
TRAMA
1965: Adrian Cronauer, nuovo speaker della radio delle forze armate statunitensi in Vietnam, non le manda a dire, rivela documenti secretati dai superiori e mixa satira e rock’n’roll. I soldati semplici lo amano. Gli altri no.
RECENSIONI
Pellicola che appartiene tutta alla prova da stand-up comedian di Robin Williams, con l’intelligenza di Barry Levinson di lasciarlo a briglia sciolta (controllata, montata, veicolata verso una drammaturgia che non sia fatta di sketch) e dargli la possibilità di dispiegare tutto il proprio talento nell’improvvisazione. Williams e copione immaginano i monologhi del realmente esistito disc jockey Adrian Cronauer, cui non successe praticamente nulla di quanto qui raccontato (altrimenti sarebbe finito sotto corte marziale). Cronauer attirò le attenzioni di Williams con un progetto alla M*A*S*H (il serial), basato sulle sue esperienze a Saigon ma rigettato dalle emittenti televisive: dal suo soggetto Mitch Markowitz ricava una sceneggiatura eccellente nel momento in cui, mentre il divertimento è assicurato con le battute fulminanti di Williams, ciò che il personaggio prende di mira, con una visione condivisibilissima, induce alla riflessione, provoca amarezza, indigna e commuove (inventa interviste, parla di sesso, Richard Nixon e regolamenti militari). Questo mentre svecchia la programmazione musicale da nonni in vacanza con Martha Reeves, The Vandellas e James Brown, più in sintonia con l’età anagrafica e lo spirito dei soldati mandati a morire. Si passa da una scena spassosissima, come quella in cui insegna ai civili vietnamiti varie oscenità in inglese, a quella più accorata-melodrammatica, in cui incontra i soldati che stanno per andare a combattere. Un film di grande e meritato successo. Girato in Thailandia.
