TRAMA
I protagonisti sono una coppia di mezza età, Winnie e Willie. Nella prima scena Winnie, incurabile, ottimista, appare sepolta fino alla vita in un mucchio di sabbia. Suo marito, Willie, appare ogni tanto da dietro il cumulo di sabbia e Winnie gli parla mentre lui legge il giornale. Sempre più sepolta nella sabbia lei continua a seguire fedelmente la routine quotidiana pregando, lavandosi i denti e ripercorrendo il passato, tentando continuamente di ricordare le frasi che un tempo ha letto. Alla fine del secondo atto è sepolta fino al collo, impossibilitata a muovere la testa in qualsiasi direzione. Rimane così fino alla più amara delle conclusioni, implacabilmente loquace e ottimista. Immemore della sua sorte imminente, continua a proclamare la vanità della propria esistenza: “un’altra giornata felice”.
RECENSIONI
“Cinema o Teatro?”
"Happy days" rientra nell'ambizioso progetto televisivo del "Beckett Film Project" che si propone di portare sul piccolo schermo, attraverso lungo, medio e cortometraggi diretti e interpretati da artisti famosi, tutte le 19 pieces teatrali di Samuel Beckett. Se la sfida si dimostra interessante, meno convincente è il risultato, perché si rivela molto difficile superare le barriere teatrali dei suoi bellissimi e a volte shoccanti testi. Colpisce, in questo caso, il lungo monologo della protagonista, sempre più piantata, dalla vita in giù, nella sabbia del deserto di un luogo imprecisato. Spiazzante la situazione e ricco di sfumature il testo, ma la trasposizione filmica si riduce ad una grande prova d'attrice (la bravissima Rosaleen Linehan), mentre la pazienza dello spettatore viene messa a dura prova e cerca vie di fuga, rischiando di trovarle pensando ai fatti suoi.