soprattutto perché i pinguini imperatori trovano l’anima gemella proprio cantando.
RECENSIONI
Guardando le prime sequenze di Happy feet si ha la sensazione di osservare la versione animata del documentario La marcia dei pinguini. È curiosa questa recente inarrestabile passione del cinema per questi animali, per quanto siano senza dubbio simpatici.
Happy feet è una classica storia d’animazione, vecchio stile nei temi e moderna nella realizzazione tecnologica. Rinuncia infatti senza rimpianto alcuno ad allinearsi alla moderna animazione che flirta con la (blanda) trasgressione, col politicamente scorretto e con la satira sul proprio genere di appartenenza. Ed anche nel ritmo cerca spettacolari accelerazioni solo in alcune scene di inseguimento o di giocosa esplorazione tra i ghiacci e nell’oceano, lasciando perplessi gli spettatori abituati a ritmi serrati e battute a raffica.
Il soggetto è quanto di più convenzionale siamo abituati a trovare in Disney e dintorni, i temi infatti sono quelli della diversità, dell’affermazione della propria individualità, del relativismo culturale.
La parte musicale riveste un ruolo fondamentale nel film, a tratti persino eccessivo, nonostante la cura nella realizzazione di medley a più voci mescolando in modo non scontato (Moulin rouge docet) brani eterogenei, da My way a Somebody to love, da Kiss al gospel.
A fronte di questa effervescenza musicale, la sceneggiatura è però piatta e ripetitiva, tanto che le risate scarseggiano e alla fine fa capolino la noia. Lo sviluppo è persino un po’ disomogeneo, con improvvise cupezze ed eccessive variazioni di tono. L’entrata in scena degli esseri umani sul finale, con l’introduzione dei temi ecologisti e la troppo facile soluzione degli stessi non è molto convincente. E purtroppo lo spettatore non può sentirsi appagato per tutta la durata del film dal pensare quanto sono carini i pinguini, soprattutto perché nessun personaggio ha uno spessore sufficiente a reggere la storia. Solo abbozzato il personaggio di Gloria, come la storia d’amore con Mambo, superficiali i genitori, i comprimari più divertenti sono allora i pinguini messicani ed il guru Adone.
L’animazione in 3D è invece perfetta, la ricostruzione dell’Antartide con le sue creature è splendida e realistica e valorizza al massimo lo scenario dei ghiacci.
Happy feet è in sostanza un musical ambientato in Antartide con bei numeri canori e coreografie invidiabili. Ma appena cessa la musica manca di brio e la storia mostra la corda.
Nonostante l’adattamento volenteroso e la bravura di Massimo Lopez la versione italiana lascia il rimpianto per le straordinarie voci della versione americana (soprattutto Robin Williams, Hugo Weaving, Nicole Kidman e Hugh Jackman).
Il 2006 non verrà ricordato come un anno d’oro per il cinema d’animazione ed Happy feet, come Cars ed altre storie di animaletti vari, graziose ma dimenticabili, ne è una delle prove.
