Drammatico, Hardcore, Recensione

GUARDAMI

TRAMA

Nina, fidanzata con Cristiana, fa la porno-attrice. Le viene diagnosticato un cancro: in ospedale conosce un giovane che si innamora di lei.

RECENSIONI

Coraggioso progetto di Davide Ferrario ed Elisabetta Cavallotti: il primo ha deciso di raccontare senza veli o moralismi, in un film di finzione, il dietro-e-davanti-le-quinte della pornografia, con atti sessuali mostrati in primo piano (un’idea venutagli alla morte, per cancro, di Moana Pozzi). La seconda ha prestato il proprio corpo, vivendo il ruolo fino in fondo (la fellatio in diretta, il numero hard alla fiera del porno davanti a decine di figuranti). I problemi sono due: fatti salvi i quattro protagonisti, i tre registi porno (Antonello Grimaldi, nel ruolo di Joe, sostituisce Joe D’Amato morto poco prima delle riprese; Luca Damiano fa se stesso) e pochi altri, le prove attoriali sono imbarazzanti (e il film annovera parecchi ruoli parlanti). Il secondo problema, quello più grave, è che all’opera manca il “perché”: nel condivisibile tentativo di non prendere posizione pro-contro l’universo hardcore, per non apparire né moralista né opportunista, questo mondo a parte rischia di non avere alcun ruolo ai fini del dramma della malattia e delle esistenze che cambiano nella tragedia (fra padri assenti e omosessualità che assaggia l’etero). Si poteva raccontare qualsiasi altro mestiere. Il porno, di per sé, non c’entra niente, non c’è un discorso che lo colleghi al racconto principale e, peggio, non è il protagonista di alcun sottotesto: è mostrato e basta, per quanto si legga il tentativo di abbozzare un profilo psicologico della protagonista, che ama “esibirsi” per avere potere sull’uomo. Ferrario, inoltre, ostenta anche una pellicola “libera”, stile Godard anni sessanta (lo strano trio pazzerello: Bande à Part), con umori tragici e liberazione sessuale alla Fassbinder, virandola all’iconografia del videoclip: sul piatto restano, quindi, intenti slegati, il dramma del cancro, il “documentario” sull’industria del porno e queste riprese “fantasiose” (musicali, riempitive). Ma tanto onore all’audacia, soprattutto in Italia. VM18 (ovviamente) e (non era scontato) libero da ammiccamenti o scandalismi vari atti ad attirare il pubblico in sala.