TRAMA
Quando le divinità convivevano con gli umani nel regno d’Egitto: Seth uccide il fratello Osiride e si siede sul trono al posto del figlio di quest’ultimo, Horus, privato anche della vista. Lo scaltro ladruncolo Bek recupera per lui un occhio e lo aiuta, in cambio della promessa di riportare l’amata in vita.
RECENSIONI
Senz’altro l’opera più pacchiana del già poco prolifico Alex Proyas nato, manco a dirlo, in Egitto: questione di una sceneggiatura stereotipata soprattutto nei dialoghi, fra Io narrante da favola e tipiche battute del villain di turno, un Gerard Butler/Seth che proferisce l’ABC dei cattivi in cerca di potere. Questione di CGI medio-mediocre che, se da un lato aiuta le piccole produzioni a dare forma ad interi “universi” con scene di massa, città e mostri, dall’altro, quando abusato, impone un look di plastica che inquina tutta l’opera. Questione di (altre) convenzioni di registro e di sotto-tracce, con il protagonista giovane scavezzacollo impertinente, i grandi amori in corso e così via. Nella sua ingenuità e semplicità di spirito, l’opera ricorda B-movie d’avventura fantasy come Sinbad il Marinaio, oltretutto con lo stesso vezzo (ma sono passati settant’anni…) di scritturare attori bianchi e biondi per qualsiasi ruolo etnico. Eppure, colpisce favorevolmente lo script di Matt Sazama e Burk Sharpless (Dracula Untold, The Last Witch Hunter) per profusione di idee e quantità di eventi. Meritava il minutaggio di un serial fantasy, di quelli “guilty pleasure” stile La Spada della Verità: ispirandosi anche ai geroglifici che rappresentano gli dei più alti e con volti mostruosi (variante: si trasformano in mecha componibili “giapponesi”), piega la mitologia egiziana (la battaglia fra Horus e Seth) in fantasy spettacolare, con carrozze tirate da scarabei volanti, trappole meccaniche, precise “regole” del regno dei morti, e altre idee più derivative (la nave di Ra nello spazio, come l’Asgard del Thor Marvel, i serpentoni nel deserto come i vermi di Dune). Sono talmente tanti gli elementi curiosi del film che non gli si può voler (solo) male. Ruoli condanna: Nikolaj Coster-Waldau quale guerriero nobile mutilato e ironico (Il Trono di Spade), Gerald Butler quale rozzo combattente alla 300.
