Fantascienza, Recensione

GODZILLA (1998)

Titolo OriginaleGodzilla
NazioneU.S.A.
Anno Produzione1998
Durata126'

TRAMA

Frutto degli esperimenti atomici francesi in Polinesia, un dinosauro semina il terrore a Manhattan.

RECENSIONI

Dopo La Guerra dei Mondi con Independence Day, il team tedesco naturalizzato americano di Roland Emmerich affronta un altro classico-naif del genere fantastico e sbarca a Hollywood/Manhattan il Godzilla giapponese di Inoshiro Honda (del 1954, con 22 pellicole dedicategli dalla "Toho Productions"), sostituendo l'Empire State Building di King Kong con il Ponte di Brooklyn. La formula è la stessa: kolossale marketing, spettacolari effetti speciali (preferendo i modellini al digitale), trama catastrofica insulsa, qualche battuta spiritosa e il vuoto pneumatico sotto la superficie. La prima parte è ipertrofica e radioattiva, pesa quanto il Theoropoda Allosaurus e dimentica che la tensione chiama la paura senza disdegnare la ferocia, che il sarcasmo funziona meglio quando affonda i canini e non si limita a digrignare i denti (vedi la debole parodia del sindaco Giuliani e dei modus vivendi statunitensi per bocca del francese Jean Reno). Il target di pubblico è la famiglia e gli eccessi non sono ammessi, tantomeno i doppi sensi, s'abbaia senza mordere, agevolando la pop-cornizzazione della visione. Emmerich e Dean Devlin (sceneggiatore), però, rimediano in corner all'imbarazzo mastodontico del loro spettatore con il toccasana dell'ironia, esempi a seguire: il cognome del personaggio di Matthew Broderick (Tatoupoulos) che cita il loro mago degli effetti speciali, l'incontro ravvicinato con l'alito del gigante, la gag dei maggiori danni causati alla città dai militari, quella dell'occhio di Godzilla scambiato per una parete, i simpaticissimi ruzzoloni dei baby-dinosauri e di mamma-mostro a caccia del taxi. Love story/spy story, messaggi edificanti e trombe patriottiche (la nuova specie minaccia il genere umano) a parte, la pellicola, specchiandosi ne Il Risveglio del Dinosauro, guadagna sempre più in ritmo e materia grigia (di cui è fornito anche il mostro, salvo cedere alla rabbia), ripassa la metropolitana de L’Astronave degli Esseri Perduti e i Velociraptor di Jurassic Park, trasforma i cacciatori in cacciati e il Madison Square Garden nel nido di Alien.