Bellico, Commedia, Recensione

GUERRA AMORE E FUGA

Titolo OriginaleThe secret war of Harry Frigg
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1968
Durata110’

TRAMA

1943: il colonnello Prentiss ingaggia il soldato semplice Harry Frigg, promuovendolo a generale, affinché liberi cinque alti ufficiali da un castello nel nord dell’Italia. L’ha scelto perché è insofferente ai gradi ed evade sempre dalle prigioni militari.

RECENSIONI

Simpaticissima commedia pennellata da Peter Stone (Sciarada, Arabesque) e Frank Tarloff (Doppio Bersaglio, Una Guida per l’Uomo Sposato), già insieme per Il Gran Lupo Chiama di Ralph Nelson: lo spasso nasce dall’inventare situazioni dove accade sempre il contrario dell’atteso, soprattutto in termini di reazioni dei personaggi, anche quando questi ultimi non sono descritti come bamboccioni che giocano alla guerra. Dal colonnello di James Gregory che coccola il soldato semplice Frigg e sorride delle sue insubordinazioni, alla contessa di Sylva Koscina che guarda con affetto il suo proletario con complesso d’inferiorità; dagli ufficiali fascisti dell’Italia del Nord, amabili perché il vero mostro è il maggiore nazista (secondo gli autori eravamo più vittime che complici), ai generali spocchiosi che infine riconoscono il talento altrui; dalla contessa che non si  pavoneggia alla Grande Fuga rimandata per aiutare l’aguzzino italiano: la ricercata, “contestatrice” anticonvenzionalità provoca continui sorrisi, come il percorso dell’Harry Frigg di Paul Newman, che recita appositamente curvo e da “bifolco”, e troverà l’amore e il rispetto, facendola in barba (grande fuga davvero) anche ai figli superbi e malvagi di Hitler (sul cui ritratto si sputa due volte). Secondo film di Newman con Jack Smight, dopo Detective’s Story: curioso che lo stesso anno, con toni e intenti diversi, sia uscito un altro racconto ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale con americani in un castello straniero, Ardenne '44: un Inferno di Sydney Pollack.